
COME UN PICCOLO PAESE DI 5 MILIONI DI ABITANTI HA RISCRITTO LA STORIA DELLO YACHTING – Dalla prima sfida nel 1987, alla vittoria del 1995, passando per le sfide con Luna Rossa, la difesa del 2000, il “tradimento” di Alinghi, il clamoroso 8-9. E le tre ultime vittorie consecutive: Bermuda, Auckland, Barcellona. Una storia che aiuta a capire che per battere i kiwi occorre… imitarli
di Fabio Colivicchi
La Nuova Zelanda è un piccolo paese, poco più di 5 milioni di abitanti su due isole al centro dell’Oceano Pacifico, quattro ore di volo dall’Australia. La storia del paese è permeata di mare e imprese di navigazione, sin dall’origine, quando a bordo di canoe polinesiane le tribù Maori giunsero alle isole e vi stabilirono degli insediamenti e la loro cultura. Mare intorno, mare nella storia, mare nella vita dei neozelandesi, da sempre. Lo yachting, prevalentemente a vela sia per lavoro che per diporto, è di conseguenza una pratica comune e diffusa. Un vecchio refrain dice che oltre la metà dei neozelandesi, circa 3 milioni di persone, sono (in qualche modo) definibili “velisti”, o comunque appassionati.
Questo spiega la passione, l’abilità, la cultura, la tecnica che i velisti neozelandesi hanno spesso mostrato nelle regate, grandi e piccole, in giro per il mondo. A livello olimpico, la Nuova Zelanda è al 10° posto del medagliere assoluto con 9 medaglie d’oro, 9 d’argento e 7 di bronzo, davanti a Brasile (8 ori, 3 argenti, 8 bronzi) e Italia (6 ori, 3 argenti, 8 bronzi), nazioni ben più popolose. Anche nella vela oceanica, la storia racconta grandi imprese di equipaggi e barche neozelandesi, ma sempre in equipaggio, raramente in solitario, un segnale anche della speciale cultura e attitudine dei kiwi per il lavoro di squadra. Anzi, la storia dei successi oceanici neozelandesi si intreccia proprio al loro arrivo nel giro dell’America’s Cup. Peter Blake vince la Whitbread Round The World Race del 1989-90 con Steinlager 2, e quattro anni dopo Grant Dalton lo imita vincendo il giro del mondo a tappe con NZ Endeavour nel 1993-94.
PRIMA SFIDA – La prima sfida di Coppa America neozelandese è del 1987, occasione imperdibile per il paese: nel 1983 Australia II strappa il trofeo dopo 132 anni al New York Yacht Club e agli Stati Uniti, e si corre a Perth, affacciati sull’Indiano. Il banchiere Michael Fay finanzia la sfida, un campione del 470 neozelandese, Chris Dickson, con il tattico Brad Butterworth, timona il primo 12 metri S.I. di plastica, lo chiamano kiwi magic, e mette subito paura a tutti. E’ la Coppa della reconquista americana con Dennis Conner, stavolta non per New York ma per San Diego, ma il mondo capisce che c’è anche la Nuova Zelanda. E lo capirà ancora di più solo un anno dopo…
SECONDA SFIDA – Nel 1988 Michael Fay coglie tutti di sorpresa e sfida il San Diego Yacht Club con una rigorosa interpretazione del Deed of Gift, imponendo da parte loro un monoscafo pazzesco lungo 120 piedi (37 metri) il più lungo mai visto in Coppa. La risposta di Dennis Conner fu geniale: difesa vittoriosamente la Coppa con un catamarano a vela alare lungo la metà dello scafo kiwi. Una mezza figuraccia, anche se quel monoscafo è rimasto in mostra al Viaduct Basin di Auckland. I neozelandesi perdono ma non mollano. C’è una intera nazione dietro a un team.
TERZA SFIDA – Nel 1992, l’anno del Moro di Venezia, New Zealand ha uno scafo rosso che arriva alla finale Louis Vuitton Cup proprio con la barca italiana timonata da Paul Cayard. Tra i kiwi al timone compare un certo Russell Coutts che ha appena vinto l’oro olimpico nella classe Finn. Battaglia persa con il Moro, ma la finale sfidanti è il miglior risultato della Nuova Zelanda in Coppa. E infatti…
QUARTA SFIDA E PRIMA VITTORIA – Nel 1995 si forma una nuova squadra, che si chiama proprio Team New Zealand, rappresenta il Royal New Zealand Yacht Squadron e a guidarla c’è il velista manager più illuminato del tempo: Peter Blake, reduce dalla vittoria intorno al mondo. Ci sono ancora Coutts e Butterworth. I kiwi con NZL32, che tutti chiamano Black Magic per il colore della divisa nazionale kiwi, strapazza Young America e Dennis Conner, 5-0: il grande Peter Montgomery commentò in telecronaca: “The America’s Cup is now the New Zealand’s Cup!”. Esplode l’orgoglio sull’isola del Pacifico e dei suoi 3 milioni di velisti. Il trofeo più antico dello sport è arrivato nel posto più lontano del mondo… Succede anche un incidente, due anni dopo: un pazzo prende a martellate la Coppa danneggiandola gravemente: ci vorranno tre mesi di lavoro per restaurarla perfettamente.

PRIMA DIFESA E SECONDA VITTORIA – Si arriva al 2000, la difesa in una Auckland in festa, ci sono tante sfide belle e tutto il meglio della vela, compresa la prima Luna Rossa con Prada e Patrizio Bertelli, con Francesco De Angelis al timone. La barca italiana batte Paul Cayard nella finale sfidanti e arriva al Match contro il defender, scoprendo che la vela neozelandese di Coppa è davvero troppo forte: Russell Coutts e i suoi vincono 5-0, “Blackwash” titolano i giornali, un diluvio nero. Come noto, non sarà l’ultima volta che Luna Rossa incrocia le sue vele con Team New Zealand.
SECONDA DIFESA – Nel 2003 la difesa è drammatica, uno psicodramma dell’intero paese, perché il team neozelandese è stato acquisito in blocco dalla sfida svizzera di Alinghi, finanziata da Ernesto Bertarelli. I kiwi provano una difesa strenua, lanciano la campagna “Loyal” (leali) e si affidano a un team giovane guidato da Dean Barker. Ma contro i vecchi maestri non c’è partita. La Coppa vola via dalla Nuova Zelanda e approda in Svizzera, o meglio a Valencia.
QUINTA SFIDA – Valencia 2007 è la Coppa con più sfide della storia, tra queste anche quella neozelandese, ormai il RNZYC e il Team New Zealand sono parte integrante del circuito. Fanno buona figura ma sono altri neozelandesi, su Alinghi, a difendere il trofeo.
L’unica Coppa senza neozelandesi è la 33ma nel 2010, che si corre per decisione della Corte Suprema di New York in accoglimento dei ricorsi di Larry Ellison contro Bertarelli e Alinghi, tra un mega trimarano (Oracle) e un maxi catamarano (Alinghi). La Coppa torna negli USA, stavolta a San Francisco.
SESTA SFIDA – Ma già dal 2013 torna Emirates Team New Zealand, che vince la Louis Vuitton Cup contro Luna Rossa, con i supercatamarani AC72, sono proprio loro, i kiwi, a inventare la soluzione dei foil che fanno volare i due scafi. Il Match della 34ma Coppa è ancora leggenda: i neozelandesi vincevano 8-1 (si vinceva con 9 successi), ma Oracle fece una rimonta inverosimile e vinse 9-8. Anche quella delusione non smonta il carattere e la forza dei kiwi, che tornano.
SETTIMA SFIDA E TERZA VITTORIA – Nel 2017 a Bermuda con i nuovi catamarani AC50 i kiwi si affidano a una nuova coppia d’oro olimpica: Peter Burling e Blair Tuke… Il risultato? Un trionfo, 7-1 contro Oracle: l’America’s Cup torna a chiamarsi New Zealand Cup.

TERZA DIFESA E QUARTA VITTORIA – Siamo ormai ai giorni nostri. Nel 2021 a Auckland, una Coppa al tempo del Covid, ETNZ difende vittoriosamente il trofeo in una finale combattuta (7-3) con Luna Rossa che aveva vinto la Prada Cup contro gli inglesi.
QUARTA DIFESA E QUINTA VITTORIA – E siamo a oggi: Barcellona 2024, 37ma Coppa America, la storia la conosciamo: è il tris consecutivo di Emirates Team New Zealand. La Coppa resta in Nuova Zelanda, ma è destinata quasi certamente a essere corsa ancora una volta lontano da casa: Barcellona, Gedda, Valencia… ma questa è un’altra storia, fatta di business, una evoluzione necessaria per il team del piccolo paese sull’isola nel Pacifico, perchè i soldi del Governo non bastano più per competere. Tre vittorie di fila e sempre con Peter Burling. Ovunque si è disputata e si disputerà, siamo nell’era neozelandese dell’America’s Cup.
Per spezzare questo dominio non è bastata la costanza ai limiti dell’ossessione di Patrizio Bertelli, dei suoi mezzi e della sua visione, che comunque proseguirà. Non sono bastati due tentativi finanziati con fiumi di sterline dal miliardario Jim Ratcliffe e il talento di Ben Ainslie. Non sono bastate due sfide ricchissime del club più blasonato della storia di Coppa, il New York Yacht Club. Non si è neanche avvicinato un tycoon che non bada a spese e che ha vinto due Coppe come Patrizio Bertelli. Per battere i neozelandesi occorre diventare come loro, ragionare come loro, organizzarsi come loro. Occorre sentirsi su un’isola sperduta dell’oceano.
SU SAILY TV TORNA SAILY CUP CHANNEL: TUTTI I COMMENTI SULLA VITTORIA KIWI E I RUMORS SUL FUTURO DELLA COPPA AMERICA
