VE LA RACCONTO IO (VIDEO) – La regata offshore più internazionale, una avventura sportiva, umana e di crescita per ogni equipaggio. Sognando l’oceano con le insidie del Mediterraneo in agosto: caldo torrido, vento oscillante e birichino, notti stellate, passaggi insidiosi tra le rocce, le Bocche di Bonifacio, la Corsica, la Giraglia, e il Principato di Monaco come metà da conquistare

di Andrea Pendibene

Un’atmosfera unica in banchina al Circolo della Vela Sicilia a Mondello, club impegnato su più fronti come Minitransat e America’s Cup ma anche i giovani… e i pallet a poppa di ogni barca, praticamente dei totem enormi con il materiale superfluo di cui ogni barca è piena zeppa… Sculture altre oltre due metri da costruire che l’organizzazione invia all’arrivo cosi da agevolare i concorrenti che includono la regata come parte finale della loro crociera estiva per riportare le barche in Tirreno dopo le tappe estive Grecia, Eolie, Croazia, Ionio…. Insomma dal mini al maxi, dai doppi agli equipaggi pro tutti assieme al Circolo la sera prima in una serata conviviale dove ritrovarsi e sentire storie di mare con Donatello Mellina responsabile altura della Federazione, Matteo Plazzi grande velista e marinaio dalla Whitbread come navigatore sul sedile di una F40 Ferrari, Mauro Pelaschier, ma anche tanti nomi, per i Class40 tappa del campionato del Mediterrano e per gli ultimi set-up in vista della Transat Jaques Vabre di ottobre!

Non potevo non partecipare, l’avevo già fatta nel 2019 su un trimarano ORMA60 con la figlia di Poupon (ora anche lei in class40); una chiamata inaspettata dallo Skipper Alessio Bernabo’ testimonial in prima linea della vela “parasailing” nel contesto offshore con il suo class40 Vaquita – Crossing Routes Different Sailing Team con base a Livorno. Un equipaggio a 4 formato last minute perchè la barca ha fatto cantiere dopo una caduta dall’invaso e Alessio l’ha rifatta tutta, quasi da solo creando con lei un legame mistico. Lo capisco perchè ogni marinaio passa nottate in mare ma altrettante tra bulloni, resinature, carene… Palermo-Montecarlo per Ale ma anche per tutti noi non era una vacanza, non era una regata, era una battaglia di “Davide contro Golia” perchè gli altri class40 tutti con nuovi scafi, superleggeri e con le prue “scow” ma noi sapevamo che avemmo lottato come non mai!

Formazione dei “Vaquita Boys” oltre ad Alessio, anche da Francesco Cappelletti primo italiano a tentare la Global Ocean Race, ed Elia un ragazzo toscano oramai habituè del lago di Como e dei Formula 18 che senza troppe aspettative abbiamo coordinato in due giornate la preparazione della “traversata” dove ognuno si è messo in gioco per il gruppo e condiviso le competenze acquisite come un Team di F1 rodato da anni di trasferte infatti siamo stati talmente leggeri che non sono bastati i liofilizzati e l’acqua caricata giusta giusta… Diciamo che abbiamo fatto la scarpetta al bollitore del thè per le ultime gocce residue nella piatta totale delle ultime 7 miglia che ci ha rallentato di 10 ore sul routing previsto.

DIARIO ON BOARD “VAQUITA” – Una Offshore bella lunga e in tratti di mare insidiosi dove anche in agosto non bisogna mai dare nulla per scontato. Oltre ai “soliti” barconi maxi, il VO65 Sisi (su cui ho preso parte alla Ocean Race) e agli equipaggi importanti e familiari, la regata è anche tappa del Campionato del Mediterraneo Class40 dove il podio racchiuso in una manciata di punti per i top skipper e qualche new entry…

Kito de Pavant, mio ex compagno di allenamento alla Academy di La Grande Motte (la leggenda della vela offshore, credo l’unico assieme al Team di Soldini che ha base in Mediterraneo e proprio di questo abbiamo parlato dopo la regata perché non capisce come mai tutti gli italiani oceanici non partecipano alle bellissime regate lunghe in mediterraneo dove vento, mare, clima aiutano nei periodi invernali), Ivica Kostelic mito dello sci con quattro medaglie olimpiche) e il navigatore Marco Guerra con un progetto ambizioso e una barca stupenda… Poi c’è Vaquita Crossing Routes un progetto non solo sportivo ma anche sociale promosso dal suo skipper Alessio Bernabò in prima persona essendo lui stesso testimonial e anima della barca di base allo YC Livorno

Proprio in questa ultima imbarcazione mi sono trovato catapultato, ricevendo una chiamata dallo skipper in persona e sapendo gli enormi sacrifici che affronta non potevo dire di no, essendo libero da impegni sportivi e militari… Arrivo in aereo, trasferimento e fasi preparatorie sono già fatte dal Dream Team quindi solo due giornate belle piene a Palermo tra conoscenza equipaggio, ultime messa  a punto generali, alleggerimento massimo con costruzione pallet per Monaco, training con il termicone di Mondello e briefing, conferenza stampa , cena di gala… insomma come ogni regata offshore dalla sveglia al tramonto sempre in barca.

Inutile parlare della organizzazione impeccabile del Circolo della Vela Sicilia tra deskoffice, chiosco acqua/birra no limits, pulmini/navette-per il Circolo e le Serate ma anche cocktail e buffet pre race da VIP. In barca oltre ad Alessio, l’oceanico Francesco Cappelletti ora cagliaritano ed Elia prodiere di F18 che frequenta il Lago di Como e i suoi venti “breva e tivan”

Start: dopo 2 richiami generali finalmente si parte, alla boa di disimpegno si fila su code 0 assieme agli altri class40 e barche più grandi; arriva sera e optiamo per un bordo a terra ma senza esagerare e ogni “salto” ci riposizionavamo per non “spaiare” troppo con i nostri competitor.

Il 22 agosto e’ stata una lunga notte e diciamola tutta regatare in Figaro e in Minitransat ti aiuta molto perché in queste classi la notte è feroce tanto si è accaniti a controllarsi guardando in continuazione AIS, luci di via, fino a perdere la vista e qui abbiamo fatto lo stesso non risparmiandosi sui continui cambi vele.

Il 23 agosto mattina siamo ancora a contatto con i class40, in mezzo tra Sicilia e la costa Est della Sardegna con dei bordi ad inseguire il vento.

Le turnazioni sono elastiche in queste condizioni dove è richiesta una attenzione al dettaglio e lucidità: li abbiamo fatti da 3 ore ma con cambi ogni 1,5 ore e ad ogni manovra tutti in coperta cosi da essere veloci e safe.

Finalmente il 24agosto primo pomeriggio arriviamo in approccio nella zona del Gate di Porto Cervo facendo il “pelo” ai capi prima per prendere tutte le accelerazioni possibili e planare con il gennaker: Golfo di Orosei, Capo Comina, Moralotto, Tavolara e finalmente la secca del Cervo con la boa dove si stramba e si entra nelle Bisce al tramonto con lo spi grande…

Arrivati al gate eravamo già fuori turno da molto, il vento ha rinforzato e dopo 10 strambate da Porto Cervo al Canale con un traffico infernale di rientri in porto in Costa Smeralda “incaramelliamo” proprio sull’ultima strambata nel mezzo alle Bisce a 50 metri dagli scogli! No-panic, ammainiamo e issiamo code in attesa di svolgere la matassa sottocoperta con un caldo allucinante e sfiniti dalle tante manovre.

Quando capiamo che non riusciamo, prepariamo lo spi piccolo divisi due sotto per stendere lo spi e due sopra per manovrare e guardare mede, cardinali, fondali, traghetti, barchette, sup, windsurf, canoe…, insomma La Maddalena in agosto quando da il meglio di sé nel canale per Palau!

Proprio mentre issiamo al calar del sole il vento gira e ci troviamo a bolinare, il vento diventa teso e iniziamo le procedure oramai rodate guardandoci negli occhi con un solo sguardo: chi mantiere il timone e randa in mano, chi segue la rotta e tiene le scotte del fiocco ma anche regolazione del carrello 3d e sotto in due a spostare pesi (tutto il possibile e oltre) e caricare i ballast. Altra opzione decisiva dopo le Bocche di Bonifacio di non “estremizzare” rotta ovest come davano i modelli e routing ma assecondare il vento a istinto.

Non troppo fuori, non troppo a terra ma seguire odori di terra, fumaioli di tragetti, discussioni al vhf dei pescatori e bollettini meteo dei semaphore della Marina Nationale…  Scuola MiniTransat francese e Figaro del Giro d’Italia del Nastro Rosa dove ogni refola è da “acchiappare”.

Poco dopo Bonifacio siamo al traverso di un banco di scogli le Moines, pochissima aria e noi su code zero, assetto light wind “esagerato” con due persone in coperta avanziamo e tra una chiacchera e l’altra parlando di oceano, sogni, progetti, Cagliari, Luna Rossa, Marina Militare etc etc, tra calibrazione strumenti e un liofilizzato vediamo le luci rosse e verdi dei competitor ferme e ciondolare sia terra che al largo quindi galvanizzati lasciamo a dormire chi doveva darci il cambio vedendoli “tramortiti” sotto coperta.

Davanti abbiamo sia il Class40 “made in Midi” di Kito de Pavant ma anche il Class40 ACI di Ivica che soffrono il nostro bordeggio quasi perfetto da lasciarli stupefatti (come ci confermeranno a terra, dove ci hanno detto tenevano il binocolo vicino per scrutare l’orizzonte per vederci all’attacco).

Passiamo Ajaccio e le Sanguinarie all’alba poi sentiamo dai bollettini il sudovest in aumento e ci prepariamo spi grande, poi cambio con spi piccolo, poi code pesante e via a cannone, ballast carchi e planate oltre gli undici nodi fino a 7 miglia da Monaco, dove il vento cala inesorabilmente… Purtroppo i circa 15 anni di evoluzione dei nuovi class40 con le prue scow e materiali super leggeri fanno la differenza con il nostro Akilaria RC1 che da’ il massimo ma non più nulla contro questi puledri che ci sgommano via a medie sopra i 13 nodi.

Una piatta totale e 2 metri di onda residua rendono vana ogni azione di avanzamento, siamo stanchi iniziamo a “sclerare”, si inizia a sentire la stanchezza avendo dato tutto sapendo di arrivare poco dopo la mezzanotte del 26 agosto invece “ciaf-ciaf” a 0,2 nodi e ogni tanto si perdeva pure il controllo della barca!

Rimaniamo io e Ale in coperta, da lontano due luci di navigazione si avvicinano, cambiamo il code 0 pesante con il light che con onda e no wind non è facile anzi molto faticoso per non fare finire tutto in acqua, apriamo la randa per avanzare con i colpi delle stecche e il code a metà…..ci muoviamo ma non basta perché il Farr40 Comanche Sagola del Lauria si vuole infilare internamente tra noi e i molo sopraflutto del faro rossi di porto Hercules…

26 agosto ore 3 della mattina, come in F1nel circuito cittadino di Montecarlo arriviamo alla staccata e ci sono forse 3 metri tra noi e il molo, gara di nervi per chi molla prima… arrivati a 10 metri loro decidono di virare e noi continuiamo tagliando qualche secondo prima con il gommone delle giuria vicino pronto a verificare penalità “just in case”.

Il resto della storia è quello di qualsiasi regata, si entra, si ormeggia, si beve una birra ghiacciata o una coca cola se non fosse che qui siamo allo YC de Monaco quindi grande buffet nella sala Guest h24 per gli arrivi, colazioni free, pranzo nella terrazza al primo piano…

Da parte mia altra esperienza preziosa in team e stavolta a mobilità ridotta, sui class40 classe del momento ma anche tesi del mio master in Yacht Design con progetto tutti italiano assieme a Marina Militare.

Ora non sogno più da solitario, o meglio sogno sempre di navigare ma in Squadra dove mi piacerebbe fare, rifare queste regate per crescere e far crescere nuovi marinai velisti aperti alle tecnologie foil ma che abbiano rispetto per il mare e le sue tradizioni!

Navigare, sognare e mai fermarsi perchè lo sport della vela oggi è anche tecnologia che và avanti a tuono… Intanto faccio esperienza a suon di miglia con progetti italiani di skipper italiani sia in mare, ufficio tecnico ma anche sviluppo e set up perchè siamo marinai e il mare è il nostro mondo: da navigare e preservare.

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