LE FOTO – Si lavora per consegnare il primo scafo della nuova classe concepita per tre scopi: America’s Cup Women, Youth e allenamento dei team, che possono costruire un solo scafo AC75. Rispetto alle attese la barca sembra più estrema. Dan Bernasconi: “Non ci siamo trattenuti sul design!”
Il primo AC40 al mondo è a poche settimane dalla spedizione nella sua nuova base ad Auckland e le aspettative per questa classe aumentano. “Non ci siamo trattenuti sul design”, rincara la dose Dan Bernasconi, Chief Designer di Emirates Team New Zealand, “abbiamo preso l’IP di Te Rehutai (la barca vincitrice della 36 Coppa America nel 2021) e l’abbiamo tradotta nelle migliori forme di un 40 piedi foiling che potessimo creare.”
Le prime foto filtrano dalla struttura di costruzione (in Cina) di questa nuova barca a vela che qualcuno definisce “razzo tascabile”, perchè teoricamente capace di raggiungere velocità simili agli AC75 ma in quasi metà lunghezza. Gli AC40 verranno utilizzati in modalità One Design per gli eventi femminili e per quelli giovanili (obbligatori per i team iscritti alla 37AC: qui il nostro articolo sul formato e le date di quelle regate), ma saranno anche (e forse soprattutto) un banco di prova, una officina galleggiante-volante per i team, sui quali studiare soluzioni personalizzate per gli AC75. E’ dunque un momento interessante per l’America’s Cup, e in varie parti del mondo si attende l’arrivo della “barchetta”.
Emersa dall’Emirates Team New Zealand Technology & Design Department, la costruzione degli yacht è supervisionata dal membro di lunga data del team ETNZ Richard Meacham, mentre presso lo stabilimento McConaghy in Cina, Jamie Thompson è il progetto Manager che gestisce un team dedicato di costruttori e artigiani che lavorano in turni 24 ore su 24 per creare questa barca di nuova generazione.
“È un passo avanti in termini di forma dello scafo rispetto al design vincitore della Coppa di Te Rehutai”, ha commentato Richard Meacham, “che aderisce a tutte le modifiche alle regole fondamentali implementate per gli AC75 e stiamo guardando stime delle prestazioni di gran lunga superiori alle nostre barca da allenamento, Te Kahu, o uno qualsiasi dei muletti di prova delle altre squadre usati per la 36AC.”
COSTRUIRE IN CINA? SCELTA OBBLIGATA – La scelta di costruire gli scafi lontano dalla Nuova Zelanda è stata controversa, ma Richard Meacham si è detto colpito dal lavoro supervisionato da Mark Evans e dal progetto gestito dal collega kiwi Jamie Thompson da McConaghy China: “Abbiamo valutato la situazione all’inizio del progetto, ma era chiaro che con le dimensioni e i tempi della costruzione complessiva della flotta di AC40 c’era una carenza di manodopera per la costruzione in Nuova Zelanda, quindi abbiamo dovuto guardare oltreoceano. La guida di McConaghy è stata fantastica, ma la chiave è stata l’influenza del design e della tecnologia Kiwi durante tutto il processo”.
In effetti, lo scafo, i bracci foil, i timoni, la meccatronica, l’idraulica e i controller logici programmabili provengono tutti direttamente dai team di progettazione di ETNZ con i bracci foil e i timoni creati presso l’impianto di costruzione di ETNZ sulla North Shore di Auckland.
Le vele a doppia pelle senza boma sono state progettate in collaborazione con North Sails, mentre gli alberi in due pezzi sono stati realizzati da Southern Spars ad Avondale, Auckland. E mentre per le Women’s & Youth America’s Cup, gli AC40 torneranno a un rigoroso one design per la flotta e i formati di match-racing recentemente annunciati, il terreno sul quale gli AC40 entreranno davvero in gioco è quello di piattaforma di test per i team.
Entro certi limiti: ci sono parametri rigorosi e misure di riduzione dei costi con disposizioni tra cui: un massimo di quattro ali personalizzate in alluminio e quattro alette personalizzate. È consentita la costruzione di dieci fiocchi personalizzati e quattro rande. Le squadre potranno anche costruire un solo albero personalizzato oltre ai due pezzi forniti di serie.
In basso, l’autopilota controlla solo l’altezza di marcia e può essere regolato, tenendo l’ala a un certo punto prestabilito sotto l’acqua. Se le squadre vogliono cambiare l’angolo di beccheggio o il trim in modo diverso per le condizioni, è necessario un intervento manuale mentre tutte le operazioni di sopraelevazione del foil durante le manovre ad alta velocità sono controllate dall’input diretto dell’equipaggio.
ANDRANNO BEN OLTRE I 40 NODI – “Uno dei principi guida di entrambi i progetti AC40 e AC75 è che debbano essere portati, regolati e gestiti dall’equipaggio e non da macchine. Le velocità massime degli AC40 saranno ben oltre i quaranta nodi e saranno ottimizzati per volare più veloci e prima con aria leggera, lo stesso che con gli AC75″, per Dan Bernasconi, Chief Designer di Emirates Team New Zealand.
Infine, una delle grandi attenzioni per il circuito globale AC40 sarà la facilità di trasporto. Ciascuno verrà trasportato su una rastrelliera piana personalizzata che può trasportare l’intera barca e tutte le appendici per risparmiare sui costi di spedizione e aumentare l’efficienza del trasporto.
La prima barca AC40, destinata al defender ETNZ, dovrebbe salpare nei prossimi mesi e la vedremo navigare per tutta l’estate della Nuova Zelanda. I successivi AC40 usciranno dalla linea di produzione per i team principali in rapida successione: prima Ineos, challenger of record, poi Luna Rossa, American Magic e Alinghi, non necessariamente in questo ordine. Ci aspetta nei prossimi mesi un periodo affascinante tra le barche che navigheranno, saranno aggiornate e confermeranno i programmi per Women’s & Youth AC.
La pista di atterraggio verso la 37 America’s Cup a Barcellona 2024 è illuminata.