LUNA ROSSA AVANTI A OLTRANZA. E LANCIA MESSAGGI AD AMICI E AVVERSARI – Il patron di Luna Rossa parla a Barcellona. “Errori solo gli ultimi giorni, preparazione, barca e team ottimi. Aspettiamo a vedere chi vincerà per capire meglio il futuro. Più attenzione a come si scrivono i regolamenti”. Intanto toglie Ruggero Tita dal mercato? – VIDEO

Total black con calze bianche (stylist prendere nota), Patrizio Bertelli spunta alla base del team e affiancato da Marco Tronchetti Provera e Massimiliano Sirena riflette a voce alta sull’avventura della sesta sfida di Luna Rossa Prada Pirelli all’America’s Cup, finita come noto con la sconfitta nella finale Louis Vuitton Cup a opera degli inglesi di Ineos Britannia.

Clima pacato, pensieri condivisi, domande e risposte soft, sono passati 25 anni dalle barche che facevano 8 nodi di bolina e anche dal Bertelli energico che a Auckland bullizzava i giornalisti. Oggi le barche bolinano a 35 nodi e Bertelli è quasi filosofo: “Inutile discutere di gennaker e bompressi, il confronto tra la vela di un tempo e questo: sono cose diverse. Io faccio regate con barche d’epoca e ho un team di Coppa con barche volanti. E allora?”

A Patrizio Bertelli imprenditore di successi trionfali e innamorato velista si deve il massimo rispetto e riconoscenza, è già il più longevo sfidante nella storia dell’America’ Cup, e dimostra in questo colloquio di non sentire il peso di un inseguimento così lungo al Trofeo irraggiungibile. A quasi 80 anni ha una grande capacità di portare lo sguardo al futuro, intravedere tendenze, sviluppi. E anche se si è liberi di non condividere tutto, lo spirito del condottiero e la capacità di movimento ne fanno un punto di riferimento stabile.

Il Bertelli che ha appena fallito il sesto assalto all’America’s Cup è un leader riflessivo che non rinuncia a puntualizzare idee e visioni. “Grant Dalton dice che la prossima Coppa sarà nel 2026? Chiacchericcio, non si puo’ fare prima del 2027, non ci sarebbe tempo per i nuovi team e le nuove barche.” Quanto alle innovazioni, rivendica che Luna Rossa ne ha fatte più di tutti: “L’ultimo vero cambiamento è stato quello del doppio timoniere, ed è venuto da Luna Rossa, di cambiamenti ne abbiamo fatti tanti, anche con i cambi generazionali, in futuro attingeremo ai giovani, queli che già abbiamo e quelli che verranno. I giovani di oggi hanno attitudini diverse, sono nati con gli strumenti digitali. Nessuno ha scritto che oggi le barche vanno a 90-100 chilometri all’ora: le decisioni vanno prese in secondi, la reattività è proporzionale alla velocità.”

Prima bacchettata a challenger of record inglese e defender, sui pezzi one design all’origine di alcune delle avarie costate a Luna Rossa dei ritiri: “Se si rompe un pezzo fornito, non viene data al team la riparazione, prevista dal regolamento di regata, che invece abbiamo visto applicare alle Olimpiadi. Il Challenger of record è stato poco puntiglioso con il defender su questo aspetto, il regolamento è lacunoso, ci volevano organi di controllo più severi, come alle Olimpiadi.”

SI VA AVANTI – Poi sciorina le sentenze, che diventano decisioni operative, non è dato sapere se prese sul momento, da solo, o condivise con i suoi luogotenenti nel team. “Max sicuramente resta il capo del team. Bruni troverà sicuramente una collocazione come allenatore, i giovani hanno bisogno di essere accompagnati da qualcuno con esperienza per crescere. Spithill? Adesso si dedicherà al SailGP, ha detto parole a caldo perchè si è sentito responsabilizzato dalla sconfitta. Capita in tutti gli sport, fa parte del gioco, le cose possono cambiare, lui fa parte storicamente del nostro gruppo di lavoro, si deciderà a fine anno.”

Un team di Luna Rossa al SailGP è prevedibile? “No, è una opportunità che avevamo considerato, ma è troppo impegnativo. Si deve decidere: o fare il SailGP o crescere i giovani, noi abbiamo puntato sui giovani.”

Una frase che lascia aperto un quesito. Premesso che giovani come Ruggero Tita o Marco Gradoni sono cresciuti seguendo un percorso classico di Circolo, Federazione, allenatori e squadre agonistiche, fino ad arrivare in alto sia pure su livelli diversi anche generazionali, se Luna Rossa ha puntato sui giovani, perchè li ha lasciati in panchina a Barcellona? Nessuno fa questa domanda al capo.

Che prosegue inoltrandosi nel futuro: “Dove la prossima Coppa? Barcellona, Jeddah, Southampton: non ho preferenze, non ci sono più schemi storici, la Coppa è diversa, New Zealand va via da Auckland… E’ diventato un circuito. Oggi c’è un clima più sportivo e stabile che puo’ favorire lo sviluppo della Coppa, favorire chi vuol mettere su una squadra. Ci sono parecchie classi che avvicinano i giovani a una vela super veloce, atletica, e molto legata ad aspetti digitali…”

Bertelli è seduto al centro, tra Marco Tronchetti Provera e Max Sirena. Anche loro rispondono a qualche domanda dei media. Max riassume la mancata vittoria della Louis Vuitton Cup: “Sono stati fatti degli errori, ci è mancata aggressività, precisione e cinismo al momento decisivo, dovremo ricordarcelo quando si ripresenterà il momento. Non ci ho dormito la notte, penso che abbiamo fatto bene tante cose, a partire dalla costruzione del team, avevamo la barca più veloce della flotta e un sailing team fortissimo, che ci invidiano e cercano di portarci via. Bisogna guardare agli errori ma salvaguardare le cose buone, questo è lo sport. La risposta è che prima delle regate del Match di Coppa, nei prossimi giorni Luna Rossa sarà in acqua con i ragazzi.”

Bertelli condivide: “Non va buttato tutto a mare. Non sono stati fatti errori grossolani, la barca era veloce specie di bolina e non era affatto fragile, anche se andranno capiti i problemi con 21-22 nodi di vento, sono stati fatti solo errori decisivi nell’ultimo miglio. Ineos cosa aveva in più? Non conosco i retroscena, in tutti i team c’è una dose di fantasia, aspettiamo la finale di Coppa e dopo capiremo, per ora non mi esprimo. E non ho preferenze, mi è indifferente chi vincerà la Coppa.” Chiosa Tronchetti Provera: “Basta che scelgano un bel posto per la prossima edizione…”

IL FUTURO – Questo dunque il Bertelli-pensiero a Barcellona. La Prada Cup vinta a Auckland ed esposta nei saloni del Circolo della Vela Sicilia resta un ricordo lontano. Manca, almeno davanti ai media, qualunque autocritica, o un esame attento non sugli errori sotto gli occhi di tutti, ma sull’approccio generale. Anche aldilà della passione, se l’obiettivo (la Coppa) sfugge ripetutamente, è doveroso mettere in discussione tutto, anche aspetti strutturali.

C’è invece la sicurezza e l’annuncio di dare continuità a Luna Rossa, all’idea del team velico perenne, che va oltre le sfide ufficiali all’America’s Cup. Luna Rossa non è più una sfida alla Coppa, è una società sportiva che si iscrive a un circuito, come una squadra a un campionato di basket o di calcio. Con la forza economica di ingaggiare atleti, quasi come un gruppo sportivo militare, diventa capace di indirizzare le scelte sportive e le carriere di professionisti. Quanto questo sia davvero un bene per la vela italiana, al momento non lo sappiamo. Di sicuro la presenza fissa del team scoraggia eventuali altri gruppi italiani interessati a lanciare una sfida all’America’s Cup, per quanto questo abbia ancora un significato.

Le frasi sui giovani, su Checco Bruni coach e sull’imminente uscita di Luna Rossa portata dai “giovani” (anche se al momento di scrivere non risulta sia ancora avvenuta), e sul fatto che altri provino “a portarci via i migliori del sailing team”, puo’ essere interpretata come una mossa che di fatto toglie dal mercato il pezzo più pregiato: il doppio oro olimpico Ruggero Tita. Se blindato da Luna Rossa, il timoniere trentino non potrebbe neanche rispondere al corteggiamento ampiamente avviato da parte di Jimmy Spithill che lo vorrebbe al timone del primo team italiano di SailGP. E’ come un calciomercato.

Jim Ratcliffe

In definitiva resta da attendere il Match per la XXXVII AC, da sabato prossimo 12 ottobre. L’impenetrabile e potentissimo Jim Ratcliffe patron di Ineos Britannia, cresciuta in poche settimane grazie alla collaborazione con il team Mercedes di Formula 1, riuscirà a battere anche i neozelandesi, strappando il giocattolo dalle mani di Grant Dalton (benchè si parli di accordo tra i due, secondo il quale chiunque perda sarà comunque il prossimo challenger of record), come ha battuto la barca italiana, più bella e (forse) più veloce di tutte, e portando la prossima edizione a Southampton? Oppure rivinceranno i kiwi, rimettendo all’asta la location, tra Barcellona e Jeddah? Gli scenari futuri dipendono molto dall’esito del Match. Un tempo per fare la Coppa serviva una lettera di uno Yacht Club a un altro Yacht Club, adesso ci si iscrive come a una regata qualunque, giusto un po’ più costosa. Ma chissà che Patrizio, sotto tutti i discorsi, non creda ancora che prima o poi riuscirà a mettere le mani sulla Brocca, e a quel punto divertirsi davvero a ricordare a tutti di cosa si tratta.

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