Il 10 settembre parte Ocean Globe: 14 yacht al via, tra questi l’italiana Translated 9

VIDEO – COME SEGUIRE IL GIRO DEL MONDO E LA BARCA ITALIANA TRANSLATED 9 – Sono 218 i velisti pronti a a navigare intorno al mondo e in piena vigilia: formazione medica e di navigazione astronomica, ispezioni di sicurezza e preparativi dell’ultimo minuto in corso. Barche, marinai, storie di oceani. Il programma degli ultimi 9 giorni prima della partenza. E una barca italiana…

Una flotta internazionale da 23 paesi, un’avventura di otto mesi intorno al mondo a tappe, con barche tradizionali. Una corsa retrò con equipaggio completo, nello spirito della prima Whitbread Round the World Race del 1973, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’evento originale.

TRANSLATED 9 – La barca italiana ha tutto per emergere: un programma di preparazione intenso, con addirittura due barche, due Swan 65 si due lati dell’Atlantico, la consulenza di Paul Cayard (vincitore di un giro del mondo), la formazione dell’equipaggio e la navigazione affidata a father & son Vittorio e Nico Malingri, tra i marinai italiani più preparati e giusti per l’impresa. Un armatore, Marco Trombetti, titolare di Translated, marchio digitale delle traduzioni online, un successo italiano nel mondo, folgorato dalla passione per la vela e in grado di “vedere” come una avventura del genere puo’ servire a comunicare valori.

A bordo in partenza ci saranno: Marco Trombetti, Vittorio e Nico Malingri, Isabelle Andrieu, Simon Curwen, Pietro Luciani, Maretta Bigatti, Ezgim Mistikoglu, Piercarlo Antonelli, Sophie Fontanesi, Paul Marshall, Baptiste Gillot, Teresa Marshall, Deniz Derin Binaroglu, Niccolò Banfi.

Insomma Translated9 rappresenterà al meglio l’Italia e la vela italiana all’Ocean Globe. E Saily si appresta a seguire il giro con attenzione e con servizi dedicati.

PARTENZA IL 10 SETTEMBRE NEL SOLENT! – Alle 13:00 del 10 settembre, gli yacht salperanno dalla linea di partenza del Royal Yacht Squadron, Cowes, nel Regno Unito, per circumnavigare il globo, senza utilizzare computer, satelliti o ausili per la navigazione GPS o materiali high-tech. Per otto mesi affronteranno gli oceani più difficili del mondo con l’unica energia degli esseri umani, tutto in nome dell’avventura, navigando come se fosse il 1973!

Quanto è folle, quanto è attuale, quanto richiama il pubblico? Lo dice il successo della regata: un giro del mondo che raccoglie alla prima edizione 14 barche (e altrettante hanno rinunciato strada facendo) non è cosa da poco. Basta vedere cosa accade all’erede di quella gloriosa Whitbread, l’attuale The Ocean Race, che fatica a mettere insieme cinque o sei barche ed equipaggi.

Ma quanto, dietro al sogno, c’è anche preparazione vera, studio, attenzione, professionalità?

Garantire che gli yacht siano all’altezza della sfida del passaggio dei tre grandi Capi, Capo di Buona Speranza in Africa, Capo Leeuwin in Australia e Capo Horn in Sud America significa ispezionare ogni giubbotto di salvataggio, contare gli estintori, aprire i “sacchetti di raccolta” e testare le luci di navigazione. E questa è solo la parte facile!

Ogni yacht è soggetto a un’ispezione di sicurezza dettagliata che deve essere superata prima di ricevere l’ambita “carta verde” necessaria per prendere parte alla regata. L’assistente del direttore di gara, Lutz Kohne, è stato impegnato a coordinare questo compito gigantesco.

“Siamo a metà delle ispezioni di sicurezza e vediamo ogni genere di cose. Alcune barche superano gli elevati requisiti di equipaggiamento di sicurezza, altre hanno una lista piuttosto consistente di cose da fare. Tuttavia, il feedback complessivo dei nostri ispettori è: “Navigherei con questa barca nell’Oceano Australe.”

Non solo. Come richiesto dal Bando di Regata, ogni barca deve avere due equipaggi con formazione medica, che devono anche frequentare un ulteriore corso di formazione specialistico fornito dal Dr Spike Briggs di MSOS (Medical Support Offshore). “Mi è stato chiesto di occuparmi del workshop dedicato all’incannulazione e alle iniezioni intravascolari e intramuscolari. È stato divertente perché era qualche anno che non insegnavo agli studenti, ma ero soddisfatto nel vedere che tutti sono attenti e bravi”. ha detto l’ex anestesista Patrick Bodiou, il medico a bordo del concorrente australiano Explorer AU (28), che ha preso parte ai briefing medici.

E mentre la pulizia dei verricelli, la riparazione delle vele e il rifornimento continuano a ritmo sostenuto, c’è ancora tempo per socializzare. “Siamo la barca più grande e siamo attraccati al centro della flotta, quindi Pen Duick VI è il posto dove stare. Mi piace quando le persone vengono a visitare la barca, sono sempre molto curiose e sono libere di venire e trascorrere del tempo a bordo”, ha detto Marie Tabarly, figlia del leggendario Eric, skipper di Pen Duick VI, una delle sette ex barche Whitbread che prendono parte alla regata. È il fiore all’occhiello dell’associazione The Elemen’Terre Project, il cui obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica sulle principali questioni ambientali e sociali del nostro tempo.

COME SEGUIRE LA OCEAN GLOBE (E TRANSLATED 9) – Stare al passo con la flotta è facile. Da ogni yacht potranno essere inviati fino a quattro tweet al giorno che verranno distribuiti su Twitter e Facebook. Una volta alla settimana, ogni yacht avrà un controllo di sicurezza, una chiamata satellitare alla direzione della regata della durata di circa 15 minuti, distribuita sul sito delle OGR e su Facebook come registrazione SoundCloud. L’equipaggio invia due foto satellitari a settimana, che verranno pubblicate su Instagram. In ogni caso c’è il tracking: basta scaricare l’APP YB Races e seguire le rotte 24 ore su 24.

Ogni mattina alle 09:00 UTC Don McIntyre, fondatore e sponsor della gara, farà un aggiornamento sui progressi della flotta LIVE di 20 minuti, che può essere visualizzato contemporaneamente su OGR YouTube e Facebook, e che verrà trasmesso anche su Saily. Dalla home page di www.oceangloberace.com si accede direttamente a tutto ciò desiderate sapere sulla gara!

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