PER I QUATTRO DI TESTA (DALIN TORNATO PRIMO) LA PRIMA FORTE DEPRESSIONE DELL’OCEANO INDIANO – Giorni da scossoni alla classifica. I primi quattro (e poi gli inseguitori) dovranno passare una brutta tempesta: da nord o da sud? Ecco come scelgono: in ballo tantissime miglia… Anche Giancarlo Pedote (Prysmian) ha una chance: “Recuperare ora, o sarà tardi” – TRACKING

Nove skipper sono nell’Oceano Indiano. Davanti a loro c’è la prima grande tempesta del grande sud in quella che promette di essere una settimana impegnativa per il decimo Vendée Globe. C’è una forte sensazione di attesa a partire dal gruppo di testa del Vendée che si trova in una fase di transizione nel primo lunedì di dicembre: tutti provano a immaginare come li accoglierà il primo grande sistema depressionario dell’Oceano Australe. Charlie Dalin (MACIF Santé Prevoyance) ha ripreso il comando e lo ha esteso intorno a 30 miglia nautiche davanti a Yoann Richomme (PAPREC ARKÉA) e Sebastien Simon (Groupe Dubreuil) quasi appaiati, mentre Thomas Ruyant (Vulnerable 2) è quarto molto più a Nord e con una rotta in ulteriore risalita, segnali di scelte tattiche diverse. Anche Jeremie Beyou (Charal) e Nicolas Lunven (Holcim PRB), quinto e sesto, navigano restando notevolmente più a Nord con l’intenzione di restarci. Più indietro, staccati già di oltre 500 miglia, il settimo è il bravissimo Sam Goodchild (Vulnerable 1), seguito da Yannik Bestaven (Maitre Coq 5) il vincitore dell’ultimo Vendée. Al nono, l’ultimo del gruppone di comando ormai sfaldato, Paul Meilhat (Biotherm), anche lui rotta più settentrionale.

VIDEO: JEREMIE BEYOU SU CHARAL

La situazione sta iniziando a cambiare. I velisti solitari del Vendée Globe non hanno più solo il piede sull’acceleratore e gli occhi incollati allo specchietto retrovisore per controllare i loro rivali. Devono anche monitorare l’arrivo di una serie di depressioni, la prima arriverà a metà di questa settimana e ci si aspetta che possano cavalcarla per un massimo di sette giorni. Anche lo scenario e la fauna selvatica stanno cambiando, con diversi skipper che ora riferiscono di aver visto il loro primo albatro, il famoso uccello dei mari del sud.

I leader, vicino alle isole Marion e Prince Edward, si trovano di fronte a un dilemma immediato: devono ancora decidere il modo più giusto per superare il primo sistema di bassa pressione che si sta avvicinando alle loro spalle. È un compito difficile a causa della mancanza di accordo tra i modelli meteorologici e l’instabilità ha quindi rimandato la decisione fino all’ultimo momento possibile. Eppure la posta in gioco non potrebbe essere più alta, come spiega Sam Goodchild (Vulnerable 1): “La decisione su questo minimo depressionario deve essere presa oggi: andare a sud è la via più breve ma esposta a venti molto forti. Andare a nord è un lungo giro, da fare solo se davvero necessario. È la prima grande decisione tra prestazioni e sicurezza che abbiamo dovuto prendere. Penso alla sicurezza, ma non voglio regalare 1.000 miglia senza motivo”.

LA STORIA, RAGAZZI – Dalin conosce il sud dal suo ultimo Vendée Globe, mentre per Simon e Richomme si tratta di entrare in un territorio nuovo, verso Isole Crozet. Simon esattamente quattro anni fa qui venne colpito da un oggetto danneggiando il suo foil di dritta che ha dovuto tagliare prima di ritirarsi a Città del Capo. Allora aveva già mostrato un potenziale considerevole ed era al quarto posto ma a oltre 400 miglia dal leader. Ha visibilmente alzato il suo livello in questa edizione se oggi è a circa 20 miglia da Dalin.

Lo riconosce lo stesso Richomme, che oggi ha usato queste parole: “Il livello è abbastanza simile alle regate che abbiamo fatto per arrivare qui. Ma abbiamo Seb Simon che ha davvero alzato parecchio il suo livello di recente, il suo è il progresso più grande e visibile, mentre gli altri sono più o meno i soliti noti, con l’unico assente, per ora, che è Boris (Hermann, ndr), altrimenti per il resto il livello è quello che mi aspettavo.”

VIDEO: BORIS HERMANN A BORDO DI MALIZIA SEA EXPLORER

LA TRANSIZIONE VERSO LA DEPRESSIONE – Ancora Yoann ha spiegato freddamente come vede la transizione fino alle condizioni dure previste mercoledì, “Lunedì avremo la transizione a un’altra piccola depressione prima di raggiungere quella grande, nutro una piccola speranza di guadagnare terreno a est prima dell’arrivo di quella grande. In ogni caso, abbiamo condizioni moderate, una vera transizione tra le due depressioni, non dovremmo rallentare troppo, perché non vogliamo rallentare per finire nel posto sbagliato rispetto all’altra depressione, c’è ancora una sfida per risalire verso il Nord Est e le isole di Saint-Paul e Amsterdam al centro dell’Indiano, questo è l’obiettivo.

“Poi c’è questa grande tempesta che sta arrivando, con la piccola zona di transizione prima di essa, sarà interessante vedere cosa accadrà davvero, e come tutti affrontiamo la tempesta, non necessariamente nello stesso posto. Ci sono diversi problemi e vedo anche che ci sono piccole differenze nel percorso con Macif Santé Prévoyance e Groupe Dubreuil, non è molto ma non so davvero dove vogliono andare. Non è semplice e non sappiamo davvero dove metterci rispetto a questa depressione, quindi ci sono rischi che si sviluppi una bella differenza.”

Le prossime 48+48 ore potrebbero quindi diventare un altro dei momenti chiave del Vendée 24-25. Ma sono tanti i temi tecnici che analizziamo qui sotto al tracking.

IL TRACKING: VIVI DA QUI IL GRANDE SUD!

VIDEO GIANCARLO PEDOTE DA BORDO DI PRYSMIAN

GIANCARLO, GIORNI CRUCIALI: ECCO PERCHE’ “Sono in uno di quei momenti cruciali in cui la strategia e l’adattamento alle condizioni diventano fondamentali. Al momento, ci troviamo con una bassa pressione alle spalle, un vantaggio che sto cercando di sfruttare al massimo. Questo tipo di configurazione meteorologica permette di sviluppare velocità elevate, specialmente per le barche foil come la mia.

“La mia scelta di portarmi più a sud è stata dettata proprio dalla necessità di trovare un vento più stabile e intenso. Questo potrebbe compensare il fatto che i foil funzionano meglio con un angolo più aperto rispetto a barche senza foil, come quelle dotate di daggerboard che stanno scegliendo una posizione più a nord. L’obiettivo è massimizzare le prestazioni nel breve periodo e, al tempo stesso, posizionarmi strategicamente per il prossimo sistema meteorologico.

Partendo da questa analisi della situazione, Giancarlo, attualmente oscillante tra il 20° e il 22° posto, spera di avere finalmente uno scenario meteo stabile per pensare solo alla velocità e non alle tattiche. L’obiettivo, ormai da qualche giorno, è chiaro, ed è la chiave di volta del suo intero Vendée, a una settimana dal primo mese di regata: uscire dalla flotta dei non foil e agganciare – oltre a Isabelle Joschke (MACSF), 19° ancora 60 miglia davanti – il gruppo che lo precede di buone 300 miglia, con i vari Damien Seguin (Groupe Apicil) 18°, Luis Burton (Bureau Vallée) 17°, Pip Hare (Medallia) 16°, Romain Attanasio (Fortinet Best Western) 15°, e Benjamin Dutreux (Guyot Environment Water Family), 14°.

Lo spiega bene lui stesso: “Il gruppo di barche davanti a me rappresenta un punto chiave nella mia regata. Restare nello stesso sistema meteorologico di quei concorrenti è fondamentale per mantenere aperte le opportunità di recupero. Se le condizioni cambiano drasticamente e ci troviamo in sistemi diversi, il distacco potrebbe diventare difficile da colmare.”

PIU’ DELLA FORZA DEL VENTO E’ IMPORTANTE LO STATO DEL MARE – Torniamo al gruppo di testa e alla difficile scelta se passare a nord o a sud del sistema di bassa pressione che incontrerà a metà settimana. Di solito è una scelta facile: andare a nord per sfuggire al peggio del meteo, dove lo stato del mare è più facile e i venti più favorevoli. Tuttavia, in questo caso comporterebbe una lunga deviazione, quindi la scelta è meno facile.

IL DATO-CHIAVE? IL PERIODO DELL’ONDA – “Essere spinti contro la zona dei ghiacci non sarebbe divertente“, è il commento di Charlie Dalin. “Ma ciò che conta di più della forza del vento è lo stato del mare. Se non è così mosso, un vento anche molto molto forte e un mare piatto non sono così pericolosi. Sto aspettando i file meteo più aggiornati per prendere questa decisione. Ciò che conta è se ci sono onde che frangono, o meno. Perciò il dato da verificare a fondo è il periodo dell’onda, più importante rispetto all’altezza”.

TRE DONNE NEI PRIMI 13 POSTI – Che brave queste tre navigatrici: Samanta Davies (Initiatives Coeur) è al 10° posto, passerà l’Equatore oggi ed è tra le più veloci della flotta dopo essersi tuffata verso sud per individuare la depressione successiva il prima possibile. Circa 150 miglia dietro Davies, ecco Boris Herrmann (Malizia Sea Explorer) 11°, e altre due splendide veliste: Justine Mettraux (Teamwork Team SNEF) e Clarisse Crémer (l’Occitane en Provence) tutti piuttosto vicini e veloci.

Samanta Davies: “Ieri sera ha fatto più freddo, ma ora sto andando a nord-est in acque più calde e nella corrente di Agulhas. Sarò davvero felice una volta superati tutti questi mulinelli nelle fredde acque dell’Oceano Indiano. Non vedo l’ora di portare la mia barca a fare il giro dell’Antartide, perché è una barca molto divertente da navigare. La prossima settimana affronteremo questo grande sistema di bassa pressione, è stressante cercare di trovare quell’equilibrio tra navigare velocemente e navigare con cautela, senza rompere la barca o le vele. Sperimenteremo tutti nei prossimi giorni, cercando di trovare il miglior equilibrio per le nostre barche”.

VIDEO: I PRIMI ALBATROS

UNO SGUARDO VERSO LA FINE DELLA FLOTTA – Denis van Weynbergh (D’Ieteren Group), 57 anni, è il primo belga al Vendée Globe e nei prossimi giorni sarà stato in mare da solo per più tempo di quanto non abbia fatto prima, eppure conserva la sua stessa gioia di vivere e il suo acuto senso dell’umorismo nel contemplare le prossime settimane nel Grande Sud. La sua è una delle tante storia da raccontare del VG, e lo faremo anche in prossimi episodi della webserie SOLO! su Saily TV. Le sue parole di questa mattina sono da sentire: “Tutto sta andando bene, siamo in mare da tre settimane e credo sia la prima volta che sono in mare per così tanto tempo. Una volta ho fatto 24 giorni nella Mini Transat, stiamo per superarli! Mi sento bene, sono contento che le prime tre settimane siano passate, stiamo facendo progressi, la barca sta andando bene, così come me. Ho fatto un paio di piccole cose prima di entrare nell’Oceano Antartico, è tutto in ordine, abbiamo un po’ più di vento ma è ancora abbastanza ragionevole, questo pomeriggio avevo 26 nodi, mare calmo, la barca scivolava bene, era piacevole! Certo dobbiamo stare attenti, da queste parti è grigio, piove un po’, ho rimesso i miei pile, fa un po’ più freddo. Per il momento, non ho trovato grandi difficoltà in queste prime settimane, abbiamo sempre avuto condizioni moderate, mai molto vento, nessuna grande depressione da superare, tanto sole, andature ideali e meteo abbastanza stabile, a parte le calme equatoriali, ma come per tutti, e ripeto, le mie calme equatoriali non sono state neanche troppo complicate, quindi è tutto super piacevole, finora!”

MARI SPAVENTOSI, DA ATTRAVERSARE CON UMILTA’ – Fabrice Amedeo: “Questi mari del sud sono un po’ spaventosi e allo stesso tempo molto attraenti. Sono territori selvaggi. Li attraversiamo con umiltà, in punta di piedi, scusandoci di essere lì, in mezzo a tutta questa natura selvaggia”.

IN SETTIMANA IL NUOVO EPISODIO DA NON PERDERE!

VIDEO: CARTOLINE DAL SUD

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