
LUNVEN (6), RUYANT (7), JUSTINE METTRAUX (8) E GOODCHILD (9) – Tutti in una manciata di ore e accolti da migliaia di persone – VIDEO RECAP DEL LORO GIRO E GALLERY FOTO – Cosa succede nei prossimi giorni: le date degli altri arrivi e le previsioni per Giancarlo Pedote (Prysmian), 17° a 2000 miglia dal traguardo – TRACKING E ALTRE BURRASCHE
La top-5 completata da Paul Meilhat (Biotherm), venerdì alle 10:40 UTC, dopo 74 giorni, 22 ore e 38 minuti di regata, un gran bel risultato per il 42enne velista, che conferma la straordinaria tenacia e il talento dimostrati già nell’edizione del 2016-17, che aveva dovuto abbandonare a causa di un cedimento di una parte della chiglia mentre era terzo. E subito dopo ecco un weekend che Les Sables sognava: una raffica di arrivi, una festa notte e giorno, gli abbracci, le interviste, le celebrazioni: gli eroi degli oceani a vela che completano la lista di arrivi di un Vendée che è già nella storia. Sesto Lunven, settimo Ruyant, ottava Mettraux (prima donna e prima non francese), nono Goodchild, arrivano in circa diciotto ore, e complici i giochi delle maree risalgono il canale e rientrano nel porto dal quale erano usciti il 10 novembre scorso quasi insieme. C’è tanta roba in questi nomi, queste storie, queste barche. E non siamo ancora neanche a un terzo dell’intera flotta considerando chi è ancora in gara!
VIDEO RECAP L’ARRIVO DI PAUL MEILHAT
VIDEO: LA DIRETTA (DA VEDERE ANCHE IN REPLAY) DEGLI ARRIVI DEL GIORNO!
Nicolas Lunven, 6° – Venerdì alle 07:51 PM UTC, dopo 75 giorni, 07 ore e 49 minuti di regata, Nicolas Lunven ha tagliato il traguardo del Vendée Globe a Les Sables d’Olonne al sesto posto, nel mezzo di una tempesta invernale in aumento. Il completamento della sua circumnavigazione rappresenta una prestazione notevole per la prima partecipazione dello skipper bretone, soprattutto perché ha preso lin consegna la sua barca Holcim – PRB solo a settembre 2023, poco più di un anno prima della partenza.
Velista estremamente esperto e talentuoso, Nicolas era la scelta ovvia per portare avanti la campagna Holcim – PRB. Traguardi significativi della sua carriera includono già due vittorie alla Solitaire du Figaro (2009 e 2017), più tre partecipazioni a The Ocean Race. Ha anche quasi un decennio di esperienza nella classe IMOCA, tra cui il completamento con successo della Vendée Arctique del 2022, chiusa al 10° posto su una barca più vecchia che sfoggiava i colori di un precedente sponsor.

Nicolas ha immediatamente confermato di essere pronto a competere nelle grandi leghe. Sfruttando audaci opzioni strategiche, è stato il primo skipper in questa edizione del Vendée Globe a battere il record di distanza in solitaria di 24 ore su uno yacht di 60 piedi, coprendo 546,60 miglia. Sebbene questo record sia stato superato da Yoann Richomme e Sébastien Simon, evidenzia comunque la sua capacità di sfruttare tutta la velocità del suo IMOCA. Ha anche dimostrato calma e ingegnosità quando ha dovuto affrontare problemi tecnici, tra cui la riparazione di danni alla randa nell’Oceano Antartico.
La perdita dei sensori del vento in testa d’albero in un’area di forti temporali durante la risalita dell’Atlantico ha privato Nicolas di attrezzature essenziali per ottimizzare le prestazioni. Tuttavia, essere costretti a fare affidamento su un sistema improvvisato montato sul pulpito di poppa nella parte posteriore della barca non sembra aver intaccato la sua velocità e ha persino guadagnato un posto negli ultimi giorni, avendo fatto progressi particolarmente buoni in una depressione intensa prima delle Azzorre.

Thomas Ruyant, 7° – Sabato 25 gennaio, alle 04:49 AM UTC, dopo 75 giorni, 16 ore e 47 minuti in mare, Thomas Ruyant, skipper di Vulnerable 2, ha tagliato il traguardo del Vendée Globe in 7a posizione al suo terzo Vendée Globe. Ruyant nativo di Dunkerque è partito come uno dei favoriti del podio, la sua scuderia del team TR Racing ha schierato due barche chiamate Vulnerable, il suo progetto Koch-Finot Conq di ultima generazione e la barca Verdier condotta dal britannico Sam Goodchild.
Noto come il re delle Transat per il suo record nelle sprint autunnali dall’Europa ai Caraibi, Ruyant ha vinto le ultime due Transat Jacques Vabre e la Route du Rhum del 2022, ma contro la flotta più competitiva di sempre al Vendée, ha sofferto di alcuni problemi tecnici, non ultimo la perdita della sua vela di prua J2 in una burrasca nell’Atlantico meridionale che ne ha compromesso la rincorsa ai primi tre in fuga.
Per il 43enne Ruyant che è arrivato sesto all’ultimo Vendée Globe 2020-21 anche dopo aver perso il suo foil sinistro e che era stato costretto al ritiro in Nuova Zelanda nel 2016-17 per un grave cedimento strutturale, il 7° posto non è ciò a cui puntava, eppure non ha molto da rimproverarsi, ha fatto il massimo. È partito veloce e ha navigato bene tra le brezze leggere e volubili del Nord Atlantico prendendo un leggero vantaggio attraverso l’Equatore dopo aver fatto la scelta migliore nei Doldrums.
Nell’Oceano Antartico, tra tempeste, blackout elettrici e guasti tecnici, Ruyant ha dovuto davvero spingersi oltre i suoi limiti. Nell’Oceano Indiano, come altri, ha scelto di essere prudente piuttosto che entrare nella grande depressione che è stata il lasciapassare per il podio per il vincitore Charlie Dalin e il terzo classificato Seb Simon.
Durante la salita sull’Atlantico violenti temporali, tra cui uno a oltre 55 nodi, hanno messo alla prova la sua barca causando danni irreparabili al suo J2, una delle vele di prua più usate e determinanti, un fiocco allround. Combattendo fino alla fine è riuscito a tenere a bada Justine Mettraux durante la salita da nord delle Azzorre per ottenere un meritato e duramente conquistato settimo posto.

Justine Mettraux, 8° posto, prima skipper – La svizzera Justine Mettraux ha tagliato il traguardo sabato alle 13:38 (UTC) all’ottavo posto in 76 giorni, 1 ora, 36 minuti, 52 secondi. È la prima donna in classifica e la prima skipper internazionale (non francese) all’arrivo. Dimostrando la sua tenacia e freddezza sotto pressione, è riuscita a tenere a bada il veloce Sam Goodchild che la stava rimontando dopo che lei aveva strappato la randa proprio nella sua ultima notte in mare. Con la vela principali terzarolata al massimo è riuscita ad avanzare a pochi nodi di velocità, sufficienti a scivolare oltre la linea del traguardo soltanto 6 miglia prima dello skipper britannico. Quando una circumnavigazione riesce a essere un romanzo avvincente fino alle ultime pagine!
La vela oceanica puo’ consacrare una nuova gigante figura, con margini di crescita inesplorati. La gara di Mettraux è stata impressionante in ogni fase fino al traguardo. La 38enne di Ginevra ha sempre attaccato, andando avanti e prendendo posizione nella flotta dal Pacifico fino quasi a Capo Finisterre, e ha raggiunto l’apice al momento giusto in questo Vendée Globe.
La skipper di TeamWork – Team Snef ora è anche la velista solitaria monoscafo più veloce di sempre nel giro del mondo, battendo il record di Clarisse Crémer del 2020-21 (87 giorni, 2 ore) di 12 giorni. Tali riconoscimenti in genere non hanno molto valore per Justine, che preferisce semplicemente misurarsi con i migliori della classe, e di sicuro tenetela d’occhio, darà filo da torcere a tutti.
L’ottavo posto in una flotta più stellare di sempre è un risultato importante per una skipper che ha al suo attivo la maggior parte delle regate in equipaggio intorno al mondo, tra cui la vittoria dell’ultima The Ocean Race, ma che ha iniziato a navigare in solitario sull’Imoca solo due anni fa, quando i suoi sponsor di lunga data TeamWork hanno acquistato l’ex Charal da Jérémie Beyou, il cui team aiuta a gestire il programma.

Mettraux impressiona tutti i suoi co-skipper, i colleghi dell’equipaggio e i colleghi per la sua capacità di lavorare instancabilmente a un livello molto alto, quasi “metronomica” nella sua capacità di tenere il passo con tutti i compiti richiesti per far andare veloce la sua IMOCA. Forte, in forma con un cervello acuto e forti capacità di strategia meteo, Mettraux ha spesso preso le decisioni che hanno dato i loro frutti, mantenendo al contempo bassi i rischi.
Fedele al suo temperamento tranquillo, composto e combattivo, la velista svizzera ha resistito fino alla fine. Nella “top 10” durante la discesa dell’Atlantico, in lotta con Boris Herrmann, Clarisse Crémer, Samantha Davies e Benjamin Dutreux nell’Oceano Indiano, è riuscita a staccarsi dal velista tedesco e a recuperare quasi 1000 miglia per entrare nel gruppo che la precedeva nel Pacifico.

Sam Goodchild, 9° – Lo skipper britannico ha realizzato il sogno a lungo accarezzato, sul traguardo sabato alle 14:03 UTC. Ha tagliato il traguardo al largo di Les Sables d’Olonne dopo 36 ore finali di condizioni meteorologiche estreme e tempestose al largo di Capo Finisterre seguite da un frustrante periodo di calma sulla costa della Vandea. Il tempo trascorso per lo skipper trentacinquenne di Vulnerable 1 è di 76 giorni 2 ore e 1 minuto.
Il suo enorme sorriso mentre tagliava il traguardo ha illuminato un momento di trionfo. Il suo solido piazzamento tra i primi dieci in una flotta record di 40 partenti è un risultato eccellente. Ma il suo piazzamento avrà sia sfumature agrodolci: a cinque giorni dal traguardo infatti si trovava al in lotta per il quarto posto quando è esplosa la randa, sono seguite 48 intense ore di riparazioni che gli hanno permesso di continuare e finire il suo Vendée.
In tutto il suo percorso, Goodchild ha evidenziato una notevole maturità, costanza e un talento eccezionale. Oltre a mantenere alte velocità medie, tenendo il passo delle migliori barche di nuova generazione su un design del 2019 costruito in Italia da Persico (è l’ex LinkedOut di Ruyant), è stato bravo a prendersi cura della barca che non ha avuto grossi problemi. Si è anche affermato come un eccellente stratega meteorologico. L’opzione dopo la partenza, leggermente a est dei suoi soliti rivali principali, lo ha visto guidare il Vendée Globe nel giorno del suo 35° compleanno al largo della costa portoghese lungo l’Atlantico e passare terzo l’Equatore.
E durante la risalita nell’Atlantico meridionale, ha fatto di nuovo la sua scelta sul fronte freddo di Cabo Frio dove è salito al quarto posto, condividendo il comando del “gruppo” con il rivale francese Jérémie Beyou (Charal) per più di una settimana fino a quando la sua randa non ha ceduto spettacolarmente in due strambate con vento e mare per un guasto al pilota automatico.
Con 30 nodi e onde in coperta, Goodchild ha eseguito una riparazione sostanziale alla sua randa distrutta. Molti osservatori esperti in Francia, dove vive, stanno sottolineando la sua prestazione come una delle più eccezionali della gara e parlano di lui come di una prospettiva ancora più entusiasmante negli anni a venire e, di fatto, nella prossima Vendée Globe del 2028. E’ l’erede di Alex Thomson!
TRACKING: NON SI MOLLA NIENTE, CONTROLLA LE ROTTE E IL METEO

GIANCARLO PEDOTE, ULTIME DUEMILA MIGLIA – L’agognato aliseo si dimostra poco amichevole, salta molto e crea onde incrociate, il volo sui foil di Prysmian è convulso e la vita a bordo è al limite, come racconta qui sotto Giancarlo.
Nonostante tutto Giancarlo è il più veloce del suo gruppetto e ha recuperato fino al 16° posto, poi tornando 17°, ma è un testa a testa con Isabella Joschke, mentre al 15° posto anche Damien Seguin è vicinissimo. Alle sue spalle Ferré, Le Torquais, Roura e Le Cam… Sarà per loro un arrivo ravvicinato e forse in volata. Dopo gli alisei ci sarà una fase di calme intorno alle Azzorre, da passare facendo le scelte giuste e che potrebbero decidere molto, quindi la risalita finale verso Finisterre e Biscaglia, dove sarà facile dover lottare negli ultimi giorni e notti con una delle tante depressioni stagionali. Forza Giancarlo, ultime fatiche! L’arrivo del navigatore italiano è previsto tra il 2 e il 4 febbraio.

VIDEO: L’ULTIMA BURRASCA A FINISTERRE RIPRESA DA GOODCHILD (CHE IMMAGINI!)
VIDEO RECAP ARRIVO RUYANT
VIDEO RECAP ARRIVO LUNVEN