
CAPOLAVORO IN FINALE, QUINTO ORO DELLA STORIA PER LA VELA AZZURRA – La surfista cagliaritana delle Fiamme Gialle vince nel windsurf 24 anni dopo l’oro a Sydney di Alessandra Sensini (che oggi l’ha commentata in tv per la RAI), 3 anni dopo Ruggero Tita e Caterina Banti, 72 anni dopo Straulino e Rode, 88 anni dopo l’8 metri Italia a Berlino 1936 – IL TRIONFO E LA MEDAL CEREMONY (FOTO) – L’avvio di Ruggero Tita e Caterina Banti
L’ha fatto! Marta Maggetti è medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi 2024, nel windsurf iQFOiL che vola sulle onde. E di onde ce ne sono oggi sul campo di regata a Marsiglia, spinte dal Mistral che ha soffiato nella notte e al mattino a 20 nodi, ne promette 25/30 ma alla fine per le Medal Series delle tavole si ferma a 14-15.
NICOLO’ RENNA SI ARRENDE AI QUARTI DI FINALE – La giornata inizia male: Nicolò Renna lotta nel Quarto di Finale con sette tavole, dal quarto al decimo, parte benino ma dopo un po’ salta il tracking della tavola italiana: l’azzurro non viene tracciato e neanche la diretta tv lo indica con nome e bandiera, mistero per un mezzo giro. Poi ricompare e per un momento è primo! Neanche il tempo di vedere il passaggio di boa che Nicolò è già secondo, poco dopo terzo, superato prima dall’olandese e poi dall’inglese. L’assenza del tracking lo fa sparire dai radar e ricomparire solo all’ultima poppa, quando deve inseguire i due che lo precedono. Il gap che si è creato è sufficiente per l’inglese per controllare l’azzurro. Sul traguardo l’immagine che non volevamo vedere: Renna terzo, la Semifinale e la rincorsa a una medaglia ampiamente alla sua portata sfuma. La sua Parigi 2024 si ferma qui, in archivio va un 6° posto. Ci sarà tempo per analizzare e il gardesano ha la strada spianata per anni di successi. Di sicuro non è stata la sua Olimpiade, ha iniziato a girare male con l’avaria al boma, i due DNF, la protesta, il redress, la riapertura chiesta dai francesi. Sono cose da cinque cerchi, che destabilizzano, lui fa un BFD, altre prove lontano dal suo standard. Prova a rialzarsi nel finale, ma deve accollarsi la lotteria del Quarto di finale, con quel tracking che impazzisce, altro indizio: non era la volta buona, Nico. Riprovaci. Alle 12:54 la vela azzurra vede sfumare una delle medaglie che riteneva legittimamente più probabili. E affida la propria anima a Marta Maggetti.
LA SEMIFINALE DI MARTA MAGGETTI – Marta e l’israeliana Sharon Kantor sono raggiunte dai Quarti, a sorpresa, dalla peruviana Belen Bazo e dalla cinese Zheng Yan, restano fuori alcune big: la francese Noesmoen, la polacca Dziarnowska, la kiwi Ten Have. In Semi Marta parte fin troppo prudente, fa quasi un giro intero in terza posizione, la Kantor (ISR) è in fuga tranquilla e lei deve sudare nel gruppetto con Peru e Cina, che spaia e arriva da destra recuperando. Poi due spallate vincenti e all’ultima bolina Marta è seconda con un buon margine e lo tiene tranquilla (si fa per dire) fino all’arrivo. E’ in finale! E’ medaglia sicura! E’ la prima medaglia per la vela italiana a Parigi 2024. La gioia sfuma la rabbia per l’eliminazione di Renna. E ora si attende la Grand Final! Emma Wilson, l’inglese già bronzo a Tokyo 2020, capace di fare sette primi, due secondi e due terzi nelle regate di qualifica dei giorni scorsi, aspetta tutte dall’alto in basso dietro la pettorina gialla. L’israeliana Kantor, a sua volta tre primi e tre secondi, velocissima, è l’altro osso duro. E poi c’è lei, Marta. Le stesse prime tre della classifica finale dopo quattordici regate si sfideranno per decidere i gradini del podio e il metallo delle medaglie che hanno già al collo… Accade anche per gli uomini, Grand Final con Australia, Olanda e Israele.
LA FINALE CAPOLAVORO CHE SCRIVE LA STORIA – Ci sono 15-16 nodi, tre atlete piccole piccole riprese dall’elicottero, solo tre su un campo di regata che sembra enorme per loro, l’inglese governa il prepartenza con il calcolo del tempo per tagliare la linea in foiling davanti alle altre e si è presa il sottovento per la prima boa, dove infatti passa già al comando. Marta è terza e ha il pregio di non disunirsi, di non fare scelte estreme, resta in scia. Questo è il primo pezzetto del suo oro. Regata velocissima, battiti cardiaci di più. Al primo gate di poppa GBR e ISR prima e seconda girano la boa di destra, Marta è terza e forse ha anche perso qualche metro. Quanti a quel punto avrebbero scelto l’altra boa? Lei no, resta in contatto, segue mure a dritta mostrando però di fare una prua migliore delle due battistrada. Scrivo un appunto mentre guardo la diretta: “L’inglese va talmente forte che non ha bisogno di pensare”. Segno premonitore. La nostra dà l’impressione di essere in stand-by, un colpo in canna. Poco dopo Marta fa la cosa giusta: virata al secondo a metà bolina calcolando al millimetro la lay line. Wilson toppa clamorosamente il timing della virata e anche Kantor si trova ben oltre la lay line. Maggetti fa una prua magica verso la boa, le altre cominciano a rendersi conto del problema ma non possono fare altro che accodarsi all’azzurra, che passa in testa alla penultima boa! Vantaggio di 8 secondi su Kantor e 25 su Wilson. Su Rai 2 Alessandra Sensini, emozionata, spiega la tattica che ha portato la cagliaritana in testa e parla di “incredibile freddezza” nel gestire la situazione.
Ultima poppa, come fa Sensini a parlare? io piango, due ultime strambate, quella di Marta sul gate mi appare di un’eleganza esagerata, una danza, un gesto artistico più che sportivo, con una mano sola, quasi al ralenti, sicura di sé, non occorre girarsi a guardare l’israeliana che è a 5 secondi, la ragazza sarda è un pianeta attorno al quale ruota tutta la baia di Marsiglia, il traversino finale scioglie anche Alessandra, che ricorda forse il suo, interminabile e senza vento, a Sydney, 30 metri davanti alla farfallina tedesca Amelie Lux. Mentre Ale ricorda, Marta taglia la linea e aggiorna i libri di storia, ha compiuto una impresa straordinaria, che fino a pochi minuti prima non sembrava avverarsi. Significa che ha saputo vedere, credere da subito a questa Olimpiade, al podio, all’oro. Chi voleva vederlo, e noi volevamo tanto! lo vedeva: Marta avvolta in una bolla, camminava felpata come foilando anche a terra, ieri sul palco delle top-ten era l’unica con le gambe appena separate e forti, in un gesto quasi guerriero. Ha sentito questa Olimpiade, ricambiata. Gli dei greci dei cinque cerchi e dei venti e delle correnti l’hanno riconosciuta e le hanno reso omaggio. Sono le 13:50 e la vela italiana ha vinto il suo quarto oro olimpico.



Poi le scene, finalmente nostre. Il presidente FIV Ettorre che abborda e plana sul gommone di Adriano Stella e Marta Maggetti e li abbraccia, le bandiere italiane, la gioia misurata di Marta, il pianto dirotto di Emma che non si da pace. Marta ha vinto l’oro vincendo una sola prova, la più importante. Il DT Marchesini si getta letteralmente nell’acqua all’arrivo della tavola d’oro, con lui sulla battigia arrivano i compagni di squadra: Jana e Giorgia, poi ci sono i due kiter pronti all’esordio domani, Maggie Pescetto e Riccardo Pianosi, con Giorgia Speciale che è stata a lungo la maggiore avversaria di Maggetti verso i Giochi.

Più defilati, ma dentro caldissimi, gli allenatori, a cominciare da chi non c’è: Riccardo Belli Dell’Isca che l’ha seguita per tutta la campagna olimpica ed è come se fosse presente qui a Marsiglia. Poi Luca De Pedrini (che colpisce ancora), quindi si fa festa con le bandiere e lo speaker francese prova a trovare l’enfasi giusta per le migliaia di spettatori di contorno. La corsa di Marta sulla spiaggia per andare ad abbracciare un gruppo speciale di tifosi tra i quali ci sono mamma e papà! Poi alla Mixed Zone, interviste in inglese ai circuiti olimpici, internazionali, a World Saling, poi la Rai con Giulio Guazzini, quindi parla con noi.

Partiamo da quel Mondiale Youth vinto a Civitavecchia a 18 anni: “E’ un percorso bello, è qualcosa che ho sempre avuto dentro, alla medaglia olimpica ci ho sempre pensato. Anche prima di Tokyo volevo una medaglia, ma sapevo che le prime tre erano abbastanza irraggiungibili, e poi era diverso il formato, non potevi fare un granchè in Medal. Ora sono cambiate le cose, e se sei lucida e capace, concentrata l’ultimo giorno, non c’è niente che tu non possa fare.”
“Devo ancora capire cosa voglia dire questo successo. Per me al momento c’è la grande emozione di avere vinto una regata, importantissima. Devo metabolizzare il tutto. Per me un momento straordinario nel quale voglio ricordare tutti quelli che mi sono stati vicini e che hanno contribuito con la loro presenza e professionalità ad arrivare a questa medaglia. Un ringraziamento speciale ai miei cari, al CONI, alla Federazione Vela, ai tecnici, alle Fiamme Gialle. Il momento più difficile è stato in semifinale quando ho dovuto lottare con i denti per accedere alla finale che voleva dire medaglia. È stata una settimana davvero complessa, il vento ci ha fatto soffrire e oggi il Mistral finalmente arrivato a soffiare ben disteso mi ha portato alla vittoria.”
Poi scappa all’antidoping. Arrivederci alla medal ceremony: stavolta suona l’inno d’Italia!
Radioso il Presidente FIV Francesco Ettorre: “Una giornata splendida, complimenti a Marta e a tutti quelli che hanno lavorato per rendere possibile questo momento. Vincere una medaglia d’oro è frutto di un grande lavoro e percorso fatto in questo quadriennio. Marta ha saputo capitalizzare al meglio i suoi sforzi ed è stata premiata. Siamo orgogliosi di lei. Per la vela italiana un altro prestigioso traguardo.”



LA CERIMONIA DELLA MEDAGLIA – C’è la spiaggia, il sole sul viale del tramonto, il mare ravvivato dal Mistral, colori perfetti per la cerimonia che culmina con la medaglia d’oro al collo e l’inno nazionale. Dietro le quinte, dal punto di vista organizzativo, è una delle medal ceremony olimpiche più sconclusionate e caserecce della storia, con transenne gettate a caso, nessuna area media, spazi ristretti per foto e tv, pubblico molto lontano, tutta l’area è in terriccio e sabbia, il Mistral alza mulinelli di polvere. L’entrata e uscita del corteo scortato con bandiere e atleti è quasi casuale, non c’è l’enfasi olimpica, lo stesso inno di Parigi 2024, che peraltro non è molto più di una musichetta, viene usato poco. Le due voci speaker in francese e inglese sono poco coinvolgenti e pompose, quasi sbrigative. Peccato, ma per fortuna gioia ed emozione, occhi e sorriso di Marta ci trasportano in un’altra dimensione e l’unico sentimento è la felicità. Non ci avete rovinato la festa. Ma la riflessione resta e devono farla comitato organizzatore locale a Marsiglia e World Sailing.










IN ACQUA I NACRA 17, L’AVVIO DI RUGGERO TITA E CATERINA BANTI – Partono bene i campioni olimpici in carica del cat misto foiling: 1-1-2 nelle tre prove del giorno sono subito una conferma sontuosa di quel che si aspetta e che tutti sanno: Ruggi e Cate sono la coppia più forte di questa classe. Tuttavia sappiamo ormai bene che l’Olimpiade non ammette verità precostituite. Basta guardare cosa è successo ad argento e bronzo di Tokyo. Gli inglesi John Gimson e Anna Burnett (8-4-6) sono sesti, i tedeschi Paul Kohloff e Alica Stuhlemmer (18-9-3) sono settimi. Solidità dagli argentini Mateo Majdalani e Eugenia Bosco (2-2-5) secondi.
ILCA 6: CHIARA BENINI SETTIMA – Tre prove per il singolo femminile, la gardesana si difende con vento e onde, scarta un 18 e chiude due volte decima, è settima in generale, a una manciata di punti dalla zona podio, perchè tutte fanno qualche prova negativa e la classifica resta cortissima.
ILCA 7: LORENZO CHIAVARINI TREDICESIMO – Lorenzo Chiavarini non trova la lucidità nel giorno di Mistral: 17-27 di giornata lo portano fuori dalla zona Medal, al 13° posto. Ora la top-ten diventa l’obiettivo.
470 MISTO: ELENA BERTA E BRUNO FESTO DODICESIMI – Slittano fuori dalla zona Medal con due piazzamenti poco brillanti (12-15), ma per effetto della classifica corta con poche barche, sono a soli 8 punti dal 6° posto.
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