VIDEO – ANDREA MURA, TRANSLATED 9, RICCARDO TOSETTO. E INTANTO CHARLES CAUDRELIER… – Il solitario sardo ha risolto un black-out elettronico da potenziale KO ed è tornato a correre. Lo Swan 65 è stato tirato in secco e sono in corso ulteriori ispezioni per l’inizio lavori. Pen Duick VI è arrivato vincitore a Punta del Este. Il leader dei supertrimarani torna nell’emisfero Nord…
Non c’è pace, nel flusso di onde, venti e correnti per le tre regate intorno al mondo contemporaneamente in corso: 1) la Global Solo Challenge (GSC) senza scalo in solitario con barche diverse e attuali, partenze scaglionate e arrivo in reale a La Coruna inventata da Marco Nannini; 2) la McIntyre Ocean Globe Race (OGR) “vintage” in quattro tappe con barche classiche e senza strumentazione moderna (con i tempi che corrono e i satelliti a rischio attacco da guerre stellari, l’idea di riabituarsi a fare il punto con le stelle e il sestante, è quasi visionaria), in stile Whitbread anni Settanta inventata da Don McIntyre; 3) l’Arkea Ultim Challenge-Brest (AUC), prima regata intorno al mondo in solitario no-stop sui mega trimarani foiling.
Dopo gli incontri ravvicinati a Capo Horn e dintorni, le flotte si sono riallontanate, ciascuna sul proprio binario e sulle proprie logiche. In gara come noto ci sono anche dei velisti e navigatori italiani. Vediamo il punto delle situazioni in essere nelle tre regate, iniziando proprio dalle barche italiane. Cominciamo dalla Global Solo Challenge, con metà flotta che ha passato Capo Horn e risale l’Atlantico verso l’arrivo di La Coruna.
1) GSC-ANDREA MURA E IL BLACK-OUT RISOLTO – Un’avaria ai sistemi di navigazione totale, compreso l’autopilota, vitale per una regata in solitario, ha rischiato di mettere KO la straordinaria rincorsa di Andrea Mura e Vento di Sardegna alle prime posizioni della Global Solo Challenge. Per fortuna Andrea Mura è riuscito a debuggare il suo sistema e, scollegando progressivamente varie componenti non essenziali, ha ricondotto il problema ad una presa di collegamento e ad un connettore della batteria risultati corrosi. Fortemente sollevato dall’inaspettata rapidità nella soluzione di un problema che appariva enorme, Andrea ha potuto riprendere la sua rotta verso nord a tutta velocità.
VIDEO ANDREA MURA
La classifica della GSC al momento vede sempre al comando il francese Philippe Delamare, sul Mowgli, un Actual 46 dalle linee datate (progetto 1989) ma varato nel 2012, rivelatosi affidabilissimo e portato con maestria dal sessantenne skipper di Le Mans. Al momento Mowgli naviga in una bolla di alta pressione al largo del Marocco, a 1300 miglia dal traguardo: arrivo stimato 23 febbraio, tra circa una settimana! Alle sue spalle resiste la grandissima Cole Brauer, trentenne statunitense che sta compiendo il giro con un Class40 del 2008, First Light, una marineria e uno spirito che hanno conquistato tutti. Arrivo stimato per Cole il 4 marzo, è a 3500 miglia da La Coruna e nei prossimi giorni se la vedrà con i Doldrums equatoriali.
Il terzo della lista è Andrea Mura con Vento di Sardegna, il 50 piedi glorioso di Umberto Felci per il Vendée 2000 di Pasquale De Gregorio. Andrea è a 2000 miglia da Cole e il suo arrivo stimato è per il 12 marzo. Va ricordato che la Globe Solo Challenge ha previsto partenze scaglionate e prevede un tempo di circumnavigazione corretto: rispetto a questo la classifica vedrebbe in testa proprio Andrea Mura (114 giorni), davanti a Cole Brauer (127 giorni), l’altro italiano Riccardo Tosetto che naviga in quarta posizione (143 giorni e 20 ore). Il tempo di Delamare, parliamo sempre di previsioni, è di 145 giorni. Di sicuro questo giro, nato in sordina, alla lunga ha appassionato e richiamato attenzione. Meriterà una seconda edizione.
RICCARDO TOSETTO, UNA SETTIMANA FA CAPO HORN, E ADESSO… – Storico scatto per Riccardo Tosetto con il mitico Cabo de Hornos sullo sfondo. Alle 18:30 UTC dell’8 febbraio lo skipper italiano ha doppiato Capo Horn diventando il sesto concorrente della Global Solo Challenge a passare. Riccardo non vede l’ora di raggiungere acque più calme e calde, ma sappiamo che i primi giorni della risalita dell’Atlantico del sud spesso non sono da meno del Pacifico. Riccardo, come riporta una news di Marco Nannini su globalsolochallenge.com, ha dedicato il suo giro a qualcuno di molto speciale nella sua vita. A lui (e a Valeria) vanno i complimenti di tutti.
IL TRACKING DELLA GLOBAL SOLO: https://globalsolochallenge.com/tracking/
2) OGR – PEN DUICK VI TRIONFA IN URUGUAY, TRANSLATED 9 INSEGUE LA QUARTA TAPPA – Il ketch francese che il mitico papà Eric ha lasciato in eredità alla figlia skipper Marie, ha vinto il tappone di Capo Horn ed è arrivato al traguardo ieri a Punta del Este. Il vantaggio di vincere queste regate è di avere più tempo degli altri per riposare e rimettere a posto la barca, prima della quarta e ultima tappa con arrivo a Southampton da dove il giro vintage era partito.
VIDEO, PEN DUICK TRIONFA A PUNTA DEL ESTE
TRANSLATED 9, CE LA PUOI FARE! – Col fiato sospeso si seguono le notizie dalle isole Falkland che riguardano la barca, la sfida, la storia di Translated 9, lo Swan 65 di Marco Trombetti, protagonista delle prime due tappe (vinte), ma fermato dopo la Patagonia da due gravi fessurazioni allo scafo, rivelatesi strutturali e bisognose di lavori. La barca si è dunque ritirata dalla terza tappa.
Ma da quel momento è iniziata un’altra corsa, un’altra avventura. Tirata in secco e incontrati aiuti preziosi, sono in corso lavori intensivi su Translated9. Marco Trombetti racconta: “Grazie ad una nave cargo, abbiamo potuto sollevare la nostra amata barca a vela, e con l’aiuto delle fantastiche persone delle Falkland, siamo riusciti a portare la barca a riva. Ora possiamo condurre un’ispezione approfondita e valutare la situazione. Quando incontri persone con valori profondi, puoi ottenere tutto!”
La corsa è per provare a rimettere Translated 9 in forma in tempo per partire per la quarta e ultima tappa, completando così la circumnavigazione. Impresa non facile. In un video (qua sotto) social si intuisce l’invasività dei lavori, la barca viene disalberata e issata, e da quanto traspare c’è ancora un relativo margine di incertezza sulla possibilità di fare una riparazione effettiva che riporti la barca a veleggiare in oceano. Il sorriso di Marco, però, sembra trasmettere fiducia a tutti, convinzione di potercela fare. La parte più difficile era portare in secco la barca, ed è stata completata!
LO SPIRITO DELL’EQUIPAGGIO DI TRANSLATED 9: NON MOLLARE MAI
La OGR intanto continua, Maiden, Neptune e Triana sono i prossimi in vista dell’arrivo.
3) ARKEA ULTIM CHALLENGE-BREST, I GIGANTI VOLANO POCO NEGLI ULTIMI GIORNI – Solo sei barche (rimaste in cinque) e relativi grandi solitari al comando, altrettanti Capitani Kirk sulle astro-vele del terzo millennio, il primo giro Ultim ha pagato il fatto di essere davvero estremo. Con i mega trimarani si puo’ fare un record sul giro, provare il trofeo Jules Verne, sfidare se stessi, le classicissime transat di due settimane. Ma un giro in regata con avversari uguali e diversi… si è rivelata una storia difficile da raccontare. Alla fine ogni team ha fatto storia a sé, seguito dai rispettivi tifosi, troppo grandi i distacchi, anche se il finale potrebbe riservare qualche clamorosa riapertura dei giochi. Tutto questo nulla toglie all’impresa che stanno compiendo. E in particolare a quella di Charles Caudrelier…
EDMOND DE ROTSCHILD, ANCORA 3500 MIGLIA – Charles è vicino all’Equatore, stanchezza e venti variabili pesano sulla media, scesa nelle ultime 24 ore a 10,7 nodi. Il vantaggio sul secondo, Armel Le Cleac’h su Banque Populaire XI è di 1497 miglia, anche se quest’ultimo sembra rosicchiare sempre qualcosa al leader, nonostante l’annuncio di una nuova avaria, stavolta al timone. Terzo Thomas Coville su Sodebo Ultim, a 2200 miglia dal primo, curiosamente al largo proprio di Punta del Este…
In un messaggio social, l’équipe Banque Populaire annuncia che Armel Le Cléac’h ha subito “un incidente a bordo, una avaria al timone centrale”, aggiungendo che “più opzioni sono allo studio per diagnosticare l’incidente e riflettere sul seguito della regata”.
Charles ha avuto qualche incidente fisico, nel video qua sotto appare provato, l’ipotesi di completare il giro in meno di 40 giorni è tramontata da tempo e senza avversari vicini puo’ essere difficile trovare stimoli.
VIDEO CAUDRELIER
VIDEO, L’ULTIMO LIVE SULLA ARKEA