
CHARLIE SEMPRE VICINO AL PRIMATO DI ARMEL LE CLEAC’H, INTANTO DIETRO DI LUI… – In testa condizioni leggere. La flotta si agita, tra consolidamenti, raggruppamenti, distacchi elastici. Soprattutto guai per alcuni skipper tra il 18° e il 30° posto, nel mezzo di una depressione intensa. Chi è andato a Sud conta i danni. Giancarlo Pedote (Prysmian) in buona forma a Nord – TRACKING
Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance) ha guidato la flotta del Vendée Globe nell’Oceano Indiano, ed è il primo a entrare ufficialmente nell’Oceano Pacifico: ieri sera (UTC) ha salutato l’Indiano oltre la linea di longitudine sotto la Tasmania (la grande isola a sud dell’Australia, che si appresta a vivere tra pochi giorni alla Rolex Sydney to Hobart, con arrivo nella sua capitale) alle 23:45:25 UTC. Il suo tempo totale dalla partenza da Les Sables d’Olonne domenica 11 novembre alle 13:02 è di 32 giorni 11 ore 43 minuti e quindi è a poco meno di 11 ore dal record del 2016 stabilito da Armel Le Cléac’h sull’intera regata, che ancora regge.
IL PRIMO OGGI A META’ REGATA! – Dalin inoltre supererà questo venerdi 13 anche il punto teorico di metà della sua regata. Continua a strambare e cercare gli angoli migliori e ha un po’ meno vento dei suoi inseguitori. Seb Simon (Groupe Dubreuil) sempre secondo resiste pur senza il foil di destra, è a 180 miglia dal leader, mentre Yoann Richomme (PAPREC ARKÉA) continua a recuperare miglia su di lui, ed è terzo a 250 da Dalin.
VIDEO: YOANN RICHOMME
VIDEO THOMAS RUYANT
IL DIARIO DI BORDO DI SEBASTIEN SIMON – Simon stamattina ottimista: “Sta andando bene, la perdita del foil è sempre un peccato ma è così, la gara continua. Il mio ritiro di quattro anni fa era già in qualche modo legato ai foil, tranne che questa volta non ci sono danni collaterali, e in più le condizioni meteo mi permettono di sperare in qualcosa di bello fino a metà Pacifico, quindi resto fiducioso! In ogni caso ci sono già state grandi storie in passato di regate concluse con un singolo foil, questa edizione è di un livello così alto che sarà difficile fare la stessa cosa di Alex Thomson, ma c’è sicuramente qualcosa di bello da raggiungere, quindi rimango concentrato! Il mio obiettivo era finire il Vendée Globe, lo tengo comunque a mente! Forse questo danno al foil mi permetterà di prendermi cura dell’albero e finire la gara, chissà.
“È certo che la barca ora è asimmetrica, ho regolato la mia polare per le diverse rotte, quindi sulle mure a sinistra mi manca circa il 30% delle potenzialità della barca. Non ho l’impressione che cambi fondamentalmente le traiettorie, mi rallenta solo un po’ sulle mure a sinistra, non si nota molto quando lo stato del mare è davvero orribile, si noterà di più quando il mare è più lungo e il foil ti permette di catturare onde che io non potrò catturare! Spero che il Pacifico sia prevalentemente con mure a dritta!
“Gli ultimi giorni di regata sono stati ultra intensi, vedo che Yoann spinge forte dietro per raggiungermi a tutti i costi, io ho mantenuto il mio ritmo, lo guardo, faccio la mia rotta, la mia gara, questo mi ha permesso di fare il mio piccolo spostamento verso est e che penso sarà utile nelle prossime 24 ore.
Presto il Pacifico, pensavo iniziasse a Capo Leeuwin, ci son rimasto un po’ male quando ho capito che era ancora Oceano Indiano! Ne ho visto abbastanza di Indiano! Mi sembra di vedere la luce ora davanti alla mia prua, forse il Pacifico si sta avvicinando! Per me è quasi a metà percorso, è passato davvero in fretta e allo stesso tempo questo Vendée Globe mantiene tutte le promesse ed è incredibilmente intenso, c’è sempre qualcosa da fare, non posso prendermi molto tempo per me stesso.
VIDEO: SEB SIMON
“Questo pomeriggio mi sono addormentato senza sveglia, non lo so, o forse non l’ho sentita, o forse l’ho spenta. Ma è sicuro che sono un po’ stanco, in ogni caso il mio morale è buono, è per questo che sono venuto qui, quindi sono felice! Non vedo l’ora di scoprire il Pacifico, le nostre rotte mi fanno sognare perché sembra che potremmo doppiare Capo Horn verso il 26 dicembre se tutto va bene, persino in anticipo rispetto ai tempo di Armel, e sarebbe un bel regalo di Natale fare il Pacifico in soli 12 giorni, abbastanza incredibile attraversare il Pacifico veloci come un Atlantico! Non vedo l’ora di scoprire tutto questo, anche se vorrei avere un po’ di sole e anche un po’ di meteo tranquilla, beh non troppo eh?! Giusto per poter uscire un po’ dalla cabina, prendere un po’ d’aria, perché siamo stati chiusi dentro per qualche giorno e sarebbe bello prendere un po’ d’aria fresca!”
SAMANTA DAVIES A CAPO LEEUWIN – Sam Davies (Initiatives Coeur) ha appena superato Capo Leeuwin, “Ora sta andando meglio perché ho il mio sistema di gestione della batteria sotto controllo, per fortuna non ho avuto altri blackout. Sto ancora monitorando la configurazione, non è perfetta, ho ancora del lavoro da fare per essere sicura di poter continuare a caricare le batterie senza correre troppi rischi. In questo momento è davvero bello navigare, al lasco, il sole era quasi uscito ma poi è tornata la nebbia. Ho appena superato Capo Leeuwin e ho avuto un piccolo tratto di calma, il che è stato positivo perché ho potuto fare del lavoro sulla prua. Ora è tornata la brezza e dovremmo avere un po’ di lasco veloce nelle prossime 24 ore, ma niente di troppo duro. Per essere onesti, non ho seguito gli altri concorrenti perché ho avuto i miei problemi da risolvere. Mi sto concentrando di più sulla mia rotta, su dove sto andando, senza guardare troppo al resto della flotta. Ovviamente guardo le tre barche con cui sono, Boris, Juju e Clarisse, è stato frustrante con questi problemi aver perso qualche miglio rispetto a Boris e Justine, ma il mio obiettivo è restare con il gruppo. È tutto ciò a cui sto guardando in questo momento. La gara è ancora molto lunga e non c’è molto che io possa fare, sto navigando al meglio con quello che ho.
“L’Oceano Indiano è stato fedele al suo nome, penso che il nostro gruppo sia effettivamente sfuggito al peggio dalle depressioni più grandi e aggressive. L’enorme minimo che avevano i leader lo avevamo appena prima di loro ed era un po’ più nella fase iniziale e non così grande e sviluppato ma era piuttosto nodoso perché eravamo nella corrente di Agulhas, è stato un ottimo ingresso nell’Indiano con uno stato del mare atroce e il fronte che passava. Un vero promemoria di come può essere l’Oceano Antartico. Penso che l’Indiano sia sempre duro a causa dello stato del mare, le correnti, le depressioni aggressive, poi dipende tutto da dove ti agganci e dalla velocità a cui vai. Con i foiler avremo una o forse due depressioni, ma poiché andiamo un po’ più veloci restiamo con loro più a lungo quindi veniamo colpiti da meno depressioni rispetto alle barche nella parte posteriore della flotta. Sono loro che soffrono davvero. E sembra che sia lo stesso ogni volta che vado nell’Oceano Indiano: la parte posteriore della flotta viene inchiodata peggio e questo sembra molto ingiusto. L’Indian è stato ok per me ma di sicuro sarò contenta di cambiare oceano in Tasmania e passare nel Pacifico”.
VIDEO: SAMANTHA DAVIES
IL “TERZO GRUPPO”, GIANCARLO PEDOTE, LE TEMPESTE, LA SITUAZIONE – E’ una regata nella regata, e sarà anche il tema della puntata di SOLO! #10, in arrivo su Saily TV. Gli skipper della seconda metà della flotta di 38 barche stanno lottando con condizioni difficili generate da un duro sistema di bassa pressione oltre alle correnti. Si tratta dei navigatori dal 18° al 30° posto della classifica, tutti abbastanza vicini (tra il diciottesimo e il trentesimo ci sono in tutto solo 350 miglia circa, quando davanti tra il primo e il decimo il gap supera le 1200 miglia), e davanti hanno Damien Seguin (Groupe Apicil, 17°) a circa 700 miglia, poi un terzetto con Attanasio (16°), Pip Hare (15°) e Dutreux (14°) a 900, e poco più avanti le tre bravissime navigatrici: Clarissa Cremer 13°, Samanta 12° e Justine Mettraux 11°. Infine la top ten conclamata del primo mese del Vendée. Cosa sta succedendo e cosa puo’ succedere al gruppone 18/30, nel quale c’è il nostro Giancarlo Pedote (Prysmian, 23°)?
LA NUOVA PUNTATA IN ARRIVO SU SAILY TV E YOUTUBE!

DANNI A SUD – La differenza la sta facendo la latitudine. I tre velisti che si sono avventurati più a sud, tutti esordienti del Vendée, hanno subito vari danni alle vele o ad esse correlate. Guirec Soudée (Freelance, 28°) ha subito danni al suo fiocco J2 nelle condizioni estreme e sta pensando di ripararlo fermandosi in una baia alle isole Kerguelen, Tanguy Le Turquais (Lazare, 21°) ha anche lui danni alle vele e Antoine Cornic (HUMAN Immobilier) ha numerose avarie che necessitano interventi.
Al contrario, la linea di skipper che è rimasta a nord (tra i quali Pedote) è stata in grado di procedere più direttamente verso est, guidata al 18° da Jean Le Cam (Tout commence en Finistère Armor-lux) che è anche primo dei non-foiler, e al 19° da Isabelle Joschke (MACSF). Sono sul bordo della tempesta, evitando il peggio, ma non possono certo rilassarsi. “Le previsioni sono abbastanza precise nell’Oceano Australe in termini di posizione e tempistica delle minime depressionarie, ma i venti sono spesso sottovalutati in termini di forza”, sottolinea Basile Rochut, consulente meteorologico del Vendée Globe.
Il gruppo del nord ha reagito meglio, scegliendo la strategia migliore: lo svizzero Alan Roura (Hublot, 20°), Benjamin Ferré (Monnoyeur – DUO for a JOB, 22°), l’italiano Giancarlo Pedote (Prysmian 23°), Violette Dorange (Devenir, 25), Sébastien Marsset (Foussier, 26°), Conrad Colman (MS Amilin, 27°), Arnaud Boissière (La Mie Câline, 29) e Éric Bellion (Stand As One, 30).
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La più giovane del Vendée Globe, la 23enne Violette Dorange (Devenir, 26a), parlando durante la vacation radio ha spiegato: “Sono proprio al passaggio del fronte, le onde stanno iniziando a formarsi, il vento sta per rinforzare… È un po’ come prepararsi alla guerra! Il mio posizionamento a Nord è per prendere le massime precauzioni e avere una via di fuga. In queste condizioni, dobbiamo monitorare costantemente la barca.mÈ molto fisico, ho dolori e fastidi da due settimane, da un lato è spaventoso e dall’altro è esaltante!”
VIOLETTE: 400MILA FOLLOWERS! – La giovane star francese che ha raccolto quasi 400.000 follower su Instagram ha continuato: “La barca è finita con l’albero in acqua in un’onda, fortunatamente non si è rotto nulla. C’era un po’ d’acqua nel pozzetto della chiglia che ha bagnato gli impianti elettrici. Mi sono preso il tempo di asciugare tutto”.
Davanti a lei lo skipper svizzero Roura (Hublot, 19°) dice di essere stato in “modalità sopravvivenza” di fronte a questa depressione che “selvaggia“. “La vita a bordo è ancora complicata, la barca va in tutte le direzioni e non posso uscire dalla cabina di pilotaggio senza maschera e boccaglio. È la routine qui, davvero!” spiega Roura.
GIANCARLO PEDOTE E IL “FESTIVAL DELLE DEPRESSIONI” – Il navigatore italiano è di buon umore e non sembra più introverso come qualche giorno fa. Si sta adattando alla situazione e al momento che offre la regata, in attesa di sviluppi. Interessanti come sempre i suoi commenti da bordo.
NUOVA MODIFICA AL LIMITE DEI GHIACCI (ZONA DI ESCLUSIONE) – La direzione della gara ha deciso di modificare leggermente la zona di esclusione antartica che consente agli skipper di non avvicinarsi troppo agli iceberg. In collaborazione con CLS (Collecte Localisation Satellites) che mobilita satelliti ed esperti per mappare gli iceberg, la ZEA è stata quindi leggermente abbassata alla longitudine di Campbell Island, a più di 1300 km a sud della Nuova Zelanda. “Grazie ai rilievi CLS, non sono stati rilevati iceberg nella zona, il che ci consente di modificare l’AEZ”, spiega Hubert Lemonnier, direttore di gara. Ciò aiuterà la strategia per gli skipper“. Dall’inizio, questa è la quarta modifica della zona di esclusione antartica.

VIDEO: LA VISIO COJN IL LEADER CHARLIE DALIN ALL’INGRESSO IN PACIFICO (ENGLISH)
