
IL PATRON DI LUNA ROSSA CONFERMA E CI PROVA – “In Coppa America purtroppo è andato tutto storto nella settimana decisiva. Non sappiamo ancora dove si svolgerà la prossima ma abbiamo detto che ci saremo”. Poi l’assist per una candidatura italiana. Solo una battuta innocente?
Nell’intervista di Patrizio Bertelli a Giovanni Pons su Repubblica nel giorno di lancio della nuova grafica, tra i temi dell’economia e della moda, spunta una domanda finale su Luna Rossa, e il patron come suo solito non si tira indietro, anzi. Ecco domanda e risposta.
L’intervistatore chiede: Luna Rossa nella scorsa Coppa America ha vinto le competizioni dei giovani e delle donne mentre ha perso in semifinale di Louis Vuitton Cup con gli inglesi. Vi state già preparando per la prossima edizione?
La risposta di Patrizio Bertelli: “Sono molto soddisfatto per le vittorie dei giovani e delle donne, è il segno che il team guidato da Max Sirena era di altissimo livello. Purtroppo con gli inglesi abbiamo avuto una settimana dove è andato tutto storto. Non sappiamo ancora dove si svolgerà la prossima Coppa ma abbiamo detto che ci saremo, sarebbe bello se fosse in Italia”.

LEGGERE NEL BERTELLI-PENSIERO – Cosa significa, o puo’ significare, questo affondo del patron di Luna Rossa, l’uomo che ha il record del maggior numero di sfide nella storia intera del trofeo sportivo più antico? Solo un sogno divenuto pensiero ad alta voce? O un passaggio di evidenziatore su una possibilità reale?
Facciamo il punto: la prossima Coppa America, la numero 38, dovrebbe disputarsi nel 2027. Località e regole saranno decise (e si spera annunciate entro l’estate) dal defender kiwi Team New Zealand e dal challenger of record (il primo sfidante ufficiale) inglese del Royal Yacht Squadron che dovrebbe essere Athena Racing di Ben Anslie (il condizionale è d’obbligo dopo il suo licenziamento da Ineos e la separazione dalla sfida di Jim Ratcliffe: situazione fluida). Come noto, e come successo per la 37 Coppa con Barcellona, il gran capo defender Grant Dalton ritiene di “mettere all’asta” al migliore offerente la località che ospiterà l’America’s Cup, allo scopo di finanziare al meglio la difesa del suo team.
Recentemente le voci più circolate indicano tre possibili location in corsa: Auckland, capitale neozelandese e candidata naturale, se solo accontentasse le richieste economiche di Dalton; Valencia, che ha già vissuto la Coppa nel 2007 e sarebbe la scelta spagnola in caso di rifiuto (che appare molto probabile) di una Barcellona-bis; e Rio de Janeiro, la tentacolare (e lontanissima) città brasiliana che pare abbia fatto delle concrete avances con Dalton. Restano le ipotesi di Jeddah in Arabia Saudita (con molti problemi geopolitici da superare) e altre vocine per ora minori, molti “vorrei ma non. posso”.
Come si capisce la situazione è comunque aperta. Se una località italiana – colta da una improvvisa e altissima febbre da Coppa – presentasse una offerta, i neozelandesi sarebbero pronti ad accoglierla e valutarla. In passato è accaduto con i famosi Acts preliminari, con Trapani nel 2005, e poi con i catamarani a Napoli e Venezia. Non era la Coppa, ma solo tappe di avvicinamento.
Oggi difficile immaginare che esista qualche città in Italia pronta a mettere sul piatto (almeno) 100 milioni di euro per avere due mesi di regate e un annetto di basi operative dei team (quanti poi? L’ultima volta solo cinque più il detentore). Ipotesi al momento fantastica. L’affondo di Bertelli sembra davvero solo una innocente battuta, senza possibili dietrologie. Ma con la Coppa, mai dire mai…
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