GIA’ SEI BARCHE OLTRE 560MG/24H – “E NON FINISCE QUI” – Continua la favola per i fuggitivi del Vendée: avevamo detto che Seb Simon (Groupe Dubreuil) stava andando forte, ed ecco lo storico record che abbatte quota 600 miglia in solitario nelle 24 ore e avvicina quello assoluto (640,48 di Holcim PRB durante The Ocean Race) – FOTO PEDOTE, INCONTRO RAVVICINATO! – TRACKING

Le velocità senza precedenti dei monoscafi portati in solitario continuano a essere mantenute dalle prime cinque imbarcazioni del Vendée Globe mentre si dirigono verso la longitudine del Capo di Buona Speranza. Sébastien Simon (Groupe Dubreuil), skipper nativo di Les Sables d’Olonne ha fatto vedere da alcuni giorni velocità più degne del suo sponsor aereonautico che di uno yacht da regata a vela in solitario intorno al mondo. Seb oggi ha spinto il record di 24 ore in solitario sempre più in alto in sequenze successive, raggiungendo alla fine il primato di sempre: 615,33 miglia nautiche nelle 24 ore fino alle 13:30 UTC di oggi.

Dopo una notte frenetica, Simon, a bordo della barca progettata da Verdier che ha vinto The Ocean Race con il nome 11th Hour Racing, aveva alzato l’asticella a 596,23 miglia fino alle 08:30 di questa mattina e poi, nelle condizioni perfette, ha continuato ad alzare la posta in gioco. E ci sono tutte le possibilità che il record possa continuare a salire con questa bassa pressione che si sta rivelando un regalo infinito per il gruppo di testa d’élite, perchè l’area ciclonica si sposta alla stessa velocità delle barche foiling le quali riescono a mantenersi sulla sua cresta beneficiando di condizioni da fantascienza, vento e mare piatto. Sei barche hanno ormai percorso più di 560 nm nelle ultime 24 ore: Macif Santé Prévoyance, HOLCIM -PRB, Vulnerable 2 e anche Charal, quest’ultima seconda più veloce con un picco oltre le 600 miglia.

VIDEO: SIMON RACCONTA IL RECORD!

SIAMO DECOLLATI – Ora è quasi certo che i leader riusciranno a percorrere tutto il tragitto dal loro punto di ingresso alla bassa pressione, appena a nord di Rio, fino al Capo di Buona Speranza con una singola, velocissima strambata. Qualcosa di unico nella storia del Vendée Globe.

Simon ha riferito questa mattina (al primo record di 596mg), “La barca sta andando molto bene, c’è solo un metro di mare, un vento ragionevole tra 24 e 26 nodi di vento. Ho due mani di terzaroli nella randa, sotto FRO (un code zero intermedio, vedi grafica sotto), in una configurazione relativamente sicura per la barca. È una distanza incredibile, non avrei mai immaginato di farla. Secondo me non è finita perché lo scenario sta migliorando per noi. E dato che rimango nel gruppo di testa, sono su questa depressione per tutto il tragitto fino a Bonne Espérance invece di abbandonarla questa sera, continuerò a navigare a questa velocità per quasi un altro giorno intero, c’è la possibilità che il record venga battuto di nuovo, spero da me.” Previsione azzeccata!

NOTA – La grafica e le dimensioni in metri quadrati si riferiscono all’inventario vele dei VOR 65 della Volvo Ocean Race di qualche anno fa

BARCA O NAVE SPAZIALE? OLTRE I 23 NODI GLI ALLARMI SCATTANO “Quando hai la barca impostata in questo modo, lei spacca, ama queste condizioni, potenza massima, momento di raddrizzamento massimo, è una nave spaziale”, ha osservato Jack Bouttell che era nel team vincente dell’11th Hour Racing, “È semplicemente incredibile pensare che il vecchio record con equipaggio completo fosse di 618 miglia su un 100 piedi e Seb lo sta facendo da solo. È fantastico vedere la “vecchia ragazza” messa alla prova e andare così bene dopo tutto il sangue, il sudore e le lacrime che abbiamo messo in quella barca. Ma quando queste barche superano i 22-23 nodi sembra che il mondo stia per finire da un momento all’altro, ci sono tutti i tipi di rumori provenienti dall’attrezzatura e rumori dai foil, gli allarmi scattano”.

La grande domanda, che Yoann Richomme (PAPREC ARKÉA) sembrava porre retoricamente una settimana fa quando ha fissato il nuovo traguardo a 551 miglia, è se il record di 640 miglia nautiche con equipaggio su un IMOCA (Holcim PRB durante The Ocean Race) possa essere superato durante questa incredibile sessione di velocità.

IL VENTO AUMENTA ANCORA… – Basile Rochut, consulente meteo per la gara ha sottolineato questa mattina, “Questo gruppo dei primi sei rimarrà in un flusso molto potente – 30 nodi – fino a domani mattina. Saranno quindi in grado di continuare a spingere forte”.

… E LA TEMPERATURA SCENDE“L’idea non è quella di andare a battere i record, ma piuttosto di cercare di mantenere una media corretta. In breve: si tratta di cercare di avere un buon ritmo ma di mantenere la distanza”, ha avvertito Jérémie Beyou (Charal) che si è infortunato al ginocchio. “Devo solo non caderci di nuovo, siamo ancora sul TGV (treno espresso francese) ed è fantastico. Tuttavia, lo scenario sta cambiando un po’. La depressione si sta avvicinando. Il cielo è coperto e la temperatura dell’acqua sta scendendo piuttosto bruscamente”, ha osservato Beyou che si è coperto, aggiungendo qualche strato di vestiti ieri sera.

LONGITUDINE ZERO QUESTA SERA (E SCELTE IN ARRIVO) – Beyou come il leader Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance), il secondo classificato Thomas Ruyant (Vulnerable 2), Simon, Richomme e Nicolas Lunven (Holcim – PRB) hanno raggiunto il Santo Graal di rimanere sulla stessa depressione dal Brasile. Ora si presentano due opzioni, prendere una rotta diretta in uno stretto corridoio di vento per poi affrontare anche la corrente di Agulhas o tuffarsi a sud per aggirare la Zona di esclusione artica (AEZ), che sulla carta sembra un po’ più semplice. “È il vento che deciderà un po’ cosa faremo. Tutto è soggetto a ciò che accade con questo fronte. Non dobbiamo lasciarci trasportare da una strategia troppo in anticipo”, ha detto Jérémie Beyou, che, come gli altri, attraverserà il meridiano di Greenwich questa sera, la sua longitudine si sposterà attraverso il grado 0 per diventare Est stasera, un bel traguardo mentale.

GIANCARLO PEDOTE, INCONTRI RAVVICINATI – Il navigatore italiano (27°) oggi ha navigato vicinissimo (guardate la foto, scattata da Giancarlo!) fino quasi a ingaggiarsi con Benjamin Ferrè (Monnoyeur – Duo for a Job), 28°. Dopo tremila miglia, lo “stormo” degli Imoca naviga anche a vista!

VIDEO: FERRE’ RIPRENDE PRYSMIAN E GIANCARLO SOPRAVENTO E VICINISSIMI!

QUI IL LINK AL TRACKING: SEGUI LE ROTTE, IL VENTO, LE POSIZIONI!

I PRIMI TRA 48 ORE A BUONA SPERANZA, MA A BORDO A’ UNA VITA ALL’ESTREMO… FLOTTA IN FILA INDIANA VERSO SUD, MA… – Nove barche al comando da quattro giorni in sella a una depressione ideale, con percorrenze superiori a 500 miglia in 24 ore. Aumenta il distacco su tutti gli altri. I racconti da bordo, dalla testa alla coda della flotta. Il punto su Giancarlo Pedote (Prysmian). Lo scenario all’entrata dell’Oceano Indiano – TRACKING INESORABILE

Il Giro del mondo a vela dei solitari no-stop resta bellissimo, i grandi movimenti ciclonici e anticiclonici sugli oceani scrivono lo spartito e gli straordinari navigatori sono musicisti che lo eseguono a perfezione. Certo, c’è una grossa spaccatura in continuo e veloce aumento, tra le nove barche di testa abbastanza compatte e guidate da un solidissimo Charlie Dalin, seguite da un gruppetto sparso di altre 9-10 a centro gruppo, e il grosso di altre 20 barche che hanno perso un treno forse decisivo: la depressione perfetta che dal Brasile ha “imbarcato” i primi scivolando insieme a loro con rotta giustissima e velocissima. Questo è quello che il tracking certifica ora per ora e giorno per giorno: uno stretching della lunga linea retta, le 39 barche del decimo Vendée in fila indiana su un asse Nordovest-Sudest, tra la prima e l’ultima ci sono duemila miglia.

Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance) continua a imporre il ritmo nella parte anteriore della flotta, con medie di 23 nodi durante la notte, mentre Thomas Ruyant (Vulnerable 2), è aggrappato alla sua scia a circa 40 miglia di distanza con una costanza impressionante. E’ un deja-vú da questa coppia, che aveva lottato per il comando per migliaia di miglia all’ultimo Vendée Globe quattro anni fa. Dietro è un’altra lotta tra Sebastien Simon e Yoann Richomme.

VIDEO CHARLIE DALIN

RICHOMME: “A VOLTE DIVENTA PIUTTOSTO… SPIECEVOLE” – Richomme riepiloga così la situazione: “È davvero dura, una gara di velocità, il mare non è troppo agitato ma la barca continua a saltare in tutte le direzioni a grandi velocità, è piuttosto… spiacevole. Non è molto rassicurante quando pensi alla barca e all’attrezzatura! Riesco ancora a vivere a bordo, ho appena trovato una via di mezzo tra la velocità e il non fare cose stupide, ma resta comunque complicato e non molto divertente. Non mi piace molto, sono in questo gruppo che ci sta davvero provando, ne faccio parte ma non penso che saremo in grado di durare così per due mesi! Forse a un certo punto entrerò nel mio ritmo, ma per ora è estremamente dura!”

BUONA SPERANZA: IL PASSAGGIO VENERDI N0TTE? – Richomme ritiene che passeranno Buona Speranza venerdì sera o sabato mattina presto. “Il mio piccolo spostamento verso sud è dovuto principalmente al cambio di vela di ieri, ho fatto una piccola strambata con il gennaker grosso, non so se è un buon cambiamento o no, non sono sicuro che sia fantastico. Più che una scelta, mi è stato imposto. La guerra psicologica è più una questione di velocità secondo me che di scelte. La depressione ci accompagna, quindi siamo sicuri che la seguiremo per altri due giorni in cui continueremo almeno a questa velocità, e poi dovremo riposizionarci un po’ prima del Capo di Buona Speranza, perché saremo colpiti da un’altra depressione, non è ancora facile comprendere l’intensità.”

CHE BRAVO SEB SIMON! – Con circa 800 miglia per passare il Capo di Buona Speranza al largo della punta meridionale dell’Africa, il ritmo dei leader rimane costantemente alto. Il migliore durante la notte è stato Sébastien Simon (Groupe Dubreuil), che si conferma un osso durissimo per tutti e con una barca ottima (ne parleremo insieme ad altri in un episodio di SOLO! in preparazione su Saily TV) ed è salito al terzo posto durante la notte. “È dura mentalmente e allo stesso tempo ti spinge a mantenere il ritmo”, ha commentato Sébastien, “La depressione in cui ci troviamo sembra ridursi. Alcuni non riusciranno a stargli dietro mentre noi ci troveremo proprio dentro. Il vento sarà forte ma anche molto rafficato. Dovremo andare veloci in un mare che si alzerà. Sarà piuttosto intenso”, ha spiegato Simon che si aspetta altre notti dure con velocità al limite.

VIDEO SEBASTIEN SIMON (CON CASCO)

IL TREND DEI SAGGI: QUANDO E’ IL MOMENTO DI RALLENTARE – Intanto si scopre un nuovo mini-trend: tra i leader ad altissima velocità, alcuni stanno apportando piccole modulazioni alla loro modalità di navigazione, per sostenere le medie elevate e forse ridurre leggermente il rischio. Avete capito bene: rallentano un pelino, non si regge un ritmo del genere con la “vivibilità” di un ocean race foiling del terzo millennio… Avete appena letto di Yoann Richomme, uno che non è certo noto per risparmiarsi, e l’ha ripetuto Paul Meilhat (nono su Biotherm). Sentitelo.

“Cerco davvero di navigare sempre con la stessa intensità a una velocità media abbastanza stabile e traiettoria stretta, perché è ciò che è importante nel tempo per preservare l’attrezzatura, non commettere errori e stabilire una sorta di routine operativa. È certo che da qualche giorno siamo sempre a più di 20 nodi. 20 nodi su queste barche sono qualcosa che è un po’ al limite: sotto a questa velocità, la barca è ultra confortevole, la vita a bordo è super facile, ma quando si superano i 20 nodi, è subito diverso, soprattutto quando si superano i 24-25 nodi, dove la barca ha fasi di accelerazione, decolla un po’, ricade, quindi rende i movimenti un po’ più difficili da fare, la vita a bordo è un bel po’ più complicata per tutto: per il meteo, per mangiare, per muoversi… Sembra certo che ci saranno ancora un giorno o due così, e dopo cambierà un po’ perché ci troveremo tutti in condizioni diverse, la flotta anche davanti si dividerà un po’ penso e questo cambierà un po’ la filosofia della regata”.

Meilhat, che ha gareggiato con la sua barca nel sud durante The Ocean Race, aggiunge: “Concedersi un po’ di riposo è imperativo il più possibile, dormire. Quindi cerco di fare qualche pisolino durante il giorno quando posso, anche se è più difficile addormentarsi durante il giorno, faccio anche qualche pisolino di notte, dipende. Non appena le condizioni sono appena stabili, cerco di dormire il più possibile e a volte sono riuscito a prolungare un po’ il mio tempo di sonno oltre la modalità dei 20 minuti, ma a iniziare ad allungare un po’ i cicli, così non mi sento troppo stanco. Oltre a questo, è vero che non ci stiamo muovendo molto e quando facciamo una manovra, il che è un po’ raro in queste condizioni, ci rendiamo conto di essere un po’ arrugginiti e un po’ stanchi. Cerco di mantenermi in forma e di stare attento! E poi rispetto a quello che avremo, penso che queste siano ancora condizioni abbastanza tranquille e, come tutto, ci si abitua. Non possiamo fare molto comunque! Un po’ di letture di attualità, poca musica o podcast perchè l’ambiente è piuttosto rumoroso, il clima è bello, ci godiamo anche il mare anche se è un po’ monotono, non ci sono animali marini in questa zona, niente uccelli, non troppi pesci volanti nell’emisfero australe, non vedo l’ora di vedere i primi albatros tra qualche giorno!”

LA SPIEGAZIONE DELLA RARA SITUAZIONE METEO – A proposito del meteo, Meilhat spiega, “Siamo ancora molto fortunati ad avere quello che abbiamo e ne stiamo approfittando, andando dritti dal Brasile al Capo di Buona Speranza, non è frequente quindi bisogna approfittarne! È una logica capitalista: i più ricchi sono più ricchi e i più poveri sono più poveri. Le barche davanti a me andranno avanti, è un po’ dura da accettare, dopo sono ancora contento di essere qui perché non sono con quelli molto indietro. Vedremo come andrà, iniziamo a guardare il meteo nell’Oceano Indiano tra una settimana, ci sono forti venti alle Kerguelen. Potrebbe ridistribuire un po’ le carte, cerco comunque di non arrivare troppo tardi rispetto al gruppo davanti e conservare un buon vantaggio su quelli dietro! Dietro non c’è più vento quindi chi non è riuscito ad arrivare a Sud cadrà nell’anticiclone di Sant’Elena e verrà rallentato.”

Il gruppo entrale è guidato da Sam Davies (Initiatives Cœur) e sta ancora tenendo duro in fondo alla depressione, mentre Romain Attanasio (Fortinet-Best Western) è 15° ed è stato costretto a dirigersi verso est per mantenere la sua velocità. Dietro di lui le tracce delle rotte seguite stanno iniziando ad apparire più casuali, segno di una certa instabilità del vento. Lo testimoniano Justine Mettraux (Teamwork-Team SNEF) al 13° posto e Isabelle Joshke (MACSF) al 19° che stanno lavorando duramente per mantenere la velocità con continui cambi di vele.

VIDEO ISABELLE JOSCHKE

La classifica delle barche con derive (non foil) è apertissima tra Louis Duc (Fives Group – Lantana environnement), Violette Dorange (Devenir), Eric Bellion (Stand as One-Altavia) e Jean Le Cam (Tout commence en Finistère), tutti entro quattro o cinque miglia l’uno dall’altro dopo 17 notti di regata. Le velocità possono essere la metà di quelle dei leader, ma sono altrettanto vicine e competitive. Anche se sono più lenti si sentono sicuramente ricchi in termini di esperienza e livello di competizione, non da ultimo per potersi confrontare con King Jean, Le Cam è Le Cam, che fa ciò che sa fare meglio a 65 anni.

IL PUNTO SU GIANCARLO PEDOTE E PRYSMIAN – E’ ormai chiaro che il navigatore italiano è tra coloro che sono rimasti più intrappolati mancando prima l’aggancio degli alisei per passare a ovest l’Equatore, e poi la depressione brasiliana che ha spinto in primi verso Buona Speranza. Al giorno 17 del VG, Prysmian è sempre incastrata a centro Atlantico, alla latitudine di Salvador de Bahia, in un gruppetto che comprende Alain Roura (Hublot), Conrad Colman (MS Amlin), Benjamin Ferrè (Monnoyeur – Duo for a Job), ma anche Jean Le Cam (Tout Commence en Finisterre), Violette Dorange (Devenir), Eric Bellion (Stand as One – Altavia), e il marito di Clariss Cremer, Tanguy Le Turquais (Lazare). Solo una cinquantina di miglia davanti ci sono poi Louis Duc (Fives Group Lantana Environment) e Arnaud Boissieres (La Mie Caline). Quest’ultimo è al 20° posto del tracking, mentre Giancarlo è 29°. Tutti a una media sui 10 nodi, meno della metà delle barche di testa. La 19ma è Isabelle Joschke (MACSF), a 400 miglia più a sud!

E’ una situazione difficile da accettare, ma Giancarlo ci stupisce ancora una volta con dei ragionamenti razionali e scegliendo di affrontare un obiettivo alla volta. Lo spiega bene nei due ultimi contributi social che ha inviato da bordo. Eccoli qua sotto.

(26.11)

(25.11)

A grandi line, e al netto delle evoluzioni dei sistemi meteo prossime e remote, Pedote-Prysmian hanno davanti uno scenario che si puo’ riassumere così: passare Buona Speranza agganciando la testa del suo gruppetto, quindi il 20° posto. Dall’Indiano in poi inizierà un’altra regata, di resistenza, nei Mari del Sud.

VIDEO JINGKUN XU E IL DOLORE ALLA SPALLA

LO SPIRITO DI XU – Nonostante il dolore il cinese Jingkun Xu (che ricordiamo è un para-atleta, senza il braccio sinistro) distribuisce una ricchezza di spirito che probabilmente non ha eguali nella flotta. È tutt’uno con la sua barca, con cui ha un legame unico. Ci ha vissuto a lungo svolgendo gran parte del lavoro di manutenzione da solo, conoscendo letteralmente ogni dado e bullone. “Sono passate due settimane da quando sono partito e sento che il tempo sta passando molto velocemente. Il mio stato d’animo è molto buono: prendo ogni giorno sul serio e apprezzo pienamente ogni momento. Finora, questi primi giorni mi sembrano molto piacevoli rispetto alle gare di qualificazione degli ultimi tre anni. Sembra persino troppo facile fino ad ora: il vento è favorevole, la barca è in buone condizioni, le condizioni meteo sono perfette e, almeno fino ad ora, mi hanno permesso di vivere un’esperienza eccellente su questo Vendée Globe! Nei prossimi giorni, continuerò a scendere verso sud, per trovare una depressione, poi sfrutterò questo vento da ovest per avvicinarmi il più possibile al Capo di Buona Speranza. Tutto sta andando molto bene, tutto è perfetto finora!”

MODIFICATA LA ZONA DI ESCLUSIONE ANTARTICA (SI PUO’ ANDARE PIU’ A SUD E FARE MENO STRADA) – Il leader della gara Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance) e i suoi più vicini rivali continueranno a beneficiare di venti sostenuti prima di strambare verso sud per avvicinare la zona di esclusione antartica. La notizia è che la Race Direction ha deciso di abbassare l’AEZ (la zona preclusa alla navigazione causa rischio ghiacci alla deriva, una recinzione immaginaria disegnata attorno al continente antartico, tracciata da 72 punti GPS separati da 5° ciascuno, vietata agli skipper per la loro sicurezza), spostandola a sud di quasi 100 miglia il che consentirà loro di navigare su una rotta più breve, sfruttando al contempo meglio le depressioni che corrono più a sud.

Cosa ha motivato questa decisione? “Al momento della partenza e durante i primi giorni della gara, CLS, che fornisce al Vendée Globe la sua elaborazione di dati radar e satellitari altimetrici e nella modellazione delle correnti oceaniche per rilevare la presenza e prevedere la deriva di iceberg, aveva segnalato echi in prossimità della zona. Adesso nuove immagini satellitari hanno permesso di identificare questi echi come barche da pesca, mentre in effetti gli iceberg e i growler si trovano piuttosto lontano. Abbiamo deciso di ridurre la ZAE di quasi 100 miglia fino all’arcipelago dei Crozets”, ha spiegato Fabien Delahaye che, con gli altri membri del team Race Direction, ha potuto decidere per tempo di cambiare anche questa zona dopo le isole Kerguelen.

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