GOVERNANCE ITALIANA E MONDIALE, FUTURO OLIMPICO E GIOIE GIOVANILI – Tra una trasferta a Los Angeles e una a Palma, il presidente federale fa il punto con Saily sui grandi temi della vela e sui prossimi anni che necessiteranno di decisioni importanti. “Cambiare il format per una vela olimpica più sostenibile e al passo con i Giochi moderni”

E’ stato a Los Angeles per un primo sopralluogo alla città olimpica, adesso è a Palma per l’esordio in una regata del nuovo World Sailing Grand Slam. In mezzo, un ping-pong tra gli uffici federali di Genova e Roma, incontri al CONI e Sport e Salute, relazioni serrate con Ministeri e Università, senza risparmiarsi quando un Circolo velico chiama per invitarlo a qualche evento. Intercettiamo Francesco Ettorre in una breve pausa nella frenetica vita da presidente.

Partiamo dalla governance della Federazione. Si è concluso il percorso elettivo zonale, nazionale e poi ancora con i nuovi Comitati regionali delle 15 Zone FIV. Quale quadro complessivo ne emerge e quali sensazioni ti suggerisce la squadra che gestirà i prossimi quattro anni?

La prima riunione di Consiglio insieme alla Conferenza Territoriale (l’insieme dei presidenti di tutte le Zone, ndr) si è svolta pochi giorni fa, c’è tanta nuova energia, abbiamo ben sette nuovi presidenti di Zona, nuove competenze, tanta voglia di collaborare, un clima molto positivo. Si comprende l’importanza di alcuni obiettivi fissati e la voglia del territorio di essere parte della progettualità nazionale. Premesse molto buone, ora si inizia a lavorare anche se poi le Zone non si sono mai veramente fermate, i cambiamenti non hanno influito sulle attività. Quello che conta è la voglia di mettere a rete le competenze.

Hai parlato di obiettivi fissati: vuoi indicarne qualcuno tra quelli che ti stanno più a cuore?

Per quanto riguarda il territorio gli obiettivi hanno a che fare con la diffusione, il supporto alle Società, la mappatura degli atleti. E’ importante che ogni Comitato di Zona rappresenti il riferimento fondamentale per il proprio territorio, la propria regione o area. Vale nei confronti dei Circoli affiliati, che affrontano quotidianamente le problematiche tipiche delle associazioni sportive, e della crescita sportiva, con azioni a beneficio del lavoro di tutti. La crescita del territorio, pur nelle differenze e nelle peculiarità di ciascuna area periferica, fa bene a tutto il movimento.

Abbiamo diverse progettualità che vanno in questa direzione, già sviluppate e confermate, che vanno dai supporti agli affiliati sul territorio con il Piano Sostegno e Sviluppo, allo sviluppo del mondo Para Sailing, un tema che stiamo spingendo tantissimo come ci viene riconosciuto da World Sailing che considera l’Italia un paese guida. Poi c’è tutta la formazione, che riguarda tutte le professionalità del nostro mondo, dagli Istruttori agli Ufficiali di Regata, fino alle figure intermedie da far crescere fino ai livelli più importanti.

In tutti questi aspetti la comunicazione tra Federazione centrale e territorio e tra Comitati e propri affiliati, ha una importanza crescente, sulla quale stiamo investendo. Ovviamente poi ci sono gli obiettivi prettamente sportivi, a partire dalla parte olimpica e giovanile, che saranno definiti e valutati nel corso della stagione.

A proposito di vela olimpica, è iniziato il quadriennio verso i Giochi di Los Angeles 2028, sei stato pochi giorni fa proprio nella città che sarà olimpica per un primo sopralluogo: come è andata?

Sono stati giorni interessanti e impegnativi, abbiamo fatto tutti gli incontri istituzionali necessari, a partire dal responsabile organizzativo dell’evento velico, noi abbiamo parlato con l’italiano ex medaglia olimpica di Tiro al Volo Nicolò Campriani, attuale Vicepresidente Sports di LA28. La vela non ha ancora ufficializzato la venue esatta che sarà sede del porto olimpico e dei campi di regata, ci sono due ipotesi sul tappeto, Long Beach e San Pedro, una decisione è attesa per la prima metà di aprile.

La nostra trasferta di fatto ha considerato entrambe le ipotesi-location, scegliendo per ciascuna la parte alberghi, logistica container, base a mare, spostamenti. Un doppio lavoro molto faticoso perché spostarsi a Los Angeles non è facilissimo, le distanze sono enormi. Ma qualunque sarà la località scelta, noi avremo già fatto il sopralluogo. Trasferta positiva, abbiamo stretto rapporti con la comunità italiana, preparato vari elementi per favorire la trasferta per il Mondiale ILCA 4 e ILCA 6 che si svolgerà a luglio a Los Angeles, e fissato in agenda alcune sessioni di allenamento delle nostre squadre o equipaggi. Seguiamo l’esempio di quanto fatto per le Olimpiadi precedenti.

I TRE ORI DELLA VELA AZZURRA TRA TOKYO E PARIGI

Secondo qualche osservatore la vela rischierebbe di uscire dal programma olimpico per motivi di costi e ritorni. Negli ambienti internazionali viene contemplata questa possibilità?

Penso che nel modello olimpico attuale la storia conti poco. Tutte le organizzazioni delle città olimpiche fanno molta fatica a gestire l’evento. Negli Stati Uniti la novità è la totale privatizzazione dei Giochi Olimpici, basato su investitori che fanno business, con logiche conseguenti. Il format olimpico ha senz’altro necessità di essere rivisto nei prossimi anni, sentiamo da sempre parlare della vela dentro o fuori dai Giochi, le considerazioni sono tante, la vela deve tenersi stretta le Olimpiadi e come ogni sport deve stare nell’evento adeguandosi al momento storico, tanto più oggi con quasi quaranta sport dentro l’Olimpiade.

In ogni caso nei prossimi due anni si dovrà discutere delle discipline olimpiche della vela per Brisbane 2032, cosa succederà?

Credo che la prima cosa sia capire se il CIO (Comitato Olimpico Internazionale, ndr) interverrà sui format, perché da questo si avranno le ricadute decisionali. Primo aspetto sarà il numero di atleti della vela, che continua a scendere, poi il formato nella sua complessità a cominciare dalla durata. Solo dopo si comincerà a discutere le classi da cambiare, il percorso sarà di mettere due o tre classi “under review”, cioè sotto esame, e valutarne l’uscita o la sostituzione. Viviamo un momento nel quale il modello olimpico sarà rivisto nella sua complessità, non solo per la vela. Possiamo dire che tutti gli sport sono under review.

Se tu potessi decidere?

Il problema fondamentale è mettersi nei panni di chi organizza le Olimpiadi, la fattibilità e la sostenibilità. A Parigi 2024 per la vela le condizioni di poco vento a Marsiglia hanno creato criticità sotto l’aspetto della visibilità e del percorso sportivo. Quindi la scelta delle location in base alle condizioni migliori per lo sport è un dato fondamentale. Una volta fissati gli aspetti macro, la scelta delle classi è quasi secondaria, l’importante è dare equilibrio e sostenibilità al formato in condizioni ottimali, perché se ciò manca ne risentono tutte le classi e tutta la vela come sport e come visibilità olimpica.

Bisogna anche tornare a ragionare e contare di più come nazioni che sono parte di World Sailing (la federvela internazionale, ndr), per far comprendere questo principio fondamentale: dietro alle classi olimpiche c’è tutta una filiera che parte dai livelli giovanili, sulle quali tutte le federazioni nazionali hanno un’attenzione che va dalle scuole alla creazione degli atleti di vertice. La stessa attenzione non ce l’hanno produttori e costruttori, che negli anni hanno acquisito un potere crescente nei momenti decisionali dello sport.

Negli anni la vela olimpica ha cambiato progressivamente le classi, ma non il formato generale, e non parlo degli aspetti come qualifiche e finali, Medal Race o Medal Series. Oggi in una Olimpiade moderna il disegno generale della vela ai Giochi dovrà essere rivisto e reso più compatto. La storicità della vela alle Olimpiadi non ci pone al sicuro, ci sono temi come i costi, la logistica, l’impiantistica… Sono dell’idea che sia meglio capire tutto questo e indirizzare il cambiamento piuttosto che subirlo.

Come si muoverà World Sailing e qual è lo stato di salute della vela mondiale?

Ci sarà tra poco il Mid Year Meeting di maggio, online e quindi con scarsa possibilità di discussione e approfondimento. L’ente ha sicuramente davanti a sé delle sfide che lo attendono, deve dimostrarsi forte e in grado di lavorare. Abbiamo subito spesso scelte dall’alto, dal CIO e altri organismi, ma occorre governare questi passaggi. Non possiamo meravigliarci di scoprire che la vela sia a rischio olimpico, fingere di non sapere che siamo uno degli sport più impattanti a livello di costi e organizzazione. Dobbiamo trovare le soluzioni giuste, le modalità per rendere la vela ai Giochi più sostenibile, conservando i valori e lo spettacolo, possibilmente senza diminuire le classi e il numero di atleti.

Penso che il presidente Quanhai Li e il Board abbiano tutte le capacità per gestire il momento, non vedo la vela in crisi nel contesto mondiale, vediamo l’interesse che c’è per alcuni grandi eventi oceanici o per l’America’s Cup. La vela olimpica ha sempre avuto numeri limitati, in tutte le federazioni le classi olimpiche sono un nucleo ristretto, ma intorno ad esse ruotano bacini enormi che sono la vela di base. World Sailing, pur nel rispetto della libertà di mercato, puo’ e deve fare qualcosa di più per porre un argine all’esplosione dei costi del comparto olimpico, regolamentare le classi internazionali evitando modifiche tecniche frequenti e costose…

Proprio la filiera dalle scuole vela alla preagonistica alle regate giovanili, continua a darci grandissime gioie e soddisfazioni. Le porte della vela sono sempre aperte e tanta gente continua a entrarci.

Certamente, sia numeri e diffusione partendo dalle scuole vela fino ai risultati nell’attività agonistica giovanile sono fonte di soddisfazioni enormi in Italia. E’ un grande lavoro collettivo che parte dai club e dall’impegno a portare avanti l’attività sportiva di ragazze e ragazzi, con una crescita costante, che ha riguardato anche il comparto tecnico e degli Istruttori, perché è evidente che se noi oggi possiamo primeggiare in quasi tutto lo scenario delle classi giovanili, vuol dire che c’è una qualità del livello tecnico che parte dalla formazione di base. Questo ci offre un grande respiro verso il futuro, con l’operazione di traghettamento dei migliori giovani avvicinandoli all’attività di vertice con lo Sviluppo & Under. Oggi con il progetto 2025-28 tutte le classi olimpiche hanno il rispettivo livello S&U. C’è un bacino che parte dalla giovanile e arriva alla classe olimpica. E preciso “classe” e non “campagna olimpica”, che sono due cose ben diverse.

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