UN RACCONTO CHE VI PORTA A BORDO DEL FIRST 36.7 DELLA MARINA MILITARE ALLA GARMIN RIVA PER 2 – Una regata senza fronzoli, una meteo impegnativa, scenari e capi mitologici, spi pesanti, colpi di mare e schiene di delfini, riferimenti storici, passione infinita, marineria… Il racconto appassionato e diretto di Andrea Pendibene – FOTO

di Andrea Pendibene

C’era una volta l’Altomare come lo definiva Sergio Masserotti e la Fiv, dove armatori, equipaggi, marinai e attrezzisti italiani facevano impazzire inglesi, francesi, americani nelle classiche d’altura. 

Noi Italiani eravamo il riferimento dalla Coppa America con Azzurra, alla Whitbread con Broksfield e nello IOR con equipaggi, progettisti, armatori e mecenati skipper come Agnelli, Bonadeo, Landolfi, Falck e tanti altri che formavano nuove leve..si cresceva facendo gavetta in cantiere, trasferimenti, bulloni e regate come racconta Danilo Fabbroni che lavorava nella tana a Cowes e trasferiementio su e giu’ fino all’argentario..si passava inverni negli uffici dei progettisti italiani Navone, Ceccarelli, Vismara, Maletto, Vallicelli, Sciarrelli… dove marinai e comandanti collaboravano alla nascita di nuovi progetti al tavolo da disegno che autocad, Rhinoceros e cfd non esistevano.

30 anni e la Roma X Tutti è ancora qua, con il suo spirito originale senza “fronzoli” e tanto mare, perché l’altura offshore (Altomare) è navigare lontano dalla costa, giorno e notte valutando meteorologia e strategia seguendo le costellazioni (da qui il nome del 36.7 Cigno, in latino “Cygnus” importante costellazione settentrionale, la figura dell’uccello si estende lungo la via lattea estiva ed è rappresentata in volo verso sud, la sua stella principale è “Deneb”, mentre “Dragone” e “Pegaso” costellazioni confinanti ; nomi delle altre imbarcazioni delle sezioni veliche di Napoli, Anzio e Spezia.

Chi si iscrive “alla Roma” come si dice in gergo, è consapevole di prendere un biglietto di sola andata per le Eolie ( o Ventotene per la Riva X tutti) perché qua’ si parte e i Delay in 30 edizioni si contano sulle dita di una mano, inclusi quelli dovuti alla Pandemia.

La filosofia del CNRT (Circolo Nautico Riva di Traiano) assieme alla macchina organizzativa è far sudare sul campo senza sconti i 3 punti del Campionato Italiano Offshore FIV – UVAI agli equipaggi/ doppi / solitari.

“Questa vela è  sport, quindi bisogna allenarsi; è meglio capire sin da subito che ci vuole sacrificio, motivazione, testa e tanto cuore prima ancora di pensare alle scottine colorate, il set di vele o la stecca rastremata…oltre agli “habitué” anche new generation con la voglia di fare offshore in equipaggio come hanno fatto tantissimi skipper noti e meno noti dove anche per loro non sono  mancate le “musate”. Qui non si vince e non si perde, ci si forma e si cresce… in poche parole si diventa marinai; oppure si capisce perche’ il mare e’ schietto e diretto che non è cosa e si “cambia registro per preparare l’edizione successiva sognando di sbandierare con orgoglio il guidone da draglia come “finisher” al pari della Parigi Dakar o di un IronMan applaudendo chi vince!”

Bisogna passare mesi a preparare barche, attrezzature , rodare equipaggi che in aprile il Tirreno offre un “AllYouCanEat” di mare, vento ed emozioni forti! 

In banchina tra gli equipaggi nel pre-gara si respira una atmosfera di altri tempi dove con umiltà e rispetto si fondono tra skipper oceanici ed equipaggi amatoriali di qualunque nazione e con qualunque barca per condividere esperienze, paure, consigli… poi in mare “ coltello tra i denti” ma in caso di avaria si pensa a dare assistenza e poi alla regata!

I gps per il tracking
La piomba al motore

Appuntamenti on line, checklist in pdf sul sito per organizzarsi e presenza obbligatoria ai controlli, piombe motori, briefing, metereologo con briefing informativo dedicato di Andrea Boscolo;  Corsi World Sailing con il Centro di Sopravvivenza di Anzio e refresh ai pontili procedure di emergenza/aperture zattera. Staff media interviste, storytelling/ follow up prima/durante/dopo la gara con Fabio Colivicchi Saily/Roberto Imbastaro, foto di notte da Di Fazio e consegna della bottiglia da stappare a tutti all’arrivo in mare! Questo il riassunto vertiginoso…

Un Coordinamento tanto complicato quando delicato gestito al meglio dal Presidente del club Alessandro Farassino e dal Direttore di regata Fabio Barrasso (senza dimenticare il Presidente Cacioppo della 4° Zona) implicati tra sportività e trasparenza per tutelare i regatanti ed offrire uno scontro tra “Gentleman della vela in totale fair-play” e sicurezza con tracce tracker, piombe motore degne di precisioni e meticolosità senza pari.

il briefing equipaggi

Galeotto è stato il trasferimento dei due Figaro3Foil da Venezia a Genova a fine febbraio dove io e Giovanna (Giovanna Valsecchi anche lei Marinaio con tante miglia di mare tra derive, mini650 Figaro3 e anche in equipaggio) assieme ad altri colleghi che si sono alternati nelle tappe di Brindisi, Napoli, Riva di Traiano ( militari di differenti gradi e comandi)  incontriamo il Segretario della Velica di Anzio che sale a Napoli e ironia della sorte tra una strambata e l’altra proprio tra le Pontine ci propone di “fare squadra” con il 36.7 Cygnus alla Riva X Tutti. A noi non sembra vero poter tornare a regatare in equipaggio per crescere non solo sportivamente ma anche umanamente come equipaggio facendo sinergia come già fatto in passato.

Il Cygnus team alla partenza…

SUL CYGNUS, IL BENETEAU FIRST 36,7 DELLA MARINA MILITARE C’E’ CON IL TEAM DELLA SEZIONE VELICA DI ANZIO – Giovanna Valsecchi per posticipo visita agonistica non ha rinnovato la Fiv e quindi si autoelimina dal Team, io arrivo il giorno prima ma invece che all’ alba causa sciopero nazionale arrivo tarda mattinata e inizio con i controlli e piombaggio motore. Poco a poco arrivano i componenti del team che escono dagli uffici al Ministero e coordinati dallo Skipper (l’Ammiraglio Vito Lacerenza) ci dividiamo i compiti tra cambusa, check dotazioni, controllo vele, montaggi, setup albero e procedure di manovre emergenza senza dimenticare briefing sicurezza, zone vietate, consegna tracker etc etc fondamentale il Segretario della Velica di Anzio, Alfredo De Florio che ha mantenuto la calma nonostante il poco tempo e le check list infinite che solo io mi invento nei pre start e la cambusa necessaria per il morale e dare energia al fisico.

Utilissimo il briefing meteo ad opera di Andrea Boscolo che oltre ad essere un metereologo è un navigatore trasversale che vive sulla sua pelle la regata in doppio, in equipaggio, sul gommone per le squadre olimpiche passando tra i mini50, offshore, class40, Coppa America e maxi.. usa un linguaggio chiaro e diretto che mette in warning quando serve oltre a slide chiarissime come: “..Vento da Sud Ovest di gradiente, onda da 1.5 a 2.5mt e pioggia, groppi e grandine..!”

D – 1 ; IL GIORNO DEI CONTROLLI DI STAZZA – Alle venti e trenta della sera precedente terminiamo la preparazione con l’idea chiara che ci sarà mare mosso, tanto vento quindi salvagenti e cinture fuori già numerati con le cinture tipo para’ pronti al faro verde per il lancio dal portellone, mani di terzaroli on e caschetto per il prodiere, vele di prora piccole gia organizzate e panini asciutti già fatti per nutrirsi in qualche maniera in falchetta…. cioccolata per i prodieri chiamati ad un lavoraccio da sub senza boccaglio!

Controlli di stazza

Ultimo ma non meno importante cassetta attrezzi, pronto soccorso e secchio per andare al bagno come in oceano onde evitare rischi inutili sapendo che a bordo abbiamo il navigatore Domenico Carbone che nella vita è un dottore e medico Fiv della 4° zona quindi siamo tranquilli… Io dormo in barca prima della partenza, la è notte fredda e umida con la pioggia che scende forte, tuoni e lampi si vedono dai boccaporti e si sentono come anche il continuo rollio di una risacca importante, ma il mare è passione.

D-DAY IL GIORNO DELLO START – Ritrovo alle 9h alla barca e tutti arrivano puntualissimi come “militari”, facciamo le foto alla sala stampa, briefing con il nostro skipper con macro strategia, tipologia di vele, procedure di uscita con mare frangente in ingresso e ci si prepara ai “posti di  manovra”

Si molla sotto la pioggia e il vento teso che “sembra di essere in Bretagna a St Malo o La Rochelle” come detto da Saily e la sua troupe impegnata a fare i video delle facce pre-partenza..

“Tutti indipendentemente dal ruolo di bordo, dalla barca, dai propri obbiettivi sportivi siamo marinai e l’obiettivo è preservare la barca e non esporre l’equipaggio a rischi inutili come si capisce scambiandosi sguardi tra le barche.

Siamo tutti agitati e tesi allo stesso tempo perché ognuno sa’ che “mollare le cime vuol dire staccare i contatti con il mondo ” in un contesto “wild” con una una meteo che non darà tregua fino a lunedi (72h di vento, mare, pioggia, grandine con una depressione sulla testa) quindi paradossalmente più selettiva la corta sempre sotto attacco che la lunga completa Garmin Roma per 2 che avrà una seconda parte con venti termici, un po’ di sole e tanta strategia “post buriana” (circa 250 miglia per la Riva con boa Ventotene contro le 550 per la Roma “classica” con boa alle Eolie).

Poco tempo per dare vela una volta al traverso della torre di controllo perché il mare è grosso, fare la piomba e inviare la conferma di ricezione al CDR, prima delle procedure di partenza un piovasco talmente intenso da confondere il grigio del mare con il cielo, zero visibilità e fradici ma lo Skipper Ammiraglio Lacerenza) e in sinergia con Gianni Schiavoni, (ora impegnato a Roma ma è stato in passato Comandante della Stella Polare e Nave Palinuro per le campagne formazione degli allievi della Accademia Navale in Mediterraneao e Nord Europa) nonostante la situazione complessa nel pre partenza tra gommoni, giuria, stampa e barche che manovrano a vela a bordo l’impressione è di relativa tranquillità con il target di pensare a posizionarsi al meglio con la sola randa ridotta prima del groppo.

Le condizioni alla partenza

Ci posizioniamo sopravvento alla linea, sulla batimetrica vicino alla terra, mancano pochi minuti ci indicano la vela di prora dal pozzetto e la issiamo con “precisione chirurgica” che il Tuff-Luff non perdona…”assieme al pilastro della prora” Giovanni Salomone ( ingegnere edile che lavora con incarico a Roma formato negli invernali della velica di Anzio tra J24, 36.7 e mitico “Dragone”), si poggia e si parte con obiettivo a breve boa disimpegno.

Successivamente idee chiare sui passaggi necessari quali Scogli di Capo Linaro, Aree vietate dei poligoni di tiro, posizionarsi senza rischi lasciando Zanone a dritta e bersaglio “ finale del “Gran Premio della Montagna” Ventotene da girare puliti per ripartire verso casa..

Senza alcuna indecisione e come da Accademie francesi 650-figaro’ privilegiamo “in primis traiettoria safe” senza troppe strategie avendo sulla testa la depressione , regolando le vele di continuo. Escluso il timoniere ( nei punti chiave era lo stesso skipper) e un tailer “dual-use” randa e vela prodiera tutti erano in falchetta o al massimo uno dormiva dentro ma sui sacchi vele o sulla panca sopravvento per massimizzare il raddrizzamento.

Partenza con un timing da regata tra le boe e poi diretti secondo la nostra strategia senza vari zig zag , il mare era grosso e si sbatteva molto che solo chi l’ha provato sa’ cosa vuol dire continuare a vibrare per secondi dopo “lo slamming” e farlo per centinaia , migliaia di volte con secchiate di acqua salata in faccia, usare braccia e addominali per cercare di non sbattere e vegliare sul compagno che non si addormenti dalla stanchezza e scivoki in mare.. tutti “salvagentati e legati” con le chiamate dallo skipper su onde particolartmente altre e fuori periodo che avvolgevano la prora fino all’albero e fiumi di acqua che scorrevano fino in pozzetto passando contro la gravità dal passavanti“scolando come una grondaia” negli acquazzoni estivi nel pozzetto.

In qualche modo iniziamo le turnazioni, si dorme quasi nulla, la vita internamente è impossibile e lo spazio poco perché le vele sono in dinette pronte al cambio e sempre sopravvento, si dorme uno “massimissimo” due per volta ma serve abituarsi a queste condizioni velocemente.

Molti  rimangono in coperta per dare una mano e cmq con il peso sopravvento mentre lo skipper conduce alla massima velocità con una concentrazione assoluta sempre sopra gli 8 nodi di media al reaching/bolina larga.

Passiamo Zanone come ipotizzato nella nostra strategia lasciandola a dritta di 0.5/1miglio e molte barche che sono andate a terra o al largo devono modificare la rotta mentre noi monitoriamo la distanza in sicurezza che di notte nel buoi senza luna non sono ammessi errori, anche anticipando le variazioni del vento “tra effetto tampone e accelerazione” studiato per anni nei centri offshore e olimpici oltre alle centinaia di miglia sui 650, Figaro, Class40 dove le boe di percorso sono isole e ogni volta si impara dagli errori….

Poco prima di Ventotene il vento gira al giardinetto e diminuisce di intensità, anzi sembra quasi nullo ma è solo un impressione dopo 10/12h di lavatrice ( intensità 20/25 nodi di media e onde 2/3metri in taluni casi frangenti da spostare la barca in laterale) . Siamo tentati di dare spinnaker ma visto l’avanzamento sempre sopra i 5 nodi ed essendo a poco meno di 6-7 miglia con temporali e saette ovunque lo skipper e il pozzetto decidono di far riposare a brevi turni di 15/20min tutti, di studiare meglio l’atterraggio del Gate tra S.Stefano e il Porto Romano oltre a capire l’effetto venturi dove ci prenderà…invece che dare spi, diamo tutta randa, le turnazioni cominciano, qualche panino umidiccio ci consola e sempre con spostamento pesi/equipaggio per il miglior assetto.

Arriviamo al gate, qualche minuto di vento veramente leggero, impostiamo una strategia di piccoli bordi per rimanere sulla batimentrica sicura ma vicina alla costa evitando scogli e scoglietti senzA allontanarci dalla costa in attesa della ripresa del vento teso che arriva e sorprende molte barche che al vhf segnalano i ritiri a ripetizione per vele spaccate o esplose sotto le violenti raffiche arrivate  con grandine improvvisa nella notte nera come il catrame.

Una barca ci sfugge e passa 4 minuti davanti a noi ma ha fatto una rotta “pelando” il SudOvest di Ventotene e tanto di cappello per il rischio, ma coerentemente con la nostra strategia iniziale noi non seguiamo sul momento e manteniamo sempre un “passaggio safe” considerando una eventuale avaria/imprevisto per avere i tempi minimi per evitare il peggio.

COME SI RAGIONA IN SQUADRA – Questa fase di giro di boa senza sbavature e colpi di testa mi ha fatto crescere su come si ragiona in squadra  perché  il pozzetto (ammiraglio/skipper Timoniere, “Mimmo Carbone” il dottore randista e “Gianni Schiavoni” tailer dal braccio bionico assieme a Deflorio “occhio di lince” uomo vedetta fari e scogli affioranti..) hanno sempre preso decisioni ragionate e condivise anticipando sempre con brevissimi briefing telegrafici al crew informando/analizzando con dati certi il “Gain” ma anche il “WorseCase” con vision regata “fino alla fine”…

Una notte buia, che riprende in direzione inversa puntando al mitologico Capo Circeo dove la sua morfologia crea cambiamenti repentini non indifferenti per la sua conformazione e altezza, i temporali somo ancora attivi ma almeno non piove! Il vento non molla anzi ci spinge e gira come da previsione esposta al briefing al giardinetto quindi un po  più riposati ( chi ha dormito di più ha fatto due turni da 15/20 minuti, altri nulla!!!).

Proviamo a dare tutta randa ed issare lo spinnaker ma una volta a riva si capisce che lo potremmo gestire ma a patto di prendere rischi e quindi ammainiamo in attesa dell’alba. Continuando a regolare tutto il possibile e studiare le fasi successive tra carte e cartografici (grazie Sailproof per il tablet waterproof da testare!) che in un momento ci troviamo a studiare il passaggio tra Zanone e Ponza per assecondare la massima velocità target!!poi passiamo esternamente ma eravamo pronti a farlo…

Arriva l’alba, passata Zanone e il comando dallo skipper di issare lo spi pesante,  precedentemente la prua con il “pilastro” Salomone e Deflorio fa “double-check” dei circuiti e drizze prima di “aprile le ali e planare” tra onde di poppa e qualche onda da NordOvest segno della maretta proveniente da Capo Corso.Qui mi sono divertito molto perché mi capita “casualmente” il turno al timone ( essendo una attività formativa, lo skipper/Ammiraglio compatibilmente con la situazione e attitudini personali gestisce le turnazioni in maniera che tutti affrontano tutti i ruoli dal timoniere al cambusiere passando per tailer a cuoco prepara panini e spaccio di snack notturni di notte, oltre che controllore prima del tramonto che tutti abbiano salvagente, cintura e frontale). Mi sento a mio agio in questa situazione con la timoneria a ruota su un plan Farr di fine anni 90 dove se si “esce dal binario della VMG si parte in Vrack” ma “Gianni” il tailer con maniglia sempre sul winch,”Mimmo”  randista con le scotte in mano, e “Deflo” con “Salomone” prodieri in assetto a centro barca pronti in tempo zero alla abbattuta davanti all’albero facilitano “la mission go to max speed” ( lo skipper non ha mai riposato più di 10 minuti e non credo di aver visto più di 3 turnazioni da parte sua per tutta la regata e in queste tre, una o due fatte sul ponte in dormiveglia!).

Al traverso di Anzio, man mano che si sale con rotta nord il vento inizia calare, le nubi si diradano e il sole inizia a fare capolino scaldandoci il corpo e le cerate fradice oltre a “dare un colpo al morale”.  La previsione del briefing meteo di Boscolo segue gli step con rotazione del vento da settore sud a settore nord leggerissimo con il mare che si placa e diventa quasi calmo dove tutti abbiamo sentito la mancanza di Giovanna…la sua sensibilità da “bavettara da derivista del Lago di Como”  e intuito ci avrebbe agevolato su una gestione più sensibile ma diamo il massimo cambiando la vela di prora, setup vele, shape, assetti e massima bolina con continue virate per rimanere in fase fino all’assestamento del vento e puntare verso terra cercando di non scadere troppo.

Tra Lavinio e Ardea cala tutto ed entra un NordEst da prima gentile, poi il mare si ingrossa e inizia ad aumentare e “ricomincia la Rumba… vestizione, cerata, cappuccio, salvagente, cintura e cambio vela di prora con doccia inclusa e tutto il resto del team in falchetta escluso Skipper/timoniere e Tailer/randista”.

Al traverso di Ostia inizia a spingere forte, mare agitato cielo pulito e sole come da classico ventone da nord come visto per anni al centro allenamento della Grande Motte, nel golfo del Leone dove si usciva con il Maestrale dopo la palestra alle 6h  di  mattina con i Team dei mini650, Figaro, trimarani…conduzione molto precisa con “backstay a cannone”, scotte e carrelli in mano e tutti a schiacciare in falchetta con lo skipper/timoniere che tagliava le onde senza perdere mezzo grado come il filo caldo che taglia il burro non potendo contare più sugli strumenti “impallati” dalle botte ininterrotte dalla partenza!

“Deflo” a fare strategia tra falchetta e tavolo da carteggio pensando ai terminal davanti Fiumicino, Zona di Tiro Santa Marinella, Capo Linaro e gli scogli…insomma un super team che anticipa con il giusto equilibrio strategia e sicurezza impostando dei  brevi bordi senza andare ne troppo a terra ne troppo al largo dove mare e vento crescevano diminuendo la VMG sul bersaglio (arrivo).

Passata Santa Marinella, il vento cala diventando più umano ma sempre sui 20 con mare ma non frangente, lavoriamo sull’atterraggio essendo diventata notte e non possibile individuare senza uno studio accurato l’allineamento tra la torre del porto e la boa con la strobo scintillante a pochi metri dalla diga di ingresso..

Ultime 10 miglia, tutti in coperta, bordi ravvicinati ogni 7-8 minuti ( ogni 1.5 miglia) scoppia bicipidi per tailer, randista, e altri in falchetta agli ordini dello skipper/timoniere per avvicinarci alla costa senza finire in trappole di buchi di vento e raffiche generate da vallate sotto il calore di una citta’ che cambia gli effetti termici, quindi intensità e direzione.. Oltre a rispettare la regola di ingaggio di posizionarsi sempre tra boa e avversario che di notte non vedendo, qualcuno potrebbe infilarsi ed infatti vediamo una barca ma non capiamo bene sembra che non abbia il rosso e il verde ma solo luce bianca..

Ultime 2 miglia, Lo skipper e il navigatore decidono di tagliare l’arrivo lato torre perché più vicino e cosi anche da darci la sicurezza di tagliare la linea e non dipendere dalla boa in mare con strobo che appare come sempre gli ultimi 500metri…tutto fila stiamo per tagliare tra la torre a dritta e una boa lontana con la strobo che “non flescia bene” dovuto al mare mosso che la copre e il vento che la stende generando un periodo di intermittenza inquietante essendo poi in allineamento con la zona di fonda delle navi mercantili, il porto di Civitavecchia e la “Movida del lungomare” con luci da Luna Park.

Ultimi 100 metri, vediamo la torre a dritta, dalla radio ci avvisano di attendere a secondi lo stop del taglio linea ma improvvisamente spunta un gommone con non ben identificate bandiere. Vediamo che ci passa accanto la barca che taglia poco prima di noi ( di qualche manciata di secondi)  sembra che la usi come boa  perche’ vira subito dopo ( cosa che spesso succede quando c’è mare grosso e la giuria preferisce usare un gommone che fa uscire quando arriva la barca che taglia invece che lasciare una boa di notte con possibile scarroccio e/o la strobo che smette di funzionare e/o si stacca)

Ultimi 20 metri da trilling, il gommone improvvisamente accelera e si ferma alla nostra destra, non ci danno lo stop e nel mentre una strobo inizia a “flasciare” dal gommone…sembra la boa dell’arrivo, bisogna virare per passare dentro al gate ma non c’e spazio e molta onda, il timoniere decide di abbattere ma ci aspettavamo una virata e quindi istanti di straorza con il fiocco a collo belli sbandati ma prontamente risolto.

Il flash all’arrivo

Passando a circa 5 metri dal gommone vediamo nitidamente il fotografo che si auto illumina con un obiettivo grande quanto un tangone e un flash capace di illuminare la nostra randa!!!! Tagliamo e procediamo con la Spiomba, ammainiamo il fiocco, accendiamo il motore e iniziamo le procedure di rientro, randa, parabordi, cime ormeggi. Nessuno scarica la tensione, dovendo entrare in porto ed ormeggiare con vento di traversia con corpo morto bolliti.

Siamo stanchissimi, barca ormeggiata e in sicurezza, prendiamo la bottiglia “lanciata dal gommone” dove oltre al fotografo c’erano il Presidente Farassino e il CDR Barrasso e brindiamo facendo un Selfie in silenzio perché  da marinai ci godiamo questa soddisfazione in silenzio senza pensare alla classifica perché sappiamo che le condimeteo impegnative non hanno permesso a tutti di arrivare alla fine.

Il Cygnus team all’arrivo!

Rispetto totale a tutti poiché la regata “lunga” è ancora in atto, chi ancora in mare a “lottare”, chi ci ha provato ma non ha concluso e complimenti a tutti gli organizzatori, appassionati, volontari, mecenati che permetto di portare avanti questa nostra regata d’altomare dal cuore tutto italiano!

PS nonostante che sono un cellularomane media man quando sono a bordo da dove faccio foto da ogni angolatura h24, stavolta le condimeteo erano talmente impegnative che ho fatto turni, mangiato e dormito senza mai usare il telefono….

Per fortuna c’e Saily e spero come questo diario in stile marinaresco scritto di pancia alla vecchia maniera faccia  vivere un po’ di  mare a chi non c’era… e pensare di esserci, in tanti, all’edizione 2024!

Team Offshore Navy Cygnus36.7 ITA 14576

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