Dalla vittoria inaugurale di Mike Birch e del trimarano giallo Olympus nel 1978, fino alla lezione di Francis Joyon nella scorsa edizione, passando per l’era dei maxi catamarani e i primi tentativi di Foiling negli anni ’80, quello dei trimarani di 60 piedi negli anni ’90, il ritorno dei giganti negli anni 2000, fino agli attuali iper tecnologici Ultim:  la storia della Route du Rhum è intrecciata con quella dei multiscafi in oceano. Una storia che contribuisce a scrivere anche la classe Ocean Fifty presente quest’anoo con otto concorrenti al via. 

Da sinistra: Vlamynck, Rogues, Vauchel-Camus, Le Roux, Goodchild, Tripon e Lamiré

Una classe che arriva a maturità traendo lezioni delle esperienze passate in fatto di multiscafi oceanici. Gli Ocean Fifty (lunghi 15,24 metri, stessa larghezza) sono barche più piccole, meno estreme degli ORMA, rispettano un regolamento meno rigido e hanno un budget molto più basso dei MOD 70. Così sta trovando il suo spazio nel mondo della course au large con un suo circuito e la partecipazione a grandi classiche come la Route du Rhum, appunto. Una decina di giorni per attraversare l’Atlantico a novembre in solitario su piccoli trimarani capaci di raggiungere i 30 nodi al lasco su uno scafo è un esercizio di equilibrismo molto particolare e del tutto diverso rispetto alle regate del circuito Pro Sailing Tour riservato agli Ocean Fifty. 

Dopo una prima vittoria nel 2018, Armel Tripon torna per la doppietta nella stessa classe

Un esercizio che Goodchild, skipper di Leyton, racconta così: “Ci siamo preparati per la RDR anche se vorremmo tutti aver più tempo a disposizione. Il desiderio è quello di vincere, l’obiettivo raggiungere l’altra sponda facendo il meglio possibile. Navighiamo su barche dove il pericolo è uno dei più alti della flotta, dove ci sono sempre molte regolazioni da fare. Questo contribuisce a smussare le prestazioni di tutti, quindi  rende la gara ancora più indecisa.” 

Otto partenti, otto pretendenti alla vittoria

E in in effetti la particolarità della classe Ocean Fifty, è il livello molto omogeneo dei team che la compongono, team che si conoscono bene e navigano insieme tutto l’anno. Tant’è che degli otto partenti tutti possono pretendere alla vittoria in Guadalupa. Tra i più quotati, il già citato Sam Goodchild (Leyton), unico skipper non francese della classe, il giovane Quentin Vlamynck (Arkema) vincitori delle due prime edizioni del Pro Sailing Tour, ma per una doppietta c’è anche Armel Tripon (Les P’tits Doudous) vincitore della scorsa edizione in questa classe dei 50 piedi. Una transat quella del 2018 che Tripon aveva concluso al terzo posto assoluto, dietro ai due Ultim di Joyon e Gabart. Visto che parliamo della scorsa edizione degli Ocean Fifty, sono presenti quest’anno anche i due avversari di Tripon che erano arrivati lo stesso giorno e  l’avevano raggiunto sul podio quatto anni fa, Erwan Le Roux (Koesio) e Thibaut Vauchel Camus (Solidaires en Peloton). 

I trimarani Ocean Fifty nelle chiuse del porto di Saint-Malo

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