LA ROOM CHIUDE! – RECAP REGATA – FOTO, VIDEO, COMMENTI E TRACKING, BREAKING NEWS: LA NOSTRA STANZA DELLE NOTIZIE – La Transat CIC è considerata l’erede della mitica OSTAR, Atlantico del nord in solitario da Lorient a New York. Gli aggiornamenti. E I TRE ITALIANI: PEDOTE, BECCARIA E BONA

Il podio dei Class40: Beccaria, Lipinski, D’Estais: bravi!

(14 MAGGIO) ALBERTO BONA, IL PROGETTO “SAILING INTO THE FUTURE. TOGETHER” DI IBSA ARRIVA NEGLI STATI UNITI – Con l’arrivo del Class40 IBSA a New York il progetto Sailing into the Future. Together sbarca negli Stati Uniti, coinvolgendo direttamente anche IBSA USA, la filiale americana della multinazionale farmaceutica.

 “È stata una regata molto impegnativa” – ha commentato Alberto Bona – “una vera e propria impresa: in alcuni momenti ho navigato in condizioni in cui non mi era mai capitato prima. Ho dovuto reagire a tante difficoltà legate a una serie di piccole avarie, che mi hanno messo a dura prova. Sono orgoglioso di questo risultato, tagliare la linea del traguardo della Transat CIC per me vale tantissimo. Abbiamo trovato delle condizioni difficili, navigato per tanti giorni con vento di poppa molto forte, sul sottile filo tra spingersi al limite della velocità e le andature di sopravvivenza. Ho imparato molto. La seconda depressione, per noi che navigavamo un po’ più indietro, è stata molto forte, c’era veramente tanto mare: uno spettacolo bellissimo”.

DA NON PERDERE: LA STORIA DELLA OSTAR E QUELLA (SORPRENDENTE) DEGLI ITALIANI CHE L’HANNO FATTA

UNA LEGGERA DELAMINAZIONE ALLO SCAFO DI IBSA: LAVORI STRAORDINARI NEGLI STATES – Proprio le condizioni meteo hanno messo a dura prova l’imbarcazione, che ha subito una serie di danni alle vele e a uno dei timoni, che lo skipper ha gestito direttamente in mare. A rallentare le prestazioni del Class40 IBSA un danno allo scafo, che lo ha obbligato a una andatura meno veloce in alcune fasi della regata. Un problema di delaminazione, ovvero di “indebolimento” di una piccola porzione di scafo dovuta al cedimento delle fibre con cui la barca è costruita, che ora richiederà una serie di lavori di ripristino.

“Quando abbiamo inaugurato la terza stagione del progetto Sailing into the Future. Together” – ha dichiarato Giorgio Pisani, Vice President IBSA Group e Project Leader – “avevamo sottolineato come una delle parole chiave sarebbe stata “coraggio”. E così è stato! Alberto Bona ha dovuto superare molte difficoltà, trovare la forza interiore per essere sempre concentrato, far fronte alle avarie in condizioni meteo estreme. Dalle imprese di Alberto possiamo trarre profonda ispirazione per il nostro lavoro: saper rispondere con efficacia alle difficoltà, senza mollare mai”.

LA VISITA ALLA SEDE IBSA NEGLI USA – Lo skipper – che il 9 maggio, ancora in regata, aveva compiuto 38 anni – è stato festeggiato dai collaboratori di IBSA USA, che successivamente hanno visitato il Class40 IBSA. Domenica, sulla nave Wavetree ormeggiata di fronte al South Street Seaport Museum di New York, a pochi passi dal Brooklyn Bridge, si è tenuta la cerimonia di premiazione della regata. Dopo una sessione di lavori allo scafo, il Class40 IBSA si sposterà in Canada, per partecipare alla Québec Saint-Malo in partenza il 30 giugno da Québec City.

GLI ARRIVI A NEW YORK DEI PRIMI CLASS 40, E UN INTERESSANTE YOANN RICHOMME SULLE DIFFERENZE TRA CLASS40 E IMOCA…

(11 MAGGIO) ALBERTO BONA CON IBSA TAGLIA IL TRAGUARDO IN QUINTA POSIZIONE – Alle 18:05:37 ora italiana (le 12:05:37 a New York) di venerdì 10 maggio 2024, dopo 12 giorni, 4 ore. 35 minuti e 37 secondi di navigazione Alberto Bona, a bordo del Class40 IBSA, ha tagliato in quinta posizione la linea di traguardo della Transat CIC, posta a 130 miglia nautiche da New York, chiudendo così la difficile regata transatlantica, partita da Lorient lo scorso 28 aprile,

“E anche questa è fatta!! – ha commentato Alberto Bona con un video da bordo – È stata una regata durissima. Una vera e propria impresa: in alcuni momenti ho navigato in condizioni in cui non mi era mai capitato prima. Ho dovuto reagire a tante difficoltà legate a una serie di piccole avarie, che mi hanno messo a dura prova. Sono orgoglioso di questo risultato, tagliare la linea del traguardo della Transat CIC per me vale tantissimo.”

Condizioni meteo durissime e una serie di conseguenti danni all’imbarcazione hanno caratterizzato infatti tutta la prova. Alberto Bona, con il Class40 IBSA, si sta ora dirigendo verso la costa e tra circa dieci ore passerà davanti alla Statua della Libertà. Ormeggerà poi al Marina 1 a Brooklyn, dove ad attenderlo, nella notte americana, troverà come sempre il team di IBSA. Dopo alcune ore di riposo Alberto Bona incontrerà anche i collaboratori della filiale americana (IBSA USA), che da giorni stanno preparando l’accoglienza per il grande skipper del Class40 IBSA.

VIDEO – BREAKING NEWS, BOGI BECCARIA, TRIONFO ALL’ALBA (ITALIANA) – Il navigatore solitario milanese ha tagliato il traguardo sotto alla statua della Libertà alle 5:47 ora italiana di venerdi 10 maggio, completando la traversata dell’Atlantico del nord da Lorient a New York in soli 11 giorni 16 ore 17 minuti e 55 secondi, con il suo Class40 (12 metri) Alla Grande Pirelli

New York City, 10 maggio 2024 – Ambrogio Beccaria ha chiuso al primo posto, nella categoria Class40, la storica transatlantica in solitario da Lorient a New York, tagliando il traguardo alle 5:47 (ora italiana), dopo 11 giorni 16 ore 17 minuti e 55 secondi in mare e con una velocità media effettiva di 11,70 nodi. Nel corso della gara Beccaria non ha mai perso le prime posizioni della flotta, per poi passare al comando a metà regata, mantenendolo, fatta eccezione di alcuni brevi tratti, fino alla fine. Con un meteo avverso e temperature rigide tipiche dell’Atlantico del Nord, tra onde, vento a 40 nodi e correnti contrarie, lo skipper italiano si è dimostrato solido dal punto di vista strategico e la sua barca “Alla Grande – Pirelli”, un class40 di ultima generazione progettata da Gianluca Guelfi, si è confermata veloce e performante anche in queste condizioni.

Ho fatto proprio la regata che sognavo, speravo che andasse veramente così… sapevo che sarebbe stata piena di insidie e volevo farla con lo spirito giusto. Non mi sono mai perso d’animo e ho dato tutto quello che avevo”, commenta Beccaria ancora a bordo di “Alla Grande – Pirelli”. “E’ stata una corsa dura, la più difficile che ho fatto, ma è anche quella che forse ho gestito meglio. La The Transat è stata per me una gara completamente nuova: navigare fuori dagli alisei in realtà è stupendo, perché il meteo cambia in continuazione”.

La linea del traguardo della The Transat CIC si trova a 100 miglia dalla città di New York: “Tagliare la linea in mezzo al nulla è stato un’esperienza psichedelica, tra la nebbia e la mancanza di sonno è stato veramente stranissimo!”, conclude Ambrogio che avrà ancora 12 ore circa di navigazione prima di arrivare nella Grande Mela.

(10 MAGGIO) PARLIAMO CON BOGI A BORDO: HA TAGLIATO IL TRAGUARDO MA NON E’ ANCORA A NEW YORK, ECCO PERCHE’! – Il bello della vela oceanica del terzo millennio: parli via satellitare con il navigatore italiano che ha appena vinto la ex Ostar battendo mezza Francia, ed è ancora a bordo del suo guscio di dodici metri che lo sballotta stanco e felice. Il bello del terzo millennio: hanno messo una linea di arrivo a 100 miglia (cento!) da New York, e perchè? Perchè c’è da passare una vasta area piena da cetacei e popolazione marina, e bisogna rallentare. Proprio così: limiti di velocità per attraversamento balene e affini. Non disturbare. Certo un Imoca a 25 nodi con un foil di quattro metri che spazza le onde non farebbe propriamente una carezza a un cetaceo. Giusto così. Regata finita, vinta, relax, slow down, please Moby Dick, si accomodi.

Detto questo, parlare con il velista oceanico del momento, che ha appena scritto un’altra paginetta di storia della navigazione sportiva italiana, poche ore dopo il taglio della linea, è figo, è unico. Ecco un paio delle sue “chicche”, prima del comunicato più allargato.

DICIAMO CHE NON MOLLO MAI UN CAZZO! – Perchè ha detto che la cosa più importante è stato vincere in solitario: “Finora non ero così convinto di essere forte, o il più forte, in solitario. Avevo vinto sempre in coppia o in equipaggio con questa barca, ma da solo ancora no. Il mio punto di forza? Tenere l’energia mentale e fisica per lottare ogni secondo, diciamo che non mollo mai un cazzo!”

“E 12 giorni così sono duri, si soffre, non è facile mantenere sempre la voglia di menare la barca e fare ciò che serve, però ho trovato un ritmo naturale, questa forse è la mia forza: io sto bene a bordo. E non sono sicuro che altri abbiano lo stesso feeling.”

“Ho anche dei difetti, punti da migliorare. Le manovre, per esempio. Ancora faccio dei bei nodi, bei casini, rischiando di perdere la regata.”

Paure e angosce? “Entrando nella depressione tosta stavo male, sapevo che sarebbe durata tre giorni perchè stava ferma e noi per la prima volta l’abbiamo surfata da sopra. Ero angosciato perchè sapevo di iniziare tre giorni in cui la vita è davvero difficile a bordo. Poi il fulmine! E’ stato terrorizzante, mai successo di prendere un fulmine, è come una bomba sulla barca, un lampo gigantesco, sono caduto a terra, per qualche minuto non ha funzionato più niente a bordo, poi per fortuna ha ripreso tutto…”

Avarie: “Ho rotto e riparato di tutto. Ma lo sapevo, me lo aspettavo, non ho mai portato tanta roba di rispetto e cose per riparazioni. Non ho una vela che non sia stata riparata, poi il bompresso basculante… E’ stato incredibile: mi sono svegliato in un rafficone a 30 nodi con su spi, il bompresso si è sradicato e ha portato via il pulpito di prua, fare mezza regata senza pulpito e alcuni candelieri, manovrare a prua è complicato, diciamo che la barca è un po’ ferita, devo prepararla per le foto a New York!”

Richomme punto di riferimento? “Lui ha il palmares più importante della storia della vela oceanica, ha vinto due Figaro e due Route du Rhum, non è una sorpresa che dopo aver vinto l’Atlantico in Class40 si sia ripetuto in Imoca. Ci ho navigato insieme, su Holcim a The Ocean Race verso Genova, ci ho parlato, ho chiesto della costruzione di un team Imoca… Ha un team di 24 persone, tanto stress e angoscia aggiuntiva, ma il suo progetto mi piace, come la sua barca, di un nuovo architetto, mi piacerebbe molto seguire il suo percorso, sarebbe bello…”

Aspettando il momento dello switch di Ambrogio Beccaria verso l’universo Imoca-Vendée Globe, restiamo nella bella bolla di questa sua vittoria ennesima. E’ l’avvio di una grande estate della vela italiana, con Olimpiadi e Coppa America? “Premesso che qui di estate non c’è nulla e fa un freddo cane… Speriamo, magari, sarebbe bello, ci sono anche le Olimpiadi, da parte mia spero di continuare così, ho altri appuntamenti a cui tengo, farò il mio e poi vedremo!”

(10 MAGGIO) BREAKING NEWS, TRIONFO ALL’ALBA (ITALIANA) – Il navigatore solitario milanese ha tagliato il traguardo sotto alla statua della Libertà alle 5:47 ora italiana di venerdi 10 maggio, completando la traversata dell’Atlantico del nord da Lorient a New York in soli 11 giorni 16 ore 17 minuti e 55 secondi, con il suo Class40 (12 metri) Alla Grande Pirelli.

I francesi scrivono: “Che vittoria! Ottimo velista, eccezionale per compostezza e controllo, lo skipper italiano ha resistito fino alla fine dopo un incredibile duello con Ian Lipinski! Ben fatto!”

Più tardi le foto, i video, le prime parole, e la conferenza stampa di Bogi all’arrivo a New York. Per il momento: chapeau!

(10 MAGGIO) LE PRIME PAROLE DI BOGI DOPO IL TRAGUARDO (COMUNICATO TRANSAT CIC)

Una gara incredibilmente combattuta con tanti colpi di scena, come ti senti a vincere?
Non capita spesso di vincere due regate transatlantiche di fila in sei mesi e questa è la prima regata in solitariO che vinco su questa barca, questo è molto, molto importante per me. Questa è una delle migliori gare che abbia mai fatto. La maggior parte delle volte si tratta di dolore e sofferenza, questa volta ero molto consapevole per tutto il tempo di ciò che stavo facendo e tutto ha funzionato molto, molto bene.

È stata dura, la gara più dura che hai fatto?
Ci sono stati dei momenti molto difficili, ci sono stati, ma alla fine non l’ho trovata così difficile nel complesso. Le condizioni erano piacevoli in quanto eravamo preparati al peggio e per me la Route du Rhum era più dura, c’era più dura bolina. Alla fine le condizioni erano buone, ma c’era intensità, i periodi senza vento erano stressanti e faceva freddo, molto freddo a tratti.

Dove hai preso il vantaggio?
Penso di essere davvero contento della mia gara perché volevo davvero conoscere i momenti in cui avrei potuto spingere e l’ho fatto, attaccare. Questa volta ho capito davvero e l’ho fatto funzionare. La prima volta è stata nel sud dell’Irlanda, quando sono riuscito a raggiungere il gruppo di testa, è stato davvero fondamentale. Era un regalo della barca perché era pura velocità. Poi è stata la doppiatura della bassa pressione quando ho fatto una navigazione meravigliosa e sono rimasto davvero contento. Allora stavo usando molte energie, ma sapevo che sarebbe stato un punto di svolta per la gara. E poi è stato importante che quando ho perso tutto il mio vantaggio rispetto agli altri riuscissi a rimanere molto calmo e concentrato (NDLR ha perso 70 miglia con vento leggero e corrente del Golfo) e sono rimasto lì senza pensare a cose Non posso farcela.

E la mossa vincente…
La fuga finale è avvenuta quando ho giocato molto vicino al centro di un sistema secondario di bassa pressione che è stato creato nella parte anteriore e così ho potuto alzare il mio spinnaker mentre ero nella parte anteriore, Ian era ancora dentro e ho potuto fare qualche sud e avevo un angolo migliore per andare a ovest, ho attraversato tre miglia davanti a Ian, penso che la barca abbia un bordo che raggiunge, la barca è davvero eccezionale.

Hai avuto qualche danno?
Ho strappato il codice zero della testa d’albero, una vela molto, molto importante, all’inizio della regata e questo mi ha davvero colpito, è stato un momento doloroso. Poi ho dovuto fare una piccola riparazione alla paratia, era molto piccola e credo che fosse lì già prima della partenza. Quindi non è stato davvero un grosso problema. Ma la cosa più fastidiosa è che nelle ultime 200 miglia ho rotto due volte il sistema che abbassa il timone, non so se ho urtato qualcosa ma è successo due volte, la prima volta ho broccato e ho perso il gennaker, la seconda volta è stato Mancavano 20 miglia alla fine, quindi erano momenti stressanti. E la notte scorsa ho avuto un fulmine molto, molto vicino alla barca. È stato abbastanza spaventoso.

Conoscendo Ian Lipinski (che è secondo) come te, avevi molto rispetto per lui come avversario?
E Ian ha fatto una gara davvero meravigliosa. Sapevo fin dall’inizio che era uno dei più forti in gara. Conosce benissimo la barca, sa navigare in solitario e ha tanta, tantissima energia. E alla fine è stato un bene per Ian che è molto, molto veloce con vento forte, e anche uno dei momenti chiave è stato quando ha rotto uno dei suoi spinnaker (il suo A6 che lui chiama Pumba). Ha perso molto con la perdita di quello spinnaker. Adoro navigare contro di lui, attacca fino in fondo.

Cosa ti aspetti quando arrivi a New York?
Cerco un porto a New York, un porto qualsiasi. Ma non vedo l’ora di vedere gente, metto molta energia e impegno nelle mie gare e voglio condividere con tutti, con altre persone. Adoro le corse in solitario, ma amo anche le persone.

(10 MAGGIO) A MEZZANOTTE ORA ITALIANA L’ARRIVO DI GIANCARLO PEDOTE E PRYSMIAN – Una serie di problemi tecnici dovuti alle dure condizioni di navigazione. Il KO del pilota automatico principale (con conseguente necessità di utilizzare il secondo disponibile solo in modalità bussola) e un serio problema alla timoneria, che ha rischiato di lasciare la barca alla deriva… Il racconto INTEGRALE QUI.

Giancarlo Pedote alle ore 18:07 di New York, mezzanotte e 07 del 10 maggio ora italiana, ha tagliato il traguardo della Transat CIC 2024, un’epica traversata che lo ha portato da Lorient a New York, mettendo alla prova sia le sue abilità di navigatore e marinaio che la resistenza della sua imbarcazione Prysmian.

VIDEO: le immagini degli ultimi due giorni di gare

(9 MAGGIO) ORA TUTTI GLI OCCHI SULL’ARRIVO DEI CLASS40 (DOVE SI PARLA PARECCHIO ITALIANO) – Gli arrivi IMOCA continuano a susseguirsi, sul traguardo sono attesi ancora ben dieci skipper, tra i quali anche il nostro Giancarlo Pedote, in serata 21° a 40 miglia dal traguardo. Nella Classe 40 il duello è ancora molto intenso tra Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli) in testa e Ian Lipinski (Crédit Mutuel) staccato di 21 miglia. A poco meno di 24 ore dal traguardo, Amélie Juvien, direttrice di gara, decifra le chiavi del rush finale per i Class40.

BECCARIA-LIPINSKI, CHE DUELLO! – “Gli skipper hanno dovuto attraversare una zona di vento molto leggero negli ultimi giorni. In questa zona Ian Lipinski è riuscito a riavvicinare Ambrogio Beccaria. Ciò non ha impedito allo skipper italiano di restare in testa anche se il divario tra i due uomini si è ridotto. La partita evidentemente non è finita e l’esito resta del tutto incerto. Entrambi hanno barche molto veloci. Vediamo che Alla Grande Pirelli contrattacca per proteggersi ogni volta che il Crédit Mutuel attacca. È un grande duello che è lungi dall’essere finito!”

COSA LI ASPETTA FINO A NEW YORK – “Ci sono una ventina di miglia di differenza con meno di 200 miglia rimaste da percorrere… Non è niente! Hanno ripreso aria, ma dovranno attraversare nuovamente una zona di transizione. Si tratta di un piccolo centro di bassa pressione che passerà verso il loro Nord e che creerà ancora una volta una zona instabile. Dopo aver avuto velocità notevoli nelle ultime ore, rallenteranno nuovamente. Ci sono anche burrasche nei dintorni che rendono la situazione meteorologica particolarmente instabile, cambi di direzione del vento, variazioni di intensità… Avranno un massimo di 15 nodi ma dovranno posizionarsi bene, mantenere una buona velocità e trovare il giusto mezzo tra opportunità e rischi. Non sarà facile!”

ALBERTO BONA E IBSA – Al momento di scrivere Albi è al 5° posto, 150 miglia dietro Bogi, a circa 40 dal quarto, Nicolas D’Estais su Cafè Joyeux, e a una ottantina di miglia dal terzo, Fabien Delahaye su Legallais. Bona è a circa 300 miglia dall’arrivo. Beccaria puo’ tagliare a New York domani, Bona 24-30ore dopo. Avremo contributi e interviste da entrambi, domani mattina il team di Alla Grande Pirelli ha organizzato una conferenza stampa “da bordo” della barca: le cose straordinarie della vela oceanica ai tempi dei satelliti…

(8 MAGGIO) VIDEO: ECCO IL PODIO DEI PRIMI TRE IMOCA, RICHOMME, HERMANN, DAVIES!

(6 MAGGIO) Yoann Richomme trionfa a New York: 8 giorni e 6 ore per fare 2.950 miglia! – Lo skipper francese Yoann Richomme conquista la seconda vittoria transatlantica consecutiva in solitaria, portando il suo Imoca PAPREC ARKÉA a tagliare per primo il traguardo nella storica regata Transat CIC attraverso il Nord Atlantico da Lorient in Bretagna a New York. Dopo aver vinto la Jacques Vabre in Class40 e a dicembre la sua prima Transat Imoca, la Rétour à La Base dai Caraibi a Lorient, Richomme (che nel palmares vanta anche due vittoria alla Solitaire du Figaro) mette in luce ancora una volta il suo eccezionale potenziale e si iscrive automaticamente tra i favoriti per la vittoria nel Vendée Globe che partirà a novembre.

Richomme sul suo PAPREC ARKÉA progettato da Finot Conq-Antoine Koch ha tagliato il traguardo alle 18:23:32 UTC (14:23:32 ora locale di New York) di lunedì 6 maggio concludendo una volata molto serrata con lo skipper tedesco Boris Herrmann (Malizia Seaexplorer) battuto per sole 30 miglia. Il suo tempo per il percorso di 2.950 miglia nautiche da quando ha lasciato Lorient domenica 28 aprile è di 8 giorni 6 ore 53 minuti 32 secondi.

È la prima volta dal 2016 che questa storica regata transatlantica, nata in Inghilterra nel 1960 come Observer Transatlantic Race, viene disputata. Richomme, 40 anni, segue il successo di quell’edizione di Armel Le Cléac’h che poi vinse il Vendée Globe 2016-17 l’inverno successivo.

LEGGI LA STORIA INCREDIBILE DELLA OSTAR (E DEGLI ITALIANI CHE L’HANNO FATTA)!

Il tempo trascorso di Richomme confrontato con i 12 giorni e 2 ore di Le Cléach, dimostra quanto più veloci siano gli Imoca di ultima generazione foil rispetto a Banque Populaire VIII di Le Cléach, uno dei primi Imoca in assoluto con i foil.

Yoann stato secondo per gran parte della gara, inseguendo il suo rivale di lunga data Charlie Dalin (MACIF Santé et Prévoyance) che sembrava avere buone probabilità di vincere al suo ritorno alle corse in solitaria dopo aver saltato le due Transat dello scorso autunno per un problema medico. Richomme lo ha superato attraversando il lato nord di una brutta depressione atlantica mentre Dalin ha avuto un problema tecnico che lo ha costretto a fermarsi per alcune ore il giorno successivo.

Il francese che è nato a Fréjus ma ha trascorso tre anni e mezzo in una dura scuola pubblica vicino a Filadelfia mentre suo padre lavorava lì è un rinomato perfezionista guidato dai dati, così come Dalin che è anche un designer di yacht formatosi a Southampton. È perfettamente bilingue con un distinto accento americano.

(6 MAGGIO) IL PUNTO VIDEO DEL GIORNO!

(5 maggio) YOANN RICHOMME (IMOCA) E AMBROGIO BECCARIA (CLASS40) GUIDANO LA FLOTTA NELLA FASE FINALE DELLA REGATA (ANCORA APERTISSIMA!): INTERVISTA DOPPIA INTERESSANTISSIMA

Il trio di testa della regata atlantica in solitario Transat CIC da Lorient a New York sta correndo verso il traguardo a oltre 22 nodi di media. Previsto però un rallentamento che dovrebbe comportare una certa compressione della flotta, all’alba di domenica 5 con poco meno di 700 miglia da percorrere, tra gli Imoca Yoann Richomme sul Paprec Arkéa progettato da Finot Koch è a oltre 70 miglia davanti a Charlie Dalin con il tedesco Boris Herrmann (Malizia-Seaexplorer) al terzo posto ma solo 5 miglia davanti alla bravissima Sam Davies (Initiatives Coeur). E da ieri sera l’italiano Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli) è al comando della Class40 con quasi 40 miglia su Ian Lipinski (Crédit Mutuel) che nella notte appare 3-4 nodi più lento di Beccaria sul suo Musa 40. Sentiamo come vivono questa fase Yoann e Bogi.

Essere in testa, cosa cambia a livello psicologico?

Yoann Richomme: “La pressione! Mi piacerebbe vincere questa dannata gara! È così complicato fare tutto bene e l’obiettivo è ancora lontano. Io do il massimo, essere in testa dà ad ogni decisione un’intensità che prima non sentivo. Cerco di mettere le cose in prospettiva per pensare con calma e cercare sempre di essere un passo avanti”.

Ambrogio Beccaria: “Per il momento mentalmente non cambia nulla. Ma mi aiuta e mi incoraggia perché dimostra che sto facendo le cose nel modo giusto. Il nostro allenatore, Tanguy Leglatin, ci ha detto che questa gara è un ultra trail (il running nella natura in ambienti diversissimi, ndr) e penso che abbia perfettamente ragione. Eccomi qui per la prima volta in testa alla gara ma so che quello che ci aspetta è così lungo che non significa nulla”.

Come possiamo spiegare questo livello di intensità fin dalla partenza?

Y.R: “Quando vedo l’elenco dei concorrenti non mi stupisco molto. Ad esempio non so quanti Solitaire du Figaro abbia disputato ciascuno, ma sono tutti skipper che hanno questa cultura dell’alta prestazione. Sapevo che sarebbe stato intenso dall’inizio alla fine e lo è stato davvero. So che al minimo errore il gruppo dietro di me mi raggiungerà. Il livello sportivo si è alzato per tutti”.

A.B: “Me lo aspettavo, non pensavo che l’intensità della gara sarebbe stata più bassa. Questo è anche il motivo per cui sono venuto a competere nella Transat CIC. Volevo vedere quanto lontano potevamo arrivare. È vero che fin dall’inizio il ritmo è stato incredibile!”

Come vedi la corsa degli skipper che ti inseguono?

Y.R: “È un bel gruppo con Charlie (Dalin, MACIF Santé Prévoyance, 2°), Boris Herrmann (Malizia – Seaexplorer, 3°), Sam Davies (Initiatives Cœur, 4°) e Maxime Sorel (V e B – Monbana – Mayenne) e tutti stanno spingendo forte. C’è un livello di navigazione e preparazione che si traduce in una corrispondenza molto ravvicinata anche per coloro che scelgono opzioni leggermente diverse. Ho molto rispetto per quello che fanno”.

A.B.: “Fino ad oggi ero uno degli inseguitori. Trovo che Ian (Lipinski, Crédit Mutuel) sottolinei di essere un grande campione. Non ha la barca più veloce e alla fine è stato in testa per tutta la parte di lasco. Il suo inizio di gara è stato incredibile. Sono un po’ deluso per Nicolas (d’Estais, Café Joyeux) che fa sempre ottime partenze ma che probabilmente deve fare i conti con problemi tecnici, è un vero peccato. Meritava di essere nel pacchetto buono. Fabien (Delahaye, Legallais) è uno dei favoriti e rimane tale!”

Essere in testa ti permette di essere più aperto nel tuo approccio o al contrario è una pressione aggiuntiva?

Y.R: “Ovviamente c’è molta più pressione. Non è stato male essere proprio dietro Charlie (ride)! Man mano che il traguardo si avvicina, ci sarà più intensità. Cerco di staccarmi dal risultato perché so che fino alla fine tutto può cambiare.”

A.B.: “No, per niente. La classifica mi fa semplicemente sapere se sto facendo le cose nell’ordine giusto. È un piccolo extra, ovviamente, ma non passerò il mio tempo a guardare gli altri. Tutti abbiamo barche diverse, tutti abbiamo problemi diversi. Ho un vantaggio così piccolo a cinque giorni dalla fine… non mi sento più libero di prima!”

(4 MAGGIO) IL DIARIO DI GIANCARLO PEDOTE – Nelle ultime ventiquattr’ore ho cercato di fare un piazzamento rispetto al centro della depressione, ma non è semplice perché a mio avviso si sta muovendo in modo differente rispetto ai modelli.

Ad ogni modo non ho scelta, sono obbligato ad andare avanti, soprattutto per piazzarmi rispetto alla zona dell’arrivo, in cui diminuirà il vento, e alla Zona di Esclusione dei Cetacei, una larga zona vicino alle coste americane, in cui è vietato navigare per proteggere la fauna marina.

Il mio fine è navigare in cerca di un vento fresco posizionato più a sinistra rispetto alla flotta davanti a me, per cercare un arrivo più a sud. Oggi l’obiettivo è lanciare la barca verso un lungo bordo in direzione USA, per cercare la velocità, recuperare e cercare il piazzamento.

Mi sono impegnato a fare questa regata e voglio farla al meglio: ho avuto degli imprevisti ma fa parte del gioco. Quando succede dobbiamo risolvere, girare pagina e continuare a partecipare in modalità focus, concentrati su tutto ciò che possiamo controllare. Per me, adesso: il centro della depressione, la velocità della barca, prendermi cura di lei e di me stesso.

(4 MAGGIO) SAMANTHA DAVIES “BOMBARDATA”

(4 MAGGIO) VIDEO IMOCA DAY 6: CONDIZIONI SPAVENTOSE

IL SORPASSO DI BECCARIA

(3 MAGGIO) ALBERTO BONA (IBSA): QUINTO GIORNO TRA TEMPORALI E NAVIGAZIONE COMPLESSA Tra il dire e il fare c’è di mezzo l’Oceano Atlantico e una serie di spaventose perturbazioni, che hanno ridotto a otto i Class40 rimasti in gara alla Transat CIC, dei tredici che avevano tagliato la linea di partenza. Il quinto giorno di regata (venerdì 3 maggio), è risultato come da previsioni difficilissimo. Alberto Bona e il Class40 IBSA navigano in quinta posizione, a 108 miglia (rilevamento delle 16:00) da Ian Lipinski che guida la piccola flotta in una depressione davvero consistente.

All’alba Alberto Bona aveva leggermente ridotto lo svantaggio, accumulato tra mercoledì e giovedì. Il Class40 IBSA, infatti, era sceso nei giorni precedenti sotto la rotta ortodromica, mettendosi in una posizione meno favorevole rispetto ai diretti avversari, che hanno beneficiato meglio e prima dei rinforzi di vento. Nel corso della mattinata Alberto ha strambato una prima volta con l’obiettivo di rientrare e un’ulteriore strambata dovrebbe essere prevista nel corso del pomeriggio, sempre manovrando in condizioni di vento forte con mare molto mosso e temporali sparsi.

“Le condizioni sono toste – commenta Alberto Bona in un messaggio vocale – ma a bordo di IBSA tutto bene, sto cercando di far camminare la barca tenendola allo stesso tempo in sicurezza. Fra qualche ora conto di strambare, l’obiettivo è di girare questa depressione da nord. Sarà impegnativo”.

Mentre Alberto Bona e il gruppo di testa continuano a navigare (per il Class40 IBSA stamani alle 9 erano ancora 1720 le miglia da percorrere per raggiungere il traguardo posto a 130 miglia da New York), continuano i ritiri e le deviazioni verso le Azzorre per riparare i danni, sia in Class40 che in classe IMOCA. Il vento forte e le onde alte dei giorni scorsi hanno danneggiato vele, sartiame e attrezzature, tanto che in totale 12 imbarcazioni su 48 hanno abbandonato o non sono in questo momento in rotta verso l’arrivo. In gara restano quindi 8 scafi su 13 in Class40 e 26 su 33 tra gli IMOCA, ed è sempre più evidente come questa regata non sia solo una lotta per la vittoria, ma anche una battaglia per conservare intatta l’imbarcazione fino al traguardo.

(3 MAGGIO) CLARISSA CREMER IN LACRIME MOSTRA I DANNI A L’OCCITANE E FA ROTTA SULLE AZZORRE

(3 MAGGIO) LA TOILETTE SU ALLA GRANDE PIRELLI

(2 MAGGIO) VIDEO BECCARIA

(1 maggio) IL PUNTO-VIDEO SUI CLASS40 DOPO 72 ORE DI CORSA

(1 maggio) NOTTE IMPEGNATIVA A BORDO DI PRYSMIAN, GIANCARLO PEDOTE HA NAVIGATO NELLA NOTTE SENZA ELETTRONICA – Durante la terza notte di navigazione numerosi problemi di elettronica hanno rallentato la navigazione di Giancarlo Pedote che è stato costretto a navigare senza il pilota automatico principale e senza la strumentazione che riporta i dati delle prestazioni e del meteo sugli schermi.

Giancarlo, insieme al suo team, ha individuato come causa dei problemi quella di falsi contatti che hanno generato un malfunzionamento di schermi e strumenti e sta lavorando per risolvere la situazione.

Navigare solo con il secondo pilota in modalità bussola, senza i dati della barca, ha impedito a Giancarlo di dormire, dovendosi concentrare sulla costante correzione della rotta verso New York. Da qui il conseguente rallentamento di Prysmian che nella notte ha perso circa 6 posizioni e naviga attualmente in 18esima posizione nel gruppo centrale dei 30 skipper IMOCA rimasti in regata.

(30 aprile) La flotta interessata da due depressioni. Dalin e Lipinski ancora in testa – Dopo aver attraversato ieri un precedente fronte con venti superiori a 30 nodi e mare grosso, la flotta, che si è lasciata alle spalle la costa meridionale dell’Irlanda e sta ora navigando in oceano aperto, si sta preparando per la seconda complessa situazione meteorologica. Sebbene i leader siano ancora a oltre 2.300 miglia dal traguardo di New York, le prossime ore saranno cruciali.

Ieri, uno dei favoriti della regata, Jérémie Beyou su Charal, ha dovuto gettare la spugna, così come altri tre skipper IMOCA e un Class40. Il motto di tutti sembra essere: superare indenni la bassa pressione e mantenere la barca al sicuro.

È stata una seconda notte molto impegnativa dopo il passaggio del fronte di ieri, con tutti gli skipper già stanchi dopo il passaggio del primo fronte che ha portato venti di oltre 30 nodi. I leader dell’IMOCA del Transat CIC stanno affrontando i venti instabili attorno al centro di un’area di bassa pressione che si sta spostando verso ovest. Stanno tutti cercando di intercettare la nuova brezza da NW scegliendo l’angolo migliore e più veloce a ovest verso New York.

Charlie Dalin (MACIF Santé Prevoyance) ha riconquistato il comando degli IMOCA, dopo averlo ceduto per qualche ora, e ora deve fare attenzione alla coppia alle sue spalle formata da Yoann Richomme (Paprec Arkéa) e Paul Meilhat (Biotherm), che sono inseguendo Dalin e avvicinandosi a lui e ora sono a poco più di 10 miglia dietro. “Ci stiamo preparando per venti piuttosto forti. Ho già ridotto le vele, due mani di terzaroli sulla randa, preparandomi per quello che arriverà oggi. Dobbiamo garantire che la barca sia sicura”, ha detto Richomme in un video inviato a terra. “Sono contento della posizione a nord, sono tornato nel gruppo di testa e ho un buon angolo per il prossimo tratto. Spero di potermi riposare un po’, perché domani navigheremo più veloci, con un angolo più ampio usciranno i grandi gennaker…”

Del primo gruppo fanno parte anche Louis Burton (Bureau Vallée), anche lui in grande ascesa nelle ultime ore, Nicolas Lunven (Holcim – PRB) e il vincitore del Vendée Globe Yannick Bestaven (Maitre CoQ V). La britannica Sam Davies (Initiatives Coeur) ha mostrato un buon ritmo ed è attualmente la prima skipper donna, al 7° posto, a circa 40 miglia dal leader.

In un videomessaggio inviato questa mattina al quartier generale della regata, ha affermato che i forti venti e le grandi onde della scorsa notte hanno causato lievi danni alla sua IMOCA, costringendola a effettuare alcune riparazioni fai-da-te a bordo. “Stanotte il tempo diventerà più mosso e domani il vento sarà molto forte, con mari incrociati quindi per niente confortevoli. Sarà fondamentale avere la giusta configurazione della vela e andare avanti finché la situazione non migliorerà. Ma mi sento bene, ho mangiato bene e ho dormito parecchio”.

PEDOTE AL 15° POSTO – Per quanto riguarda gli altri skipper internazionali, Boris Herrmann (Malizia – Seaexplorer) è al 10° posto a oltre 50 miglia dal gruppo principale, circa 60 miglia indietro, al 12° posto c’è la svizzera Justine Mettraux (Teamwork – Team SNEF) mentre l’italiano Giancarlo Pedote (Prismyan) è 15° e il giapponese Kojiro Shiraishi (DMG MORI Global One) è 17°. Il britannico James Harayda (Gentoo Sailing Team) e lo svizzero-tedesco Ollie Heer (Oliver Heer Ocean Racing) sono rispettivamente al 22° e 25° posto.

A mezzogiorno, 29 barche IMOCA erano ancora in regata dopo il ritiro di Jean Le Cam (Tout Begin en Finistère – Armor Lux), Sébastien Marsset (FOUSSIER) per motivi medici e Arnaud Boissières (La Mie Câline) per problema al sistema foil di sinistra.

SITUAZIONE CLASS40: BECCARIA (ALLA GRANDE PIRELLI) E BONA (IBSA) ALL’ATTACCO – Tra i Class40, anch’essi diretti a ovest, è in corso una dura battaglia nel gruppo di testa, con i primi quattro, guidati da Ian Lipinski (Crédit Mutuel), tutti a 10 miglia l’uno dall’altro nella classifica delle 14:00. Lipinski, Fabien Delahaye (Legallais Team Voile) e Nicolas d’Estais (Café Joyeux) formano un trio francese che cerca di tenere a bada il duo italiano formato da Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli) quarto a meno di 7 miglia di distanza e Alberto Bona (IBSA) al quinto posto e non lontano. La prima e unica velista donna della classe Amélie Grassi (La Boulangère Bio) è al sesto posto e a meno di 28 miglia dal leader. Ora ci sono 12 Class40 in regata, poiché Quentin Le Nabour è dovuto tornare in Bretagna a causa di un bompresso rotto sul suo nuovo Mach 40.6 Class40 Bleu Blanc Planète Location.

IL RACE DIRECTOR “Si ha l’impressione che stiano mettendo un po’ il piede sui freni per cercare di evitare di rompere qualcosa” ha osservato Yann Chateau, Deputy Race Direttore, che crede che i Class40 dovrebbero avere la stessa mentalità, soprattutto perché un piccolo errore può rivelarsi rapidamente costoso. “Questo flusso abbastanza costante da nord a nord-ovest è dovuto al gradiente di pressione tra la zona di bassa pressione a nord delle isole britanniche e una cresta di alta pressione che si estende verso nord dall’alto delle Azzorre”, ha continuato Yann Château, aggiungendo che come non appena i velisti si avvicineranno alla cresta di alta pressione e vi entreranno, “avranno un po’ di tregua per effettuare un buon controllo sulle loro imbarcazioni”.

(29 aprile) Prime 30 ore e primo ritiro: Jeremie Beyou torna a Lorient con danni a uno strallo

OCEANI ESTREMI – Era tra i grandi favoriti. Il suo Imoca 60 Charal ha riportato danni allo strallo J2 e ha invertito la rotta dopo un consulto con il suo shore team. Il piano è riparare e ripartire, con un equipaggio e portare la barca negli USA, per la New York Vendée Les Sables – IL PUNTO SULLA REGATA E SUGLI ITALIANI

Dopo meno di 48 ore la Transat CIC e l’Atlantico hanno la loro prima sentenza: Charal, uno degli ultimi Imoca 60, ha un’avaria che non gli consente di proseguire la regata e deve ritirarsi, invertire la rotta di 180 gradi e tornare a Lorient.

Jérémie Beyou è uno dei grandi favoriti, lo era per la corsa in solitaria Transat CIC da Lorient a New York, e lo è ancora per il Vendée Globe che partirà a novembre. Era in testa, adesso sta tornando a Lorient dopo un danno allo strallo J2. Lo skipper di Charal ha deciso di tornare indietro dopo aver discusso con la sua squadra tecnica, per effettuare una riparazione il più rapidamente possibile ed effettuare un controllo completo della barca.

Poi Beyou intende ripartire rapidamente con un equipaggio ridotto all’osso per consegnare l’IMOCA a New York. Determinato come sempre, Beyou vuole essere sicuro di iniziare la corsa New York-Vendée il 29 maggio.

Ovviamente l’avaria di Charal riapre la discussione sulla fragilità di questi racer oceanici estremi, con i foil di ultima generazione capaci di volare senza sosta, ma pur sempre soggette a improvvise cadute e ingavonate, che comportano rischi per barca, attrezzatura e skipper.

IL PUNTO SULLA REGATA – Dopo una partenza soleggiata e spettacolare, i 48 velisti solitari partecipanti alla Transat CIC hanno dovuto affrontare la prima notte in mare ventosa e movimentata, attraversando un fronte con oltre 30 nodi di vento e mare mosso. Secondo la classifica alle 16:00 del 29, Charlie Dalin (MACIF Santé Prévoyance), Nicolas d’Estais (Café Joyeux) e Patrick Isoard (Uship pour les Enfants du Mekong) sono in testa rispettivamente nelle classi IMOCA, Class40 e Vintage.

Dopo aver sgomberato la zona di esclusione TSS di Ouessant intorno a mezzanotte, il grosso della flotta è uscito quasi indenne dal primo ostacolo sulla strada verso il traguardo di New York. Le condizioni sono ora molto più gestibili per i leader, che si stanno dirigendo a nord-ovest verso la punta meridionale dell’Irlanda, dove dovrebbero essere in grado di fare la prossima scelta di rotta.

GLI ITALIANI – Tra gli Imoca, Giancarlo Pedote su Prysmian è protagonista di un notevole recupero e d è segnalato al 12° posto, ha ripreso il gruppo di centro e sta continuando ad avanzare, dopo aver recuperato parecchie posizioni rispetto al 20° posto delle prime ore di regata e sta cercando il ritmo giusto per dare continuità.

Giancarlo ha raccontato così la prima notte: “Questa notte ho provato a dormire a prua, in cuccetta e sul fondo, ma si batte già talmente per le onde che saltavo in qualsiasi posizione cercando di coricarmi. Questo lo definisco io segnale del passaggio terra-mare, una sorta di benvenuto in oceano, ma mi sono già abituato anche se è stato duro.

“Devo trovare il giusto equilibrio tra velocità e rotta, per non perdere il flusso meteo. È stato un inizio che mi ha accompagnato nella ricerca del mio equilibrio in mare dopo tanto tempo passato a terra. Ogni istante trascorso in mare è un momento di connessione con la natura, con la mia barca e con me stesso. È una sfida contro il tempo e contro se stessi, un’esperienza che mette alla prova le proprie capacità, ma che regala anche emozioni uniche e indimenticabili.

“In queste prime ore di navigazione, ho avuto modo di apprezzare la bellezza e la maestosità del mare, di sentire il suo respiro e di lasciarmi trasportare dalla sua forza. Il vento più forte arriverà tra due giorni e mezzo ed è la classica situazione in cui non si vince la regata, ma probabilmente si perde. Cercherò di navigare al cento per cento, prima di ritrovarmi a gestire mille difficoltà come la Corrente del Golfo.”

Tra i 13 Class40 i favoriti della regata sono tutti nel gruppo di testa con Nicolas d’Estais (Café Joyeux) con un margine di appena un miglio e mezzo su Ian Lipinski (Crédit Mutuel) e Fabien Delahaye (Legallais Team Voile) e circa cinque miglia davanti alla coppia italiana Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli) e Alberto Bona (IBSA), che si sono scambiati le posizioni nelle ultime ore.

Anche se la prima notte è stata un po’ più tranquilla per i Class40, questa mattina la situazione è cambiata con il passaggio del fronte. “Come potete sentire, le cose sono diverse rispetto a ieri. È movimentato”, ha detto Ambrogio Beccaria (Alla Grande Pirelli) in un messaggio vocale, riferendosi al forte rumore in sottofondo. “Non sono riuscito a mangiare, il che è fastidioso. Sono abituato a mangiare bene. Dovrò provare perché non voglio restare a corto di energie. Ieri sera è stato fantastico, bel tempo, una luna incredibile. Il ritmo è piuttosto duro, ho l’impressione che i miei amici stiano cercando di dirigersi più a Nord e spero di non prendere la decisione sbagliata, sembra che sia solo qui a Sud. D’altronde ci siamo spostati dai primi posti”.

Proprio le condizioni meteo, diventate più impegnative nel corso della notte scorsa, con 30 nodi di vento, hanno permesso ad Alberto Bona di recuperare posizioni, scegliendo l’opzione più a Nord insieme ai diretti avversari che guidano l’agguerrito gruppo dei Class40. “In questa prova non è possibile deconcentrarsi, perché qui tutti sono professionisti di grande livello e le imbarcazioni sono molto performanti; ogni piccola scelta conta e questo vale lungo tutto il percorso”.

QUI IL TRACKING PER SEGUIRE LA REGATA E LE POSIZIONI

LORIENT, FRANCE – APRIL 28 2024 : Italian skipper Alberto Bona on Class 40 IBSA is pictured taking the start of The Transat CIC, on April 28, 2024 in Lorient, France. (Photo by Arnaud Pilpre / Alea)

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