LA PARTENZA FALSA DEI DUE MAXI TRIMARANI: TROPPO FRAGILI? – Due false partenze “gemelle” per i tentativi sul record del giro del mondo a vela in equipaggio. Sodebo 3 (Thomas Coville) ha rotto il timone centrale ed è tornato a Lorient per riparare. SVR Lazartigue (Francois Gabart) deve riparare il foil di dritta e il timone. Velisti fermi, adesso giocano i tecnici e i meccanici…

Partiti un po’ in sordina (anche perchè oscurati dalla contemporaneità del Vendée Globe con i suoi fuochi d’artificio) per l’assalto al record del Trofeo Jules Verne sul giro del mondo a vela in equipaggio completo, due super-mega-trimarani foiling sono protagonisti di due storie identiche: pronti-via-stop-rientro. Due dream team capeggiati da mostri sacri dello yachting oceanico: Sodebo 3 di Thomas Coville e SVR Lazartigue di Francois Gabart, hanno fatto mestamente rientro in Bretagna per leccarsi le ferite e prepararsi a ripartire.

L’obiettivo resta ambizioso, il primato sul tempo della circumnavigazione del pianeta: a oggi il record che resiste dal 2017 (!) è di IDEC Sport con Francis Joyon, in 40 giorni (la metà degli 80 giorni del giro del mondo nel famoso romanzo di Jules Verne, che da il nome al trofeo) 23 ore 30 minuti e 30 secondi. Dal 1993 l’idea del record ha affascinato tanti, portando a innumerevoli tentativi, spesso non terminati causa avarie di ogni tipo, e 9 ufficializzazioni di miglior tempo, dai 79 giorni di Bruno Peyron con il catamarano Commodore Explorer (1993), ai 74 di Peter Blake e Robin Knox-Johnston con Enza NZL (1994). Lo stesso Bruno Peyron supera se stesso due volte nel 2002 con il catamarano Orange in 64 giorni, e nel 2005 stessa barca 50 giorni! Franck Cammas primo a scendere sotto i 50 giorni (48) nel 2010 con il trimarano Groupama 3, quindi Loick Peyron con Banque Populaire V nel 2012 in 45 giorni e infine il record attuale del mitico Joyon (l’ha conquistato a 67 anni): 40 giorni e 23 ore.

I trimarani moderni foiling finora hanno provato senza completare il giro. E in questo dicembre 2024, due grandi squadre, skipper e barche si sono presentati al via insieme, probabilmente un dualismo voluto, come fare una regata, aiuta ad avere un confronto e magari un supporto in caso di necessità. Le due partenze però come detto si sono infrante poche ore dopo il via al cronometro per avarie significative. E ora il conto alla rovescia riguarda sia le riparazioni (in corso) che il verificarsi di condizioni meteo ideali per il tentativo di record: una spinta robusta verso l’Equatore e poi si vedrà. Aspettiamo la ripartenza dei giganti fragili.

SODEBO 3 A LORIENT – Una settimana dopo aver interrotto il tentativo di conquistare il Trofeo Jules Verne dopo poco meno di quattro giorni in mare a causa della rottura del timone centrale, l’equipaggio del Sodebo Ultim 3 è tornato alla base di Lorient martedì mattina. I sette velisti si sono consegnati al team tecnico, pronto a rimettere in funzione il trimarano nel più breve tempo possibile e consentire così una nuova partenza non appena si presenterà una nuova finestra meteorologica.

Thomas Coville, Frédéric Denis, Pierre Leboucher, Léonard Legrand, Guillaume Pirouelle, Benjamin Schwartz e Nicolas Troussel hanno dovuto porre fine al loro tentativo di conquistare il Trofeo Jules Verne nel pomeriggio di martedì 3 dicembre – si erano lanciati venerdì 30 novembre alle 21:03 – dopo aver constatato la rottura del timone centrale.

“Il tempo era bello, le condizioni cominciavano a essere più piacevoli, odorava come se gli alisei arrivassero fino alla depressione e poi all’Equatore quando abbiamo sentito un rumore. Non molto violento, la barca non si è fermata veramente, ma abbiamo subito capito che non potevamo proseguire. Ovviamente è stata una grande delusione perché questo tentativo era iniziato bene, non era facile prendere questa finestra e completare correttamente la sequenza per arrivare in tempo all’Equatore. Avevamo fatto la parte più difficile, sfortunatamente è stato allora che abbiamo avuto il nostro problema”, ha commentato Nicolas Troussel sul pontone di Lorient.

Thomas Coville ha voluto ricordare gli aspetti positivi di questi dodici giorni trascorsi in mare: “Siamo entrati davvero in questa configurazione da Jules Verne Trophy, la barca andava forte, stavamo tutti bene insieme. È stata una finestra complessa e piuttosto atipica, tuttavia ci siamo divertiti molto, la nostra traiettoria era bellissima, ci siamo sentiti in sintonia con la cella di routing. Quando devi fermarti è inevitabilmente un colpo duro, tecnicamente e mentalmente, ma la voglia di tornare presto per darsi un’altra possibilità ha preso il sopravvento”.

SVR LAZARTIGUE A CONCARNEAU – Costretto a interrompere il suo tentativo di aggiudicarsi il Trofeo Jules Verne in seguito ai danni subiti nella notte tra lunedì e martedì, il trimarano SVR-Lazartigue è rientrato a Concarneau venerdì pomeriggio accolto dalle squadre di terra pienamente mobilitate. C’è tempo per eseguire dei lavori sul foil di destra e sul timone di destra danneggiati e l’equipaggio guidato da François Gabart potrebbe beneficiare di una nuova finestra di partenza a partire dalla metà della prossima settimana.

Per François Gabart, skipper del Trimarano SVR-Lazartigue, questo trofeo Jules Verne è l’avventura di un’intera squadra. I cinque uomini e la donna dell’equipaggio ovviamente ma anche tutti quelli a terra, a MerConcept, quasi una holding di vela oceanica (ha in gara anche skipper al Vendée). Gli ultimi giorni e i prossimi giorni ne metteranno alla prova l’efficienza.

Partito sabato 30 novembre poco prima delle 8 del mattino, il trimarano SVR-Lazartigue è stato vittima martedì 3 dicembre all’1: 10:00 (UT), di una collisione con un OANI (“oggetto o animale non identificato”, adesso li chiamano così…), a 500 miglia dall’arcipelago delle Azzorre e a 600 miglia da Capo Verde, dopo aver danneggiato il foil di dritta e il timone di dritta. Dopo aver esaminato i danni, l’equipaggio si è rassegnato a tornare al porto di origine, Concarneau.

L’intero team tecnico del Trimarano SVR-Lazartigue si è mobilitato per limitare i tempi di riparazione e consentire così la possibilità di partire alla prossima finestra meteorologica favorevole. “Non è del tutto finita, c’è ancora speranza”, ha commentato lo skipper François Gabart. “Siamo ancora all’inizio dell’inverno, all’inizio dello stand-by. Abbiamo un secondo foil e ci sono ancora tante cose da fare.”

E FRANCIS JOYON, IL DETENTORE, COMMENTA COSI’: IN UN JULES VERNE SPESSO SERVONO PIU’ PARTENZE… – Prima di stabilire il record, anche il trimarano IDEC Sport, timonato da Francis Joyon, ha dovuto tornare indietro. Partita per la prima volta nel novembre 2016, ha dovuto affrontare condizioni meteorologiche sfavorevoli con brutte depressioni nell’Atlantico meridionale, finendo con la deriva (non c’erano foil veri e propri, ma una deriva curva, ndr) danneggiata a seguito di un impatto. Rientrata e completate le riparazioni, la barca è partita il 16 dicembre 2016, questa volta completando il giro e tagliando il 26 gennaio 2017, col tempo record di 40 giorni, 23 ore, 30 minuti e 30 secondi. “Non erano molto lontani dalla partenza, quindi il ritorno di SVR-Lazartigue non è molto penalizzante”, ha detto Francis Joyon, il detentore del record. “Penso a loro molto. Faccio anche un parallelo con la nostra situazione. Abbiamo colpito un tronco che ci ha costretto a tornare indietro. Abbiamo aspettato dieci giorni prima di riuscire ad accaparrarci una buona finestra e questa nuova finestra ci ha portato al record. Spero che la squadra di François riesca a ripararlo rapidamente e a ripartire. In un Jules Verne sono spesso necessarie diverse partenze. Aumenta le possibilità di successo. Auguro loro di farcela. Forse questo mi darebbe le ali per ricominciare un nuovo progetto. Ma soprattutto per simpatia verso François, glielo auguro. Ne sarei molto felice.”

IL SITO DEL TROFEO JULES VERNE (CON IL TRACKING QUANDO RIPARTIRANNO)

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