
FOTO E VIDEO – Furono i primi a scuffiare con il primissimo AC75 (che oggi è di Alinghi), si ripetono con il nuovo scafo piccolo per Women, Youth ed esperimenti. Tutto parte di un programma? Ray Davies parla di lezione imparata…
AC40 di Emirates Team New Zealand scuffia nel golfo di Hauraki, in favore di fotografi. Mare calmo, vento leggero, pioggerella in aumento. Il ribaltamento avviene lentamente, nel momento in cui la barca si libera del cavo di rimorchio della chase boat. La velocità diminuisce rapidamente e a quel punto la stabilità del piccolo coppamerica (per tutti è la versione in scala del detentore del trofeo Te Rehutai) si fa critica, fino alla scuffia. Nessuno si fa male e niente si danneggia a bordo. Sembra quasi tutto voluto.

Ray Davies, uno dei coach del team neozelandese, l’ha raccontata così: con la barca ferma e senza acqua che scorreva sul timone ad ala di gabbiano rovesciata, la forma dello scafo ha suscitato un capovolgimento con ben poco che l’equipaggio potesse fare al riguardo. Le barche sono intervenute subito con una cima a prua e pochi istanti dopo l’AC40 era di nuovo in piedi e volava. “Ci siamo spinti via, non abbiamo avuto abbastanza slancio in avanti e abbiamo iniziato ad andare lentamente all’indietro”, ha commentato Ray Davies, “e poi siamo entrati in un lento capovolgimento. Mettere la barca su un lato e rimetterla di nuovo in piedi fa tutto parte del processo di apprendimento. Senza dubbio vedremo altri capovolgimenti durante le regate a 40 nodi!”
IL VIDEO UFFICIALE DI ETNZ SU UNA GIORNATA DI ALLENAMENTO CON L’AC40